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Impianti elettrici nei cantieri: la Guida CEI 64-17

Pubblicato: 27 settembre 2002 Categoria: Notizie tecnico normative

Il cantiere è uno dei luoghi più esposti ai pericoli perchè soggetto a continue movimentazioni e variazioni e alla presenza di persone non addestrate. Le prescrizioni in materia di sicurezza contenute nella norma CEI 64-17.

La guida sviluppa i seguenti argomenti:

  • Prescrizioni per la sicurezza
  • Sezionamento e comando
  • Quadri di distribuzione
  • Prese a spina, avvolgicavo e cordoni prolungatori
  • Illuminazione
  • Impianto di terra e protezione contro le fulminazioni dirette
Prescrizioni per la sicurezza

Il cantiere è uno dei luoghi più esposti ai pericoli in quanto soggetto a continue movimentazioni e variazioni e alla presenza di persone non addestrate.
Protezione contro i contatti diretti e indiretti
La protezione contro i contatti diretti viene realizzata mediante isolamento delle parti attive, o mediante involucri e barriere. La protezione mediante ostacoli è sconsigliata e può essere usata quando altre misure non possono essere applicate, ma va mantenuta per periodi di tempo limitati. La protezione mediante distanziamento è applicabile solo alle linee aeree nude. Nella valutazione della distanza dalle linee aeree, che deve essere di almeno 5m, vanno considerati anche i mezzi meccanici manovrabili durante l’uso (es. gru, paranchi, ecc).
La protezione contro i contatti indiretti può essere realizzata con uno qualsiasi dei metodi indicati al capitolo 413 della norma CEI 64-8 (interruzione automatica dell’alimentazione, componenti di classe II, separazione elettrica, ecc.) considerando una tensione di contatto limite di 25 V in corrente alternata e 60 V in corrente continua.
Nel caso di impiego della modalità di protezione per separazione elettrica, ogni presa a spina deve essere alimentata da un trasformatore singolo o da avvolgimenti separati dello stesso trasformatore.
La protezione combinata contro i contatti diretti e indiretti può essere realizzata mediante il sistema SELV a una tensione nominale non superiore a 50V in corrente alternata o 120V in corrente continua proveniente da una sorgente di sicurezza (trasformatori di sicurezza, batterie, motore generatore o sistemi con caratteristiche analoghe di separazione).
Protezioni contro le sovracorrenti, protezione differenziale e coordinamento delle protezioni
La protezione contro le sovracorrenti può essere realizzata sia con fusibili sia con interruttori automatici.
Non è ammesso l’uso dell’interruttore limitatore dell’ente distributore come dispositivo di protezione contro le sovracorrenti mentre l’uso di fusibili come protezione generale è sconsigliata per evitare disservizi prolungati in caso di guasto.
Per tenere conto delle maggiori condizioni di pericolo e della natura dei lavori che vengono eseguiti è consigliato l’uso dell’interruttore differenziale come protezione addizionale delle persone contro eventuali contatti diretti.
I dispositivi di protezione devono essere coordinati tra di loro; generalmente i costruttori di quadri prevedono un coordinamento tra i vari quadri destinati a essere interconnessi, ma data la varietà di condizioni è richiesta all’installatore una verifica del coordinamento.
Sono esclusi, per quanto riguarda il coordinamento delle protezioni differenziali, i quadri interconnessi mediante prese a spina.
Luoghi conduttori ristretti
In caso si debbano eseguire lavori con utensili elettrici in luoghi conduttori ristretti dove è possibile che la persona possa venire con una buona parte del corpo a contatto con la parte conduttrice (ad esempio cisterne metalliche, tralicci, scavi, ecc.) la protezione deve essere assicurata mediante l’impiego del sistema SELV o per separazione elettrica mantenendo le relative sorgenti all’esterno del luogo conduttore ristretto.
Per quanto riguarda le lampade portatili è ammesso solo l’uso del sistema SELV.


Sezionamento e comando

I dispositivi di sezionamento devono essere previsti all’origine dell’impianto di cantiere e all’ingresso di ogni quadro di distribuzione o alimentazione e devono poter essere bloccati nella posizione di aperto mediante lucchetti, chiavi, o installandoli in involucri chiudibili a chiave.
L’arresto di emergenza deve essere previsto singolarmente per tutte quelle apparecchiature e macchine che possono causare pericoli in genere, non di natura elettrica, quali ad esempio possono essere gru, betoniere, sistemi di pompaggio ecc..
Le macchine, dovendo essere realizzate secondo la direttiva macchine, quando previsto, vanno equipaggiate con il dispositivo di arresto di emergenza direttamente in fabbrica.
Sui quadri ASC non è quindi richiesta l’installazione del dispositivo di arresto di emergenza.

 

Quadri di distribuzione

I quadri elettrici da utilizzare in un impianto da cantiere devono essere conformi alla norma EN 60439-4 e avere un grado di protezione minimo di IP44 sia con spine inserite sia con spine disinserite. I quadri per locali di servizio non devono necessariamente essere conformi alle prescrizioni restrittive della norma EN 60439-4, ma possono fare riferimento ad altre norme per quadri (EN 60439-1, EN 60439-3, CEI 23-51, ecc.), tenendo però presente le prescrizioni dell’art. 704.537 della norma CEI 64-8.
I quadri per cantiere possono essere trasportabili o mobili e possono essere classificati in base alla corrente nominale in diverse tipologie tra cui ASC di entrata, ASC di distribuzione principale, ASC di distribuzione finale, ASC di prese a spina, ecc.
Questa classificazione, fatta sulla base della corrente nominale anziché sulla base della funzione svolta, non è molto utilizzata nell’impegno pratico.
Un quadro ASC generalmente è composto da una unità di entrata che contiene il dispositivo di sezionamento e il dispositivo di protezione contro le sovracorrenti (quest’ultimo può essere omesso se l’alimentazione proviene da un altro quadro) e da un unità di uscita che contiene i dispositivi di manovra, di protezione contro le sovracorrenti e contro contatti diretti e indiretti. 


