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Le regole per una corretta ventilazione

Pubblicato: 28 novembre 2012 Categoria: Altro
Le regole per una corretta ventilazione

La ventilazione degli ambienti è in molti casi un’esigenza irrinunciabile.
La necessità di averla si presenta fondamentalmente in due casi:
per migliorare il microclima quando la temperatura dei locali è eccessiva e non si ritiene conveniente il condizionamento e quando sia necessario ridurre il livello d’inquinamento dell’aria nell’ambiente di vita o di lavoro.

Nel primo caso sappiamo che il corpo produce calore in quantità variabile in dipendenza del tipo di attività; per esempio, durante il sonno produciamo circa 80 kCal/h, nei normali lavori d’ufficio ne produciamo circa 100, per arrivare a 200 nei lavori pesanti.
Tale calore deve essere trasmesso all’esterno e la trasmissione è influenzata dalla differenza di temperatura con l’esterno per cui con il caldo, riducendosi la differenza, la trasmissione si riduce e, di conseguenza, si suda, si ha un dispendio di energia e senso quindi di stanchezza: diventa allora necessario aiutare lo scambio termico.

Nel secondo caso ricordiamo che l’aria si inquina sia per l’azione del metabolismo e per la traspirazione, sia per la presenza di vapori (per esempio in ambiente domestico), con liberazione nell’ambiente di acido acetico, isobutirrico, valerianico, butirrato di etile eccetera.

In entrambi i casi, ovviamente, il problema assume aspetti più importanti e densi di implicazioni se si tratta di ambienti di lavoro perché intervengono molte leggi e norme a regolarlo.
Si tratta in particolare del d.lgs 626/94, del dpr 303/56 e delle norme Uni 10339 e 8852 le cui prescrizioni sono state recepite nelle “Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati”, oggetto dell’accordo tra il Ministero della salute, le regioni e le province autonome del 27 settembre 2001.

In esse, infatti, il datore di lavoro è obbligato a garantire una corretta ventilazione dei locali di lavoro, in relazione ai metodi di lavoro e agli sforzi richiesti ai lavoratori, provvedendo, se necessario, a installare idonei sistemi di ventilazione forzata.
Il sistema di ventilazione deve essere tale da assicurare ricambi d’aria adeguati all’attività svolta, alle esigenze di sforzo fisico e alle condizioni ambientali.
In particolare occorre garantire 11 l/sec/persona negli uffici e 25 m³/h nelle attività artigianali o industriali leggere, con l’avvertenza che la velocità dell’aria deve essere inferiore a 0,2 m/sec negli uffici e a 0,15 m/sec nelle generiche attività industriali e artigianali.

Dove poi si usano agenti chimici pericolosi o esistono concreti rischi di contaminazione occorre installare sistemi di aspirazione localizzati progettati da personale competente e tali da garantire che il flusso di agenti chimici pericolosi non attraversi il sistema respiratorio dei lavoratori.
Per raggiungere questo risultato l’estrazione va realizzata nelle immediate vicinanze del luogo dove i fumi si producono e occorre verificare il corretto dimensionamento degli estrattori in cui la velocità dell’aria del flusso di cattura non deve essere mai inferiore a 0,5 m/sec.
Le norme precisano inoltre che, se viene utilizzato un sistema di estrazione dell’aria, esso va mantenuto sempre funzionante e ogni eventuale guasto deve essere segnalato da un sistema di controllo.