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Wall-Box a norma di legge

Pubblicato: 4 luglio 2016 Categoria: Notizie tecnico normative

Le Wall box possono essere una fonte di potenziale pericolo, che può essere prevenuto rispetto le specifiche norme Cei

Wall-Box a norma di legge

Wall Box a norma CEI

Dal punto di vista installativo, la norma di riferimento è la CEI EN 61851-1 “Sistema di ricarica conduttiva dei veicoli elettrici”. Tale norma “si applica alle apparecchiature per la ricarica di veicoli elettrici stradali, a bordo e fuoribordo, alle tensioni di alimentazione normalizzate in c.a. (come da IEC 60038) fino a 1 000 V, e a tensioni in c.c. fino a 1 500 V, nonché alla fornitura di energia elettrica per tutti i servizi supplementari sul veicolo, se richiesta, durante il collegamento alla rete di alimentazione”.

In questo ambito, in particolare, occorre ricordare che quando la ricarica viene eseguita in “ambiente aperto a terzi deve essere adottato il modo di carica 3”. É invece ammesso il modo di carica 1 “solamente in ambiti strettamente privati non aperti a terzi, quali ad esempio ambienti il cui accesso necessiti di chiavi, attrezzi particolari, ecc. in possesso del solo relativo proprietario”.

 

Metodi di ricarica

Nel capitolo 6 della Norma vengono illustrati i quattro modi di ricarica attualmente ammessi:

* Modo di carica 1: connessione dell’EV alla rete di alimentazione in c.a. utilizzando gruppi presa-spina normalizzati fino a 16 A e a 250 V in c.a. monofase o 480 V in c.a. trifase sul lato dell’alimentazione, e utilizzando conduttori di potenza e di terra di protezione. Viene però specificato che “l’uso di un dispositivo differenziale sul cavo può essere utilizzato come una protezione supplementare per la connessione alle reti di alimentazione in c.a. esistenti”.

* Modo di carica 2: connessione dell’EV alla rete di alimentazione fino a 32 A e 250 V in c.a. monofase o 480 V in c.a. trifase mediante gruppi presa-spina monofase o trifase normalizzati, e utilizzando conduttori di fase e di protezione insieme con una funzione pilota e un sistema di protezione delle persone contro la scossa elettrica (RCD) tra l’EV e la spina o il dispositivo di controllo sul cavo. Il dispositivo di controllo sul cavo deve essere posto entro 0,3 m dalla spina o dall’EVSE oppure nella spina.

* Modo di carica 3: connessione diretta dell’EV alla rete di alimentazione in c.a. Utilizzando EVSE dedicati, nei quali la funzione di controllo pilota si estende all’apparecchiatura di controllo nell’EVSE collegata in permanenza alla rete di alimentazione in c.a.

* Modo di carica 4: connessione dell’EV alla rete di alimentazione in c.a. utilizzando un caricabatteria esterno (a terra) nel quale la funzione di controllo pilota si estende all’apparecchiatura collegata in permanenza alla rete di alimentazione in c.a.

 

Senza prolunghe né adattatori

Una particolare attenzione viene prestata anche all'impiego delle prolunghe, che rappresentano una condizione di potenziale pericolo e che, per tale ragione, non sono ammesse. Nel documento, infatti, si legge: “Non deve essere utilizzata una prolunga o un secondo cavo di alimentazione oltre a quello per il collegamento dell’EV all’EVSE. Il manuale del veicolo deve indicare chiaramente tale prescrizione. Un cavo di alimentazione deve essere costruito in modo da non poter essere utilizzato come prolunga”.

Allo stesso modo non possono “essere utilizzati adattatori per collegare un connettore mobile a un connettore fisso”.

Viene inoltre specificato che “un adattatore di conversione dalla presa fissa dell’EVSE deve essere utilizzato solo se specificamente designato e approvato dal costruttore del veicolo o dell’EVSE. Tali adattatori devono rispettare le prescrizioni della presente Norma, della IEC 60884-2-5 e delle altre Norme pertinenti relative alla parte spina o presa dell’adattatore. Il costruttore deve indicare chiaramente l’obbligo di utilizzare adattatori con una tale designazione specifica. Tali adattatori devono essere marcati per indicare le loro specifiche condizioni d’uso. Tali adattatori non devono consentire il passaggio da un modo di ricarica all’altro”.

 

Sicurezza senza compromessi

Un'attenzione particolare, il sede di stesura della norma, è stata riservata anche alle prescrizioni necessarie per prevenire il rischio di fulminazione. Una situazione aggravata dal fatto che gli utilizzatori sono spesso privi di specifiche competenze in materia e, quindi, potrebbero attuare atteggiamenti potenzialmente pericolosi. Per questa ragione, nel capitolo dedicato al potere di interruzione, viene indicata, in primo luogo, la conformità alla IEC 62196-1. Per questa ragione, “ai fini della sicurezza personale e per evitare danni derivanti dalla disconnessione in corrente nominale, la spina, il connettore fisso, il connettore mobile o la presa fissa devono avere un potere di interruzione sufficiente a meno che non vi sia un interruttore con un potere di interruzione sufficiente. Un potere di interruzione accettabile si raggiunge con un contattore con livello di interruzione AC22A per applicazioni in c.a. o DC-21A per applicazioni in c.c. come definito nella IEC 60947-3, o con livello di interruzione AC2 per applicazioni in c.a. e DC-3 per applicazioni in c.c. come definito nella IEC 60947-6. La prevenzione delle rotture sotto carico può essere conseguita con un mezzo specifico sul connettore o con un sistema a interblocchi. Per la carica in modo 4, la disconnessione non deve avvenire sotto carico. Nel caso di disconnessione sotto carico in c.c. dovuta a un guasto, non devono verificarsi condizioni di pericolo. Non devono verificarsi indicazioni di incendio o rischi di scossa elettrica, fino a tre operazioni di chiusura e di interruzione alla tensione nominale, a una corrente pari a 1,25 volte la corrente nominale, con un fattore di potenza in c.a. pari a 0,8, e un carico resistivo in c.c. Il dispositivo non deve necessariamente mantenere la propria funzionalità”.