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Alimentazione idrica di tipo ordinario con fornitura elettrica BT

Pubblicato: 21 luglio 2012 Categoria: Guide e approfondimenti
Alimentazione idrica di tipo ordinario con fornitura elettrica BT
I circuiti di alimentazione delle pompe antincendio costituiscono un servizio di sicurezza con sorgente centralizzata, e per questo devono essere indipendenti da quelli di altri circuiti. Il motivo è legato al fatto che guasti o interventi sul circuito ordinario non vadano ad intaccare il funzionamento degli impianti di sicurezza. Questo può essere ottenuto nei seguenti modi alternativi:
  • Usare canalizzazioni, cassette di derivazione, involucri, completamente separate da quelle dell’alimentazione ordinaria, al limite seguendo anche percorsi differenti;
  • Usare le stesse canalizzazioni e cassette, ma con un setto separatore fra alimentazione ordinaria e alimentazione di sicurezza;
L’alimentazione per le elettropompe deve avvenire tramite una o più linee ad esclusivo servizio dell’impianto, collegate in modo che l’energia sia disponibile anche se tutti gli interruttori della restante rete di distribuzione sono aperti, in altre parole occorre quindi che la presa di energia per l’alimentazione dell’elettropompa sia eseguita a monte dell’interruttore generale, cioè subito a valle del gruppo di misura del distributore. E’ preferibile dedicare a ciascuna elettropompa una propria linea dedicata utilizzando quindi più linee, per evitare che un problema sulla eventuale unica linea mandi in tilt tutte le elettropompe.
Ogni interruttore sulla o sulle linee deve essere protetto contro la possibilità di apertura accidentale e deve essere adeguatamente segnalato attraverso un cartello con il seguente avviso: “Alimentazione della pompa per gli impianti antincendio. NON APRIRE L’INTERRUTTORE IN CASO DI INCENDIO”.
Per la protezione delle linee la norma UNI 9490 ammette solo l’uso di fusibili, in contrasto con quanto ammesso dalle norme CEI che ammettono, come si sa, anche altri dispositivi di protezione. In realtà la Circolare Ministero dell\'Interno n. 694/4144 del 23 aprile 1998, ha chiarito questo giallo, dichiarando esplicitamente che “gli obiettivi di sicurezza imposti dalla CEI 64-8 debbano essere rispettati anche se in disaccordo con la specifica prescrizione della UNI 9490”, dando il via libera ufficiale all’utilizzo di interruttori magnetotermici per la protezione delle linee di alimentazione delle pompe antincendio (figura 3). La nuova norma EN 12845 parla ancora di fusibili, ma di fatto l’uso consolidato di interruttori magnetotermici non dovrebbe, a buona tecnica e a buon senso, essere messa in discussione.

