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Sicurezza funzionale: la nuova edizione della Norma IEC 61508

Pubblicato: 1 aprile 2011 Categoria: Notizie tecnico normative

E’ stata pubblicata dalla IEC (International Electrotechnical Commission) la nuova edizione di uno degli standard più importanti e di maggiore impatto applicativo in ambito industriale: si tratta della serie di norme IEC 61508 dedicate alla sicurezza funzionale

La nuova edizione subentra alla prima del 1998, citata all’interno di Direttive Europee e testo di riferimento trasversale e generale sulla sicurezza funzionale per molti settori tecnologici che a loro volta sviluppano le norme applicative specifiche per il proprio settore: per il controllo di processo (serie 61511), le macchine (serie 62061), gli azionamenti (61800-5-2), l’EMC (61326-3-X), le comunicazioni (61784-3), il ferroviario (serie 50126/8/9), il nucleare (serie 61513), ecc.

Nei prossimi mesi tutti questi comitati IEC, oltre a quelli ISO, CEN e CENELEC che fanno

riferimento alla sicurezza funzionale, saranno impegnati nel valutare il recepimento degli

aggiornamenti e l’eventuale revisione dei propri documenti normativi, che l’ACOS (Advisory

Committee On Safety della IEC) ha stimato in oltre 170 documenti.

 

La nuova edizione della norma ricalca il formato della versione 1 precedente, suddiviso in

sette parti:

1. requisiti generali;

2. requisiti per sistemi elettrici, elettronici ed elettronici programmabili per

applicazioni di sicurezza;

3. requisiti del software;

4. definizioni ed abbreviazioni;

5. esempi di metodi per la determinazione dei livelli di integrità di sicurezza;

6. guida all’applicazione delle IEC 61508-2 e IEC 61508-3;

7. panorama delle tecnologie e delle misure tecniche.

 

La nuova norma Internazionale IEC 61508 sarà recepita dal CENELEC come norma

europea EN 61508 e, successivamente, dal CEI come norma nazionale CEI EN 61508,

abrogando così la norma attualmente in vigore.

 

Novità principali della seconda edizione 2010

Le novità principali introdotte dalla seconda edizione della IEC 61508 emessa nel 2010

sono essenzialmente le seguenti:

• sono aggiornati i requisiti di sicurezza;

• viene modificato il ciclo di vita in sicurezza;

• viene introdotto il concetto di integrità di sicurezza anche ai sottosistemi;

• viene introdotto anche il requisito di “security” (antintrusione informatica e non);

• diventa obbligatorio il manuale di sicurezza e ne vengono definiti i requisiti sia per HW

che SW;

• viene fornita una seconda via per determinare la ridondanza in applicazioni con

componenti “proven use”;

• viene rivisto il calcolo della frazione di guasti sicuri dei componenti SFF (Safe Failure

Fraction);

• viene considerato l’impiego di tecnologia ASICS (Appilcation Specific Integrated

Circuits);

• vengono maggiormente esplicitati i metodi per definire i SIL (Safety Integrity Level);

• sono meglio dettagliati i software, i tools e la programmazione a oggetti;

• sono descritte nuove possibili architetture dei sistemi di sicurezza;

• sono state aggiunte e rivisitate le definizioni.

 

Ciclo di vita in sicurezza (Parte 1)

Il nuovo ciclo di vita in sicurezza, diviso in 16 fasi come nell’edizione

precedente, è stato rivisto:

• nelle fasi di realizzazione dei SrS (Safety related System), ed in particolar modo nelle

fasi di specificazione dei requisiti e di realizzazione dei sistemi E/E/PE (Elettrici /

Elettronici / Elettronici Programmabili), fasi 9 e 10, precedentemente svolti nella fase 9;

• le fasi 9 e 10 dell’edizione 1, dedicate rispettivamente ai Sistemi relativi alla Sicurezza

(SrS) realizzati con altre tecnologie (valvole di sicurezza, dischi di rottura, ecc.) e con

altri mezzi di riduzione del rischio (serbatoi di convogliamento, vasche di contenimento,

ecc.), sono state raggruppate nella nuova fase 11, che è diventata il riferimento per la

specificazione e realizzazione di tutti gli altri sistemi di riduzione del rischio, diversi dai

SIS (Safety Instrumented System), oggetto principale della normativa in esame.

