Il principio della responsabilità del produttore per i prodotti a fine vita, è stato esteso anche al settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Il principio della responsabilità del produttore per i prodotti a fine vita, è stato così esteso anche al settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Il legislatore comunitario ha dettato una serie di misure volte a ridurre il volume dei rifiuti da smaltire e ad instaurare sistemi di raccolta e trattamento a livello nazionale, migliorando al contempo le "prestazioni ambientali" degli operatori che intervengono nel ciclo di vita delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Un ruolo preminente, a tal fine, è assegnato ai produttori.
Il provvedimento, ha dichiarato il Ministro dell'ambiente, si è reso necessario a causa del notevole incremento della quantità di rifiuti elettrici ed elettronici registrato in questi anni e dei relativi rischi che uno scorretto smaltimento di tali rifiuti potrebbe creare per la salute dei cittadini e per l'ambiente. Sei sono le principali finalità del provvedimento:
- prevenire la produzione di rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche;
- garantire la realizzazione di un sistema di raccolta differenziata, recupero e riciclaggio di questi rifiuti; favorire la progettazione di nuove apparecchiature che facilitino il riuso, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti da esse prodotte;
- vietare l'utilizzo di sostanze pericolose come mercurio, piombo, cadmio, cromo, Pbb ecc;
- realizzare sistemi di trattamento, recupero e smaltimento finale di questi rifiuti finanziati essenzialmente dai produttori delle apparecchiature;
- marchiare tutte le apparecchiature con un simbolo che indichi ai cittadini la necessità della raccolta differenziata.
Per garantire il corretto funzionamento, sia dal punto di vista finanziario che organizzativo, dei sistemi di gestione e smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici, il decreto prevede l'istituzione, presso il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, di un Comitato di vigilanza e di controllo e l'istituzione di un Registro nazionale dei soggetti obbligati allo smaltimento di questo tipo di rifiuti. Per chi non ottempera alla disposizione del decreto sono previste sanzioni "salate" fino a 100.000 euro.
Il Servizio Ambiente di ANIE, Federazione Nazionale delle Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche, ha sviluppato un primo documento di Linee Guida per orientare il lettore in questa difficile normativa i cui lavori, a livello nazionale ed europeo, sono ancora lontani dall'essere conclusi.
Nel Documento di Linee Guida disponibile per il download sul sito www.anie.it è stato inserito il testo della direttiva 2003/118/CE che modifica la Direttiva RAEE per quanto riguarda la gestione del finanziamento e la fornitura di garanzie dei rifiuti di origine professionale, non presente nella versione cartacea distribuita in occasione del convegno RAEE_05.
Direttive e consorzio Ecoqual'It
Le Direttive RAEE e RoHS sui rifiuti tecnologici impongono ai produttori/importatori/assemblatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche di istituire, a partire dal 13 agosto 2005, adeguati sistemi di gestione (raccolta, trattamento, smaltimento) dei rifiuti di tali apparecchiature dismesse (i RAEE), con conseguenti oneri economici e vincoli di legge.
Per consentire ai propri soci di poter disporre dello strumento operativo collettivo di gestione dei RAEE previsto dalle Direttive europee e dalla legislazione italiana in corso di definizione, il Consorzio Ecoqual'It (Consorzio nazionale qualità, uso, smaltimento apparecchiature It) ha realizzato EcoR'It Sistema consortile per la gestione dei rifiuti elettronici di nuclei domestici e professionali.
Hanno già aderito ad EcoR'It i maggiori player del settore Information Technology, tra cui Brother Office Equipment, Canon Italia, Epson Italia, Fujitsu Italia, Lanier Italia, Lexmark International, Nec Computers Italia, Nrg Italia, Oki Systems, Ricoh Italia, TallyGenicom, Toshiba Tec Italia, Toshiba Europe, Sede secondaria in Italia.
Grazie a questo progetto," ha dichiarato Giulio Rentocchini, presidente del Consorzio Ecoqual'It, "gli aderenti a EcoR'It, si propongono quali "soggetti responsabili" agli effetti e per le conseguenze delle Direttive RAEE e RoHS sui produttori, mettendo in moto da subito un progetto pilota che fornirà tutti gli elementi per poter far partire il sistema operativo rispettando le tempistiche di legge."
La prima Direttiva RAEE o Weee (Waste Electrical and Electronic Equipment) riguarda lo smaltimento di tutte le attrezzature elettriche ed elettroniche utilizzate dai consumatori ed attualmente non trattate prima di essere destinate agli inceneritori o collocate a discarica, dai frigoriferi alle lavatrici, agli asciugacapelli, TV, video, ecc., oltre ad un'ampia gamma di attrezzature elettriche ed elettroniche utilizzate a livello professionale quali le attrezzature per le telecomunicazioni e la tecnologia dell'informazione (PC e affini), attualmente non riciclate in misura sufficiente.
Per i proprietari, sia privati che aziende, la rottamazione non avrà alcun costo, se non quello di portare il "rifiuto elettrico" in determinati punti di raccolta. L'incombenza economica del ciclo di "fine vita" degli apparecchi ricadrà sui produttori. Naturalmente per garantire il disinquinamento e un adeguato riciclaggio di tali rifiuti sarà necessario organizzare la raccolta in maniera differenziata di questi materiali elettrici usati.
La direttiva prevede che i produttori (in specifico di elettrodomestici, apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni, apparecchiature di consumo e d'illuminazione, strumenti elettrici ed elettronici, giocattoli e apparecchiature per lo sport e il tempo libero, apparecchiature mediche strumenti di monitoraggio e di controllo, distributori automatici) prelevino i rifiuti dagli appositi impianti di raccolta, e li trasportino a impianti di trattamento certificati che effettuino l'ulteriore trattamento previsto in base alle norme della direttiva.