A proposito di protezione, è estremamente importante sottolineare che le linee di alimentazione delle pompe antincendio devono essere protette contro il cortocircuito e contro i contatti indiretti, ma allo scopo di salvaguardare il più possibile la continuità dell’alimentazione (anche a scapito della sopportazione di un possibile sovraccarico, che è sempre meglio della disalimentazione della linea) è preferibile non proteggere contro il sovraccarico. La mancata protezione può essere ottenuta utilizzando un magnetotermico col quale non sia rispettata la condizione In <= Iz. La protezione contro i cortocircuiti, che deve invece esserci, può essere realizzata con un interruttore avente uno sganciatore magnetico pari a circa 12-14 volte la corrente nominale del motore. La protezione contro i contatti indiretti, sempre nell’ottica della non interruzione del servizio di sicurezza, è preferibile ottenerla con metodi che non comportano l’interruzione automatica del circuito al primo guasto a terra. La protezione contro i contatti indiretti deve comunque essere idonea nei confronti sia dell’alimentazione ordinaria sia dell’alimentazione delle pompe, in altri termini le caratteristiche della protezione devono essere tarate in base alle condizioni più sfavorevoli, che in genere sono quelle durante le quali funziona la sorgente di sicurezza al mancare dell’alimentazione ordinaria. Le scelte migliori sono le seguenti:
  • alimentazione con sistema IT: quello che viene richiesto è un sistema IT semplificato, come detto dall’art. 413.1.5.1 della norma CEI 64-8 “quando in un sistema avente modo di collegamento a terra del tipo TT o TN, l’intervento dell’alimentazione di sicurezza e/o riserva (in isola) modifica temporaneamente il modo di collegamento a terra del neutro (neutro isolato), non è necessario applicare le prescrizioni” relative all’installazione del dispositivo di controllo dell’isolamento e alla conseguente impedenza dell’anello di guasto, “in quanto è improbabile l’insorgere, dopo un primo guasto, di un secondo guasto nel breve tempo di funzionamento dell’alimentazione di sicurezza e/o riserva”;
  • impianto a doppio isolamento: cioè realizzare tutto in classe II, quadri, apparecchiature e condutture;
  • protezione per separazione elettrica: possibile solo se l’estensione del circuito è inferiore o uguale ai 500 m;
La protezione contro i contatti indiretti attraverso l’interruzione automatica dell\'alimentazione, ovvero impiegando dispositivi differenziali, non è vietata, ma viene consigliato comunque l’uso di interruttori con Idn di norma superiore a 0,3 A, allo scopo di evitare scatti intempestivi a scapito della continuità di servizio (figura 3). In questo caso, la pompa 2 di figura è una pompa di riserva.
In un locale sorvegliato, deve essere installato un dispositivo che azioni un allarme luminoso (con lampade spia a doppio filamento o duplicate) ed acustico, nei casi di mancanza di tensione e/o mancanza di una fase (in caso di alimentazione trifase). Questo dispositivo deve avere una alimentazione indipendente, che, se ottenuta con una batteria di accumulatori deve avere una capacità sufficiente a far funzionare l’allarme per almeno 24 ore. Questa eventuale batteria deve avere una ricarica in tampone e non può essere una di quelle utilizzate per l’avviamento automatico delle eventuali motopompe.
Altre prescrizioni specificamente previste per l’alimentazione dei servizi di sicurezza, e che quindi vanno seguite, sono le seguenti:
  • I circuiti di sicurezza non devono mai attraversare luoghi con pericolo di esplosione. Questo divieto impone di non creare percorsi per i cavi che, per giungere al luogo da proteggere, passino attraverso luoghi con pericolo di esplosione. Questo non vieta che un servizio di sicurezza venga installato in un luogo con pericolo di esplosione, ma vieta solo l’eventuale attraversamento, considerandolo evidentemente pericoloso per la continuità del circuito di sicurezza;
  • I circuiti di sicurezza non devono attraversare luoghi con pericolo di incendio (intendendo con questi gli ambienti aventi strutture portanti combustibili e gli ambienti con presenza di materiale infiammabile o combustibile), a meno che non vengano utilizzati cavi resistenti al fuoco. Anche qui il divieto è solo sull’attraversamento e non sul luogo stesso da proteggere, perché se così fosse sarebbero impedite le installazioni di sicurezza nei locali con pericolo di incendio.
    La resistenza al fuoco dei cavi la si può ottenere per caratteristiche intrinseche (es cavi ad isolamento minerale rispondenti alla norma CEI 20-39, cavi multipolari resistenti al fuoco rispondenti alla norma CEI 20-36, o cavi con mescola elastomerica tipo FTG10(O)M1 0,6/1 kV rispondenti alla norma CEI 20-45), oppure la si può ottenere per caratteristiche di posa (es. cavo comune H07V-K incassato nella muratura di almeno 13 o 20 cm nei casi di mattoni pieni o forati). Anche se, come si è visto, non esiste un divieto assoluto, la norma CEI 64-8, raccomanda comunque di evitare di far passare i circuiti di sicurezza nei luoghi con pericolo di incendio;


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