 

Per far chiarezza a tal proposito sono stati rivisti i contenuti della tabella 1: IEC 61508-1,

che evidenzia a fronte delle nuove fasi del ciclo di vita in sicurezza (Safety Life Cycle):

• 9: Specificazione dei requisiti dei sistemi E/E/PE;

• 10: Realizzazione dei sistemi E/E/PE;

• 11: Specificazione e realizzazione degli altri sistemi di riduzione dei rischi.

gli scopi e gli obiettivi della fase, corredati degli input e degli output necessari e richiesti

per soddisfare i requisiti di tutti i sistemi relativi alla sicurezza, sia strumentati (SIS), sia non strumentati, sebbene non oggetto diretto della IEC 61508.

Inoltre, nella IEC 61508-2 (hardware), i requisiti delle diverse fasi del ciclo di vita in

sicurezza relativi alla realizzazione dell’Hardware dei sistemi E/E/PE, sono ulteriormente

approfonditi nell’articolo 7, con ulteriori dettagli realizzativi.

Similarmente, nella IEC 61508-3 (software), i requisiti delle diverse fasi del ciclo di vita in

sicurezza relativi alla realizzazione del software dei sistemi E/E/PE, sono ulteriormente

approfonditi nell’articolo 7, con ulteriori dettagli realizzativi riportati nella relativa tabella 1.

In entrambe le parti 2 e 3 della IEC 61508, l’articolo 7 esamina e approfondisce i requisiti

relativi all’integrazione, validazione, modificazione dei sistemi E/E/PE, mentre l’ultimo

articolo normativo 8 dettaglia sulla valutazione della sicurezza funzionale che, riferendosi

ai requisiti dell’analogo articolo 8 della IEC 61508-1, deve sempre rispondere ai requisiti

di pianificazione, esecuzione, completezza, correttezza e precisione, ovvero quello che

è stato specificato, sia stato realizzato e sia stato anche validato per l’applicazione in

sicurezza richiesta.

 

Introduzione di nuovi concetti di sicurezza (Parte 1)

La sicurezza funzionale (safety) finora considerata solo nei confronti dei pericoli dell’EUC

(Equipment Under Control) è stata estesa anche alla sicurezza antintrusione (security)

contro pericoli provocati da azioni non autorizzate e male volenti (Punto 7.4.2.3: IEC

61508-1), che possono portare e/o provocare rischi di pericolo per il personale, l’ambiente

e l’impianto industriale.

 

Competenza e indipendenza del personale (Parte 1)

Le competenze del personale coinvolto nei progetti della funzione sicurezza, dapprima

relegate come informative nell’allegato A della vecchia IEC 61508-1, ora sono state

riportate e ridefinite nell’articolo 8 della nuova IEC 61508-1.

La tabella 5 della norma IEC 61508-1 definisce in funzione del richiesto livello di integrità di sicurezza SIL, l’indipendenza del personale coinvolto nella valutazione della sicurezza funzionale rispetto l’organizzazione che realizza il sistema strumentato di sicurezza SIS.

In particolare, in relazione al richiesto SIL (1, 2, 3, 4), l’indipendenza del personale di valutazione della sicurezza funzionale è:

- X : sufficiente;

- X1, X2 : sufficiente in alternativa;

: X2 appropriato per sistemi a maggior grado di complessità, novità o tecnologia;

-          Y : insufficiente.

 

Determinazione della tolleranza ai guasti hardware (Parte 2)

La tolleranza ai guasti hardware HFT (Hardware Fault Tolerance) oltre che col classico

metodo della frazione dei guasti sicuri SFF (Safe Failure Fraction) denominata Route 1H, si può ora determinare anche attraverso la nuova Route 2H (Punto 7.4.4.3: IEC 61508-2) sia per i componenti ad alta complessità tipo B (purché con copertura diagnostica DC maggiore del 60%), sia per i componenti a bassa complessità tipo A, che sono stati selezionati sulla base di utilizzazioni precedenti - “proven use” (analogamente all’attuale IEC 61511).

In queste situazioni di Route 2H, è richiesto un HFT minore:

a) 2 per SIL 4

b) 1 per SIL 3

c) 0 per SIL 2

d) 0 per SIL 1

Inoltre, i componenti a bassa complessità tipo A, sono considerati ”proven in use” se la

quantificazione dei guasti hardware casuali sono stati:

a) rilevati dall’utilizzo in campo in similari applicazioni di processo e ambientali;

b) elaborati statisticamente secondo norme Internazionali IEC 20300-3-2 o ISO 14224;

c) valutati in accordo alle quantità di dati di ritorno dall’utilizzazione, da test e da giudizi.

