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Tipi di zone pericolose

Pubblicato: 29 settembre 2012 Categoria: Guide e approfondimenti
Il Dlgs 233/03 (e norma CEI EN 60079-10) individua tre tipi di zone pericolose:

  • Zona 0: Luogo in cui un’atmosfera esplosiva costituita da una miscela di aria e sostanze infiammabili, sotto forma di gas, vapore o nebbia, è presente continuamente o per lunghi periodi o frequentemente ;
  • Zona 1: Luogo in cui, occasionalmente, è probabile sia presente durante il funzionamento normale un’atmosfera esplosiva costituita da una miscela di aria e sostanze infiammabili, sotto forma di gas, vapore o nebbia ;
  • Zona 2: Luogo in cui non è probabile che sia presente un’atmosfera esplosiva costituita da una miscela di aria e sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia durante il funzionamento normale, e/o se ciò avviene, è possibile persista solo per brevi periodi;


Volume di atmosfera esplosiva

Attorno ad ogni sorgente di emissione viene calcolato il volume Vz di possibile atmosfera esplosiva. Se questo volume è di dimensioni molto contenute (trascurabile), l’emissione non risulta pericolosa e la zona pericolosa può essere ignorata (la nuova edizione della norma CEI EN 60079-10 fornisce indicativamente nel valore di 100 dm3 il volume massimo trascurabile con grado di ventilazione alto). Un’indicazione di massima potrebbe essere la seguente:

  • Per la zona 0 si può considerare trascurabile il volume Vz quando è < 1 dm3;
  • Per la zona 1 si può considerare trascurabile il volume Vz quando è < 10 dm3;
  • Per la zona 2 si può considerare trascurabile il volume Vz quando è < 100 dm3


Grado della ventilazione

E’ un parametro che indica la quantità di aria di ventilazione che investe una certa sorgente di emissione, e può essere:

  • Alto: Quando la ventilazione è in grado di ridurre quasi istantaneamente la concentrazione della sorgente di emissione, limitando la concentrazione al di sotto del LEL;
  • Medio: Quando la ventilazione è comunque in grado di influire sulla concentrazione dell\'emissione, riducendone l\'estensione e limitandone il tempo di persistenza quando l\'emissione cessa;
  • Basso: Quando la ventilazione non riesce a limitare più di tanto la concentrazione durante l\'emissione, e una volta cessata non riesce a limitare il tempo di persistenza dell\'atmosfera esplosiva formatasi.


Individuazione del tipo di zona pericolosa

Grado della emissione
Grado della ventilazione
Alto
Medio
Basso
Disponbilità della ventilazione
Buona
Adeguata
Scarsa
Buona
Adeguata
Scarsa
Buona, adeguata o scarsa
Continuo
Luogo non pericoloso
Zona 2
Zona 1
Zona 0
Zona 0 circondata da Zona 2
Zona 0 circondata da Zona 1
Zona 0
Primo
Luogo non pericoloso
Zona 2
Zona 2
Zona 1
Zona 1 circondata da Zona 2
Zona 1 circondata da Zona 2
Zona 1 o Zona 0
Secondo
Luogo non pericoloso
Luogo non pericoloso
Zona 2
Zona 2
Zona 2
Zona 2
Zona 1 o Zona 0


Estensione delle zone pericolose

Attraverso una formula viene calcolata la distanza pericolosa dz, ovvero la distanza dalla sorgente di emissione a partire dalla quale la concentrazione di gas non è più pericolosa (perché inferiore a LEL). Questa distanza dz viene moltiplicata per un fattore di sicurezza (in genere posto a 1,2) allo scopo di individuare quello che la norma chiama “quota a”, cioè la vera estensione della zona pericolosa.


Provvedimenti per ridurre l’estensione delle zone pericolose (dz, Vz, Xm%)

  • Ampliare le aperture di ventilazione;
  • Installare un sistema di ventilazione artificiale generale (di tutto l’ambiente);
  • Installare un sistema di ventilazione artificiale locale (relativo a ciascuna sorgente di emissione);
  • Installare un sistema di controllo dell’esplodibilità nell’ambiente (permette di limitare Xm% e quindi l’estensione delle zone);
  • Installare rivelatori di gas dedicati a singole sorgenti di emissione (permette di rendere trascurabili le zone pericolose originate da tali sorgenti);
  • Adeguata sorveglianza del luogo mediante personale (permette di ridurre i tempi di eliminazione degli eventuali guasti riducendo così Xm%).


Forma delle zone pericolose

La norma CEI EN 60079-10 e la guida CEI 31-35 non indicano la forma della zona pericolosa, quindi:

  • Se la direzione di emissione non è nota, in genere si può assumere la forma di una sfera (o un cilindro) con al centro la sorgente di emissione;
  • Se la direzione di emissione è nota (e la velocità è >= 10 m/s), si può assumere la forma di un cono con la sorgente di emissione alla base del cono.