La Regione ha pubblicato le proprie “Linee Guida”, che prevedono una particolare attenzione anche ai piccoli impianti

La Regione Piemonte ha pubblicato, sul proprio Bollettino ufficiale, le “Linee guida regionali per l’installazione e la gestione delle sonde geotermiche“. Si tratta di un documento che disciplina:
- le modalità tecnico-operative per la progettazione, l’installazione, il collaudo, la gestione e la dismissione degli impianti;
- la documentazione progettuale per una corretta valutazione delle ricadute ambientali degli impianti;
- le caratteristiche delle schede per l’inventario delle risorse geotermiche, comprensive degli impianti a circuito aperto che utilizzano acqua.
L'obiettivo delle Linea Guida è quello di fornire, in primo luogo, un “contributo alla valorizzazione dell’utilizzo delle risorse geotermiche a bassa entalpia nel rispetto dell’ambiente e della tutela delle acque sotterranee”. Ma viene specificato che il documento mira anche a fornire alcune “indicazioni tecniche agli enti coinvolti nel processo decisionale e agli operatori del settore che affrontano la progettazione, l’installazione, il collaudo, la gestione e la dismissione delle sonde geotermiche.
É comunque importante sottolineare che queste Linee Guida non si applicano agli impianti geotermici che comportano il prelievo e lo scarico di acqua, che sono disciplinati dalla vigente normativa statale e regionale in materia di derivazione, utilizzazione e scarico delle acque pubbliche.
Tra le specifiche indicate nella norma è interessante rilevare come, per il tracciamento delle sonde geotermiche verticali, la posizione debba essere definita prima di iniziare le perforazioni secondo i seguenti principi:
- ottimizzare la distanza tra le sonde: deve essere trovato il giusto compromesso tra il minor utilizzo di superficie di suolo e la massima resa dell’impianto (indicativamente l’interasse tra le sonde non dovrà comunque essere inferiore ai 8-10 m);
- mantenere almeno 4.5-5 m dalle opere di fondazione di edifici;
- mantenere almeno 1 m dai sottoservizi interrati;
- mantenere almeno 2 m dagli alberi d’alto fusto;
- devono comunque essere rispettate le distanze minime dai limiti di proprietà ai sensi del Codice civile ed eventuali norme dei Piano Regolatori Generali comunali.
Una particolare attenzione è riservata anche ai piccoli impianti, per i quali è richiesta una relazione tecnica di progetto dell’impianto, che dovrebbe riportare almeno i seguenti dati:
- tipologia di impianto (sonde geotermiche verticali o altra tipologia) e geometria del campo sonde;
- schema logico e funzionale dell’impianto nel suo complesso;
- volumetria e superficie da riscaldare/raffrescare;
- periodo di utilizzo dell’impianto distinto tra ciclo estivo e ciclo invernale (ore di funzionamento in modalità raffrescamento o riscaldamento);
- potenza termica utile (kW);
- potenza frigorifera utile (kW);
- indicazioni su COP di progetto delle macchine e su COP delle macchine alle condizioni standard;
- temperatura limite di mandata del fluido termovettore al terreno in condizioni estive;
- temperatura limite di mandata del fluido termovettore al terreno in condizioni invernali;
- numero di perforazioni previsto, la loro profondità e ubicazione in caso di impianto a sonde geotermiche verticali, lunghezza tubazioni anche in caso di sonde geotermiche di altra tipologia;
- tecnica di perforazione, fluidi di perforazione, completamento del foro e diametri di perforazione e delle sonde geotermiche;
- numero di sonde geotermiche installato all’interno di ciascuna perforazione;
- materiali costituenti le sonde geotermiche;
- tipologia e caratteristiche dei prodotti premiscelati di riempimento;
- tipologia, concentrazione e volume totale del fluido termovettore che circola all’interno delle sonde geotermiche;
- test e strumentazione di collaudo previsti dal progettista al fine di accertare la corretta cementazione, la tenuta e l’isolamento idraulico delle sonde geotermiche;
- procedure operative da adottare in caso di perdite accidentali del circuito;