 

Requisiti normativi del manuale di sicurezza (Parti 2 e 3)

Il manuale di sicurezza deve definire gli attributi di ogni componente dei sottosistemi di

sicurezza, i vincoli HW e SW che l’integratore deve considerare e le proprietà principali, le

caratteristiche funzionali ed i comportamenti in caso di guasto.

Il manuale è ora normativo sia per HW e SW (rispettivamente allegati D della parte 2 e 3),

e deve contenere almeno i seguenti elementi:

a) la specifica funzionale delle funzioni realizzate;

b) l’identificazione dell’HW e SW per consentire l’integrazione;

c) le istruzioni ed i vincoli da rispettare per evitare guasti sistematici.

Poi per ogni funzione si deve almeno specificare:

• i modi di guasto casuali della funzione (rilevati e non rilevati dalla diagnostica);

• i tassi di guasto relativi (rilevati e non rilevati dalla diagnostica);

• i requisiti e gli intervalli della diagnostica;

• gli stati delle uscite in caso di guasto;

• la configurazione HW (& SW);

• la fault tolerance HW (& SW);

• la classificazione in tipo A e tipo B;

• la configurazione raccomandata;

• le istruzioni per l’installazione;

• ecc.

 

 

Altri dettagli sulle altre Parti della IEC 61508:2010

La parte 4 “Termini e Definizioni” introduce i concetti di element safety function, overall

safety function, systematic capability, ecc.

 

Nella parte 5 “Esempi di metodi per la determinazione del SIL” sono state estesi gli esempi di metodologie di determinazione del SIL.

 

Nella parte 6 “Linee guida di applicazione della IEC 61508-2 &I EC 61508-3” sono state

riportate maggiori informazioni sul calcolo della probabilità e miglior descrizione sulle

tecniche di modellazione probabilistica: Reliability block, Fault tree, Markov, ecc.

Infine, è stata aggiornata la parte 7 ”Bibliografia”.

 

Conclusioni

Si tratta, dunque, di una revisione sostanziale della prima edizione della norma : le novità riguardano da un lato, metodologie alternative per la determinazione della tolleranza ai guasti hardware HFT (Route 2H, già contemplata in qualche maniera anche dalla IEC 61511:2003 rivolta alla sicurezza funzionale nell’industria di processo) e dall’altro lato, le richieste normative essenzialmente per la competenza e indipendenza del personale che conduce la valutazione della sicurezza funzionale e per la redazione del manuale di sicurezza. Pertanto si può ritenere che la nuova edizione 2 della IEC 61508:2010 avrà un l’impatto industriale favorevole, sia per la maggiore facilità di interpretazione e la

maggiore generalità e completezza, sia perché in applicazioni che prevedono funzioni strumentate di sicurezza SIF, realizzate con componenti provati e/o utilizzati precedentemente, si può avere un credito di ridondanza rispetto a SIF realizzate con componenti con ratei di guasto non documentati.

Sebbene le novità introdotte dalla nuova norma basilare sulla sicurezza funzionale IEC 61508:2010 non siano sostanziali per l’esperto, per il neofita che si avvicina alla sicurezza funzionale nell’industria di processo sono abbastanza rilevanti, perché dovendo seguire la norma specifica sull’industria di processo IEC 61511:2003 che fa spesso riferimenti trasversali con la IEC 61508, talvolta con corpo normativo articolato in ben 10 parti si potrebbe anche smarrire.

Per questo motivo il CEI ha messo a calendario un corso sui sistemi strumenti di sicurezza SIS, che partendo dalla linea guida nazionale di applicazione della IEC 61511, delinea una corretta implementazione della IEC 61511 e degli articoli normativi di riferimento trasversali della IEC 61508: ciò con esempi applicativi di determinazione dei livelli di integrità di sicurezza SIL, attraverso un pratica modellistica consolidata mediante i grafici e le matrici di rischio, al fine di far rientrare il processo entro i limiti di rischio consentiti dalla regolamentazione legale e societaria, nei confronti dei possibili danni all’ambiente, alle persone e alle cose.

 

 

Fonte: CEI