Norma Cei EN 62305-2

Pubblicato: 26 settembre 2012 Categoria: Altro

La parte 2 della norma europea è relativa alla valutazione del rischio dovuto ai fulmini a terra in una struttura od in un servizio.

Esistono alcune importanti novità rispetto alla precedente normativa.
La prima e più significativa riguarda la procedura semplificata prima prevista dalla norma Cei 81-1, non più prevista.
In altre parole, secondo la norma, per la valutazione del rischio dovuto ai fulmini a terra in una struttura od in un servizio, si applica sempre la procedura completa basata sul calcolo delle componenti di rischio, così come indicava anche la norma Cei 81-4 “Protezioni delle strutture contro i fulmini. Valutazione del rischio dovuto al fulmine”.

Un’altra novità riguarda gli impianti sensibili.
Nella vecchia norma si distinguevano le strutture con impianti sensibili da quelle con impianti non sensibili.
Per gli impianti sensibili alle sovratensioni si era obbligati ad eseguire il calcolo della componente M, la componente, cioè, che generava sovratensioni indotte dovute al fulmine vicino alla struttura e non la struttura stessa.
In questa edizione scompare, invece la distinzione tra impianti sensibili ed impianti ordinari: diventano tutti impianti sensibili.

Nella vecchia norma, poi, i luoghi con pericolo di esplosione erano soltanto i luoghi di classe 0, secondo quanto definito dalla norma Cei 64-2.
Nella nuova norma vengono inserite nei luoghi di classe 0 sia le zone 0 relative ai gas, sia le zone 20 relative alla presenza di polveri.

Come si è detto, scopo della parte 2 della norma Cei EN 62305 è di fornire la procedura per la determinazione del rischio dovuto a fulmini a terra in una struttura od in un servizio.
Una volta che sia stato stabilito un limite superiore per il rischio tollerabile, questa procedura permette la scelta di appropriate misure di protezione da adottare per ridurre il rischio al limite tollerabile od a valori inferiori.

Quali sono, allora, le componenti di rischio?
La norma considera tre pericoli:
- componente V, incendio per fulminazione diretta di una linea di segnale;
- componente U (nuova), morte di persone per tensioni di contatto;
- componente W (nuova), danni alle apparecchiature elettriche ed elettroniche per fulminazione diretta di una linea di segnale e/o di potenza.

Nella tabella 1 sono riassunte le componenti di rischio.
Il significato delle componenti di rischio è:
- componenti di rischio per una struttura dovute alla fulminazione diretta della struttura:
RA - componente relativa ai danni ad esseri viventi dovuti a tensioni di contato e di passo in zone fino a 3 m all’esterno della struttura. RB - componente relativa ai danni materiali causati da scariche pericolose all’interno della struttura che innescano l’incendio e l’esplosione e che possono anche essere pericolose per l’ambiente.
RC - componente relativa al guasto di impianti interni causata dal lemp (lightning electromagnetic impulse - impulso del fulmine: effetti elettromagnetici della corrente di fulmine)

- componente di rischio per una struttura dovuta a fulminazione in prossimità della struttura:
RM - componente relativa al guasto di impianti interni causata dal lemp

- componente di rischio per una struttura dovuta a fulminazione diretta di un servizio connesso alla struttura:

RU - componente relativa ai danni ad esseri viventi dovuti a tensioni di contatto all’interno della struttura dovute alla corrente di fulmine iniettata nella linea entrante nella struttura
RV - componente relativa ai danni materiali (incendio o esplosione innescati da scariche pericolose fra installazioni esterne e parti metalliche, generalmente nel punto d’ingresso della linea nella struttura) dovuti alla corrente di fulmine trasmessa attraverso il servizio entrante
RW - componente relativa al guasto di impianti interni causata da sovratensioni indotte sulla linea e trasmesse alla struttura

- componente di rischio per una struttura dovuta a fulminazione in prossimità di un servizio connesso alla struttura:
RZ - componente relativa al guasto di impianti interni causata da sovratensioni indotte sulla linea e trasmesse alla struttura.

Altro concetto introdotto dalla Norma è la possibilità (non l’obbligo) di suddividere la struttura in zone.
Ciò permette di valutare per ciascuna zona Zs una diversa componente di rischio ed è estremamente utile laddove sussistano, in una stessa struttura, zone molto diverse tra loro (diverso carico di incendio).
In questo modo il rischio totale R della struttura sarà la somma delle componenti di rischio relative alle Zone Zs della struttura.

Per quello che riguarda l’area di raccolta non ci sono delle grandissime novità rispetto alla vecchia normativa.
Una delle modifiche riguarda il coefficiente ambientale C della struttura ora denominato coefficiente di posizione Cd che, nel caso di una struttura situata intorno ad altre strutture di altezza uguale passa da 0,25 a 0,5 (l’area di raccolta diventa più grossa).
Oltre al coefficiente di posizione cambia anche l’area di raccolta per la fulminazione a terra vicino alla linea, il cui raggio passa da 500 m intorno alla struttura, a 250 m.

Tabella 1 - Le componenti del rischio
Sorgenti di danno
Fulminazione diretta della struttura S1
Fulminazione indiretta della struttura S2
Fulminazione diretta della linea entrante S3
Fulminazione indiretta della linea entrante S4
Norma CEI EN 62305-2
RA
RB
RC
RM
RU
RV
RW
RZ
Norma CEI 81-4
H
A
D
M
-
C
-
G

Tabella 2 - Coefficiente di posizione Cd

Ubicazione relativa
Cd
Oggetto circondato da oggetti di altezza più elevata o da alberi
0,25
Oggetto circondato da oggetti o da alberi di altezza uguale o inferiore
0,5
Oggetto isolato: nessun altro oggetto nelle vicinanze
1
Oggetto isolato sulla cima di una collina o di una montagna
2