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Contatore elettronico e montanti

Pubblicato: 21 marzo 2005 Categoria: Altro
Contatore elettronico e montanti
Come sappiamo la Norma CEI 64-8 consente di omettere l’installazione della protezione alla base del montante (tronco di conduttore, a percorso generalmente verticale, che collega il punto di misura e consegna dell’energia all’impianto utilizzatore con il suo primo quadro) se si verificano insieme tre condizioni:

  1. sia presente ed accessibile all’utente l’interruttore automatico del distributore di energia elettrica e tale interruttore automatico sia conforme ai requisiti della Sezione 434 (protezione contro le correnti di cortocircuito);
  2. le protezioni installate in corrispondenza dell’entrata del montante nell’unità immobiliare siano atte a proteggere contro i sovraccarichi il montante stesso;
  3. il montante sia costruito in modo da rendere minimo il rischio di cortocircuiti. Questa condizione richiede tra l’altro un’adeguata protezione meccanica, termica e contro l’umidità.

Queste condizioni sono normalmente ritenute valide solamente nel caso di montanti che collegano organi di misura centralizzati alle rispettive unità immobiliari. In tutti i casi, infatti, la norma ritiene idonea la protezione del montante per mezzo di un dispositivo, installato subito a valle dell’organo di misura e consegna, atto a garantire le protezioni contro i cortocircuiti e contro i sovraccarichi.

L’omissione della posa di questo dispositivo è ritenuta dal normatore condizione valida ad assicurare la protezione dei montanti nel caso di unità immobiliari i cui organi di misura risultano centralizzati.

Questo anche in difetto del fatto che detto dispositivo, idoneo anche come organo di sezionamento, sia installato dal distributore con il solo scopo di limitare la potenza a disposizione dell’utente (potenza contrattuale) e, quindi, il distributore non è tenuto a garantirne l’efficienza.

Si tratta, però, di una semplificazione che il normatore assume a garanzia della protezione del montante. Altra cosa è, infatti, non installare alcuna protezione (compresa quella differenziale) affidandosi unicamente all’efficienza del “limitatore” del distributore il quale, come nel caso del contatore elettronico, può decidere di modificarlo o, addirittura, non installarlo.

Questo argomento, più importante del problema dello scatto per supero della potenza prelevata di cui ci siamo occupati nella prima parte dell’articolo, coinvolge quindi la sicurezza di una parte dell’impianto utente. Evidentemente occorre verificare se questa omissione normativa vada ancora bene.

La risposta è ancora una volta sì. Lo dimostrano molti articoli pubblicati sull’argomento, anche dal nostro giornale, e lo conferma la stessa Norma CEI 64-8 dalla cui quinta edizione del maggio 2003 abbiamo ripreso le definizioni. Il problema non è allora verificare se il nuovo limitatore (con In = 63 A) protegga o no il montante dai cortocircuiti. Il problema, ben più grave è un altro: ci sono troppi alloggi in cui il limitatore è l’unico dispositivo di protezione installato a protezione dell’impianto elettrico. In altre parole, questi utenti continuano ad affidare la protezione contro i contatti indiretti e contro le sovracorrenti a questo dispositivo, commettendo da sempre un gravissimo errore sia dal punto normativo sia dal punto di vista della sicurezza.

Ancora. Se è vero, infatti, che la Norma CEI 64-8 consente lo sconto e quindi l’omissione dell’installazione della protezione di un dispositivo alla base del montante (condizione sempre obbligatoria), ciò non giustifica non proteggere le altre derivazioni quali cantina e/o box o affidargli ruoli che non ha (protezione contro i contatti indiretti).

Oltre alle tre condizioni citate (per la protezione dei montanti) forse è bene ricordare che la protezione contro i contatti indiretti si ottiene quando l’impianto di terra e la protezione sono coordinate secondo la seguente formula:

RA • Ia ≤ 50

Dove:
RA è la somma delle resistenze del dispersore e dei conduttori di protezione delle masse, in Ohm;
Ia è la corrente che provoca il funzionamento automatico del dispositivo di protezione, in Ampere. Quando il dispositivo di protezione è un dispositivo di protezione a corrente differenziale, Ia è la corrente nominale differenziale Idn.

Quando il dispositivo di protezione è un dispositivo di protezione contro le sovracorrenti, esso deve essere:

  • un dispositivo avente una caratteristica di funzionamento a tempo inverso, ed in questo caso Ia deve essere la corrente che ne provoca il funzionamento automatico entro 5 secondi oppure
  • un dispositivo con caratteristica di funzionamento a scatto istantaneo ed in questo caso Ia deve essere la corrente di intervento che ne provoca l’intervento istantaneo (articolo 413.1.4.2)
Nel caso di dispositivi differenziali, la RA ha un valore sempre verificato (≤ 1.667 Ω); nel caso di dispositivi di protezione con caratteristica di funzionamento a tempo inverso (secondo la curva caratteristica), i valori di Ia sono tali (anche nel caso di protezioni con In = 16 A), per cui il valore della RA assume sempre valori inferiori all’Ohm, rendendo praticamente difficile la verifica della formula.

Non a caso lo stesso legislatore (Legge 5 marzo 1990, n. 46) ha abbondantemente ribadito la necessità di installare gli interruttori differenziali ad alta sensibilità. Verrebbe allora da domandarsi il perché dei tanto chiacchierati “guai” del caro contatore elettronico. Di certo è che questo contatore continua ad attirare a sè stupore condito con una notevole quantità di critiche. Il motivo è che, per la prima volta da quando è stato inventato il contatore, stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione tecnologica tanto che nessun altro distributore aveva ancora intentato una simile impresa.

Alcuni “esperimenti” all’estero ci sono stati, nessuno però è approdato ad una scelta così radicale come quella affrontata dal management dell’ex monopolista italiano, scelte certamente condizionate anche dall’ormai inarrestabile cammino verso la completa liberalizzazione del mercato elettrico italiano ed europeo dei settori domestici e non.

Ecco perché, come accennato, è quasi scontato che il contatore elettronico si porti con sé una certa dose di scetticismo e di sfiducia. Molti, poi, sono rimasti sì incuriositi da questa novità, ma al tempo stesso si domandano come possa funzionare, radicati da un’esperienza pluridecennale del vecchio e caro contatore elettromeccanico, che rassicurava e trovava certezze nelle nostre conoscenze di elettrotecnica e di misure elettriche: campi magnetici, perdite, errori di misura... insomma tutta l’esperienza maturata in tanti anni di studio.

Con l’elettronica tutto sembra banalizzarsi. Invece scopriamo che alla semplicità d’uso e di costruzione, alla miniaturizzazione, si uniscono nuove funzionalità come, ad esempio, la più facile gestione delle letture orarie o remote, la telegestione ecc... Si possono memorizzare i dati dei consumi e si può interagire con l’impianto elettrico sotteso (limitazione, lettura, disalimentazione, variazione delle potenze contrattuali, autodiagnosi) senza doversi recare necessariamente nel punto di installazione del misuratore.

Tra l’altro, per il cliente finale, il nuovo misuratore consente di eliminare l’attuale sistema di fatturazione fatto di acconti su consumi che sono conguagliati una volta l’anno, oltre a nuove possibili soluzioni di contratti a tariffa multioraria o bioraria, con tariffe differenti per prelievi di energia in ore differenti (come ad esempio il giorno e la notte, il week-end o i giorni festivi). E dopo tanta “propaganda” al nuovo contatore elettronico, non ci resta che sperare di aver fugato tutti i primi dubbi che questa sostituzione ha portato con sé.


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