La Commissione propone un tasso ottimale di raccolta, non vincolante per gli Stati membri, pari a 4 chilogrammi annui pro capite da ciascun nucleo domestico. Il trattamento dei rifiuti prevede percentuali minime di recupero che variano tra il 60 e il 90% a seconda del tipo di prodotti. L'obiettivo è quello di incrementare i tassi di recupero e di riciclaggio, allo scopo di allentare la pressione sulle discariche e ridurre l'inquinamento.
La seconda direttiva RoHS riguarda il divieto, a partire dal luglio 2006, dell'uso di determinate sostanze tossiche e pericolose, tra cui piombo, cadmio, mercurio, nelle attrezzature elettriche ed elettroniche. Inoltre due tipi di ignifughi, i bifenili polibromurati (PBB) e gli eteri di difenile polibromurati (PBDE) dovranno essere sostituiti.
La sostituzione del PBB e del PBDE non deve comportare un abbassamento delle norme in materia di sicurezza antincendio. La direttiva prevede pertanto deroghe dal requisito di sostituzione nei casi in cui questa non sia praticabile.
I prodotti che ricadono nelle due direttive
Direttiva RAEE (o WEEE in inglese)
La Direttiva RAEE recepita in Italia con il Dlgs 25/07/2005 n.151 regolamenta lo smaltimento dei rifiuti elettrotecnici ed elettronici e si applica ai prodotti finiti di bassa tensione elencati nelle categorie dell'allegato 1A del testo di legge.
Tutti i prodotti che fanno capo ai produttori aderenti alla Associazione ENERGIA, federata ANIE, tra cui motori elettrici, trasformatori, condensatori, interruttori, relè ed apparecchiature di manovra, sistemi fotovoltaici e quadri elettrici, non ricadono nel campo di applicazione della Direttiva RAEE.
Motori elettrici, trasformatori, condensatori, interruttori, relè ed apparecchiature di manovra sono esclusi perché non sono considerati "prodotti finiti", ai sensi della definizione di "prodotto finito" data nel Documento di Domande Frequenti della Commissione Europea, ma componenti destinati a diventare parti di altre apparecchiature.
I sistemi fotovoltaici invece, sono esclusi perché si tratta di istallazioni fisse, escluse dal campo di applicazione della Direttiva stessa. Discorso analogo anche per i quadri elettrici, la cui esclusione è stata frutto dell'intenso lavoro del Servizio Centrale Ambiente ANIE degli ultimi mesi che ha permesso un chiarimento oramai condiviso e definitivo anche a livello internazionale.
Direttiva RoHS
La Direttiva RoHS, recepita con lo stesso Dlgs 151, regolamenta la restrizione dell'uso di alcune sostanze pericolose nelle apparecchiature elettrotecniche ed elettroniche; si applica ai prodotti che ricadono nel campo di applicazione della Direttiva RAEE, con alcune eccezioni. La Direttiva prevede che tali prodotti e tutti i loro componenti non debbano contenere le sostanze pericolose indicate nell'articolo 4, ad eccezione delle applicazioni elencate nell'allegato 1A.
Tutti i prodotti che fanno capo ai produttori presenti in Associazione ENERGIA, federata ANIE, tra cui motori elettrici, trasformatori, condensatori, interruttori, relè ed apparecchiature di manovra, sistemi fotovoltaici e quadri elettrici, non ricadendo nel campo di applicazione della Direttiva RAEE non ricadono neanche nel campo della Direttiva RoHS.
Fanno eccezione a questa regola generale i prodotti che sono destinati a diventare parte di prodotti finiti che ricadono nel campo di applicazione della Direttiva RAEE (alcuni esempi non esaustivi: motori elettrici, trasformatori e condensatori per lavatrici, frigoriferi, distributori automatici, impianti di illuminazione, etc..).
Il Servizio Centrale Ambiente ANIE ha collaborato con il Governo italiano per la stesura del Decreto di recepimento delle direttive e ha fornito un decisivo contributo alla stesura della guida ORGALIME, di prossima pubblicazione, sull'interpretazione delle direttive RAEE e RoHS.
Art. 4
1 - Al fine di promuovere il reimpiego, il riciclaggio e le altre forme di recupero dei RAEE, in modo da ridurne la quantità da avviare allo smaltimento, il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministero delle attività produttive, aadotta misure dirette a favorire ed incentivare, da parte dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche, l'impiego di modalità di progettazione e di fabbricazione di dette apparecchiature che agevolano lo smontaggio, il recupero e, in particolare, il reimpiego edil riciclaggio dei RAEE e dei loro componenti e materiali, salvo nei casi in cui i diversi processi di fabbricazione utilizzati o i prodotti ottenuti presentino altri vantaggi di primaria importanza, quali un minor impatto ambientale in fase produttiva o di utilizzo, un minor consumo energetico o superiori livelli di sicurezza.
2 - Per le finalità di cui al comma q, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con i Ministeri delle attività produttive e dell'economia e delle finanze, individuano e promuovono politiche di sostegno e di incentivazione, nei limiti degli ordinari stanziamenti di bilancio previsti per gli scopi di cui al comma 1.
Allegato 1 A
Categorie di apparecchiature elettriche ed elettroniche rientranti nel campo di applicazione del presente decreto
- Grandi elettrodomestici
- Piccoli elettrodomestici
- Apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni
- Apparecchiature di consumo
- Apparecchiature di illuminazione
- Strumenti elettrici ed elettronici (ad eccezione degli utensili industriali fissi di grandi dimensioni)
- Giocattoli e apparecchiature per lo sport e per il tempo libero
- Dispositivi medici (ad eccezione di tutti i prodotti impiantati e infettati)
- Strumenti di monitoraggio e controllo
- Distributori automatici