                         Prese a spina, avvolgicavo e cordoni prolungatori


Le prese a spina devono essere di tipo industriale e conformi alla EN 60309 (CEI 23-12) e avere un grado di protezione minimo IP44. Si consiglia un grado di protezione superiore (IP67) per le prese a spina di tipo mobile in quanto potrebbero venire a contatto con pozzanghere o con getti d’acqua.
L’uso di prese a spina di tipo domestico e adattatori è ammesso solo in ambienti e per lavorazioni in cui è possibile escludere presenza di acqua e polveri per permettere il collegamento di utensili dotati di spina di tipo domestico e per uso temporaneo.
Le prese a spina devono essere protette con differenziale da 30mA oppure essere alimentate da una sorgente SELV o mediante trasformatore di isolamento.
Recentemente è stato approvato un nuovo documento CENELEC (European Commitee for Electrotechnical Standardization) che modificherà la parte 704 della norma CEI 64-8 introducendo l’obbligo di protezione differenziale con corrente di intervento non superiore a 30mA per la protezione delle prese e degli apparecchi direttamente collegati con corrente nominale fino a 32A. Per correnti superiori valgono le prescrizioni generali della norma impianti.
Gli avvolgicavo devono essere conformi alla norma EN 61316 e quindi avere le caratteristiche minime di seguito elencate: - cavo in gomma H07RN-F con sezione adeguata ( 2,5 mm² per 16A, 6 mm² per 32A, 16 mm² per 63A);
- disgiuntore termico a protezione dei surriscaldamento del cavo;
- indicazione delle massime potenze disponibili a cavo avvolto e cavo svolto (da riportare sull’avvolgicavo).
I cordoni prolungatori devono essere equipaggiati di spina e presa di tipo industriale (CEI 23-12) e di un cavo con le caratteristiche minime richieste per gli avvolgicavo.
La lunghezza dei cavi degli avvolgicavo e dei cordoni prolungatori deve essere tale da limitare la caduta di tensione entro limiti accettabili; a questo scopo la guida riporta una tabella che riporta la lunghezza massima consigliata per questi cavi.

Tabella 2 - Lunghezze cavi consigliate

cavo sezione (mm2) corrente nominale (A) lunghezza (m)
monofase 1,5 10 20
monofase 2,5 16 30
trifase 2,5 16 50
trifase 6 32 60

Illuminazione

Le attività lavorative in un cantiere generalmente si svolgono durante il periodo di luce diurna e quindi non si rende necessaria illuminazione artificiale. In alcuni casi le lavorazioni vengono svolte a ciclo continuo, oltre il normale periodo di luce o in luoghi scarsamente illuminati e si rende perciò necessaria un'illuminazione artificiale e, a seconda dei casi, anche un'illuminazione di emergenza.
Gli apparecchi di illuminazione utilizzati devono essere conformi alle relative norme di prodotto (CEI EN 60598) e avere un grado di protezione almeno IP44.

 

Impianto di terra e protezione contro le fulminazioni dirette

L’impianto di terra con il relativo dispersore si deve sviluppare ed espandere durante le fasi di avanzamento del cantiere utilizzando dispersori intenzionali (picchetti) e dispersori di fatto (armatura del cemento armato) al fine di ottenere al termine dei lavori un dispersore che potrà essere utilizzato per realizzare l’impianto di terra dell’edificio finale.
Il dimensionamento dell’impianto di terra va eseguito, per impianti con tensione fino a 1000V, in conformità alla norma CEI 64-8 eventualmente integrata dalla guida CEI 64-12 considerando una tensione di contatto limite di 25V in corrente alternata o 60V in corrente continua.
Per la realizzazione degli impianti di terra per sistemi di distribuzione con tensione superiore a 1000V (cabina propria di trasformazione) il riferimento è la norma CEI 11-1 soddisfando la condizione di avere una tensione totale di terra minore o uguale alla tensione di contatto ammissibile. (Ue≤Utp)
Il collegamento a terra di manufatti metallici va eseguito solamente nel caso in cui questi risultino essere delle masse estranee (resistenza verso terra inferiore a 200W).
Generalmente recinzioni, ponteggi, tettoie non sono masse estranee e quindi non devono essere collegate a terra.
Nella guida è stato inserito anche un capitolo relativo alla protezione contro i fulmini che applicando i principi delle norme CEI 81-1 e CEI 81-4 dà indicazioni pratiche e immediate a chi deve valutare la necessità di realizzare un impianto di protezione dai fulmini. Baracche e tettoie in condizioni normali non presentano alcun rischio da fulminazione diretta, mentre un diagramma semplice e intuitivo sviluppato nelle condizioni più comuni guida l’installatore nella verifica delle condizioni di rischio da fulminazione diretta per quanto riguarda ponteggi e gru a torre.