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Interruzione automatica dell’alimentazione e messa a terra

Pubblicato: 27 gennaio 2012 Categoria: Guide e approfondimenti
Interruzione automatica dell’alimentazione e messa a terra
Sistemi TT

Il sistema TT prevede una protezione da realizzarsi secondo le prescrizioni generali fornite dalla norma CEI 64-8 che prevedono una protezione di tipo differenziale coordinata con opportuno impianto di messa a terra. Tutte le masse dell’impianto di illuminazione dovranno essere connesse allo stesso impianto di terra mediante un conduttore di protezione.

Non è ammesso collegare singolarmente a terra i pali protetti da uno stesso interruttore differenziale (da notare che la vecchia norma prevedeva la possibilità di collegare a terra ogni palo con un dispersore a picchetto indipendente) e il dispositivo di interruzione automatica (quasi sempre un interruttore differenziale) dovrà soddisfare la nota relazione RA • Idn ≤ 50 V(fig. 9) .

Se i cavi di alimentazione, come spesso accade, sono a posa interrata i pali possono essere agevolmente collegati fra loro mediante una semplice corda di rame nuda di sezione uguale o maggiore a 35 mm2 oppure mediante un piatto di acciaio zincato di sezione pari a 50 mm2 (fig. 10).

Per migliorare le caratteristiche complessive del dispersore è possibile sfruttare quale dispersore di fatto la parte interrata del palo collegandolo alla corda nuda interrata (fig. 11).

Naturalmente è sempre possibile, anche se poco pratico, collegare a terra ogni palo con singoli picchetti purché interconnessi fra di loro a costituire un unico impianto di terra (fig. 12).


Sistemi TN

L’impianto di illuminazione può essere alimentato da propria cabina con sistema di tipo TN.

L’impianto di terra è unico sia per il centro stella del trasformatore sia per le masse dell’impianto e della cabina e l’impedenza dell’anello di guasto deve soddisfare la condizione Ia < U0/ Zs. Non sono più indispensabili gli interruttori differenziali e la corrente Ia è la corrente che provoca l’intervento del dispositivo di protezione (generalmente un interruttore magnetotermico o un fusibile) in 0,4 s (in alcuni casi come nei circuiti di distribuzione la norma dilata i tempi a 5 s).

Ovviamente se si utilizzano interruttori differenziali la Ia coincide con la Idn. U0 è la tensione nominale verso terra dell’impianto e Zs è l’impedenza dell’anello di guasto determinata al centro luminoso più lontano.

Devono essere inoltre rispettate le prescrizioni indicate dalla Norma CEI 11-1 per un guasto a terra sul lato alta tensione. Se i centri luminosi si trovano fuori della zona equipotenziale, ovvero se gli stessi si trovano in una zona del terreno che presenta un potenziale quasi nullo, un guasto sulla media potrebbe introdurre sui pali una tensione di contatto a vuoto tendente alla tensione totale di terra. Si rende necessaria in tal caso la misura delle tensioni di contatto (UT) per verificare che non sia superata la tensione di contatto ammissibile (UTP) relativamente ai tempi di interruzione indicati dal distributore.


Fig. 9
Non è ammesso collegare a terra separatamente ogni palo protetto dallo stesso interruttore differenziale perché un doppio guasto in successione, prima sul neutro del primo palo e poi sulla fase del secondo palo, potrebbe non essere rilevato dal dispositivo differenziale: un guasto sul neutro del primo palo non determina generalmente l’intervento dell’interruttore differenziale e consecutivamente un guasto sulla fase del secondo palo può dar luogo a tensioni pericolose sulle masse perché il dispositivo differenziale rileva una corrente I2-I1 che potrebbe non essere sufficiente a farlo intervenire.

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Allegati scaricabili
Guida agli impianti di illuminazione esterna


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