
Vista la particolarità dell’ambiente, diventa di primaria necessità la protezione meccanica (contro schiacciamenti, abrasioni, tagli, etc.) delle condutture. Se le condutture sono accessibili occorre prevedere per esse una idonea protezione meccanica oppure si può ricorrere all’uso di cavi armati. In alternativa è possibile rendere le condutture inaccessibili attraverso una di queste tre soluzioni: distanziamento, posa aerea, posa interrata.
Condutture accessibili
Tipici esempi di condutture da proteggere sono le seguenti:
- Le condutture accessibili a bordo delle tribune metalliche per l’alimentazione di vari utilizzatori (apparecchi di illuminazione, regie televisive, postazioni giornalisti, altoparlanti, etc.). Tra queste, non sembrano rientrare le condutture posate sotto le tribune qualora rese sicuramente inaccessibili al pubblico (vedi figura)
- Le condutture di collegamento tra il palco e la regia luci/audio/scene in zona pubblico (sala di un teatro, area attività sportiva nei palazzi dello sport, stadi o spazi all’aperto utilizzati per le grandi manifestazioni, etc.) per le quali la protezione meccanica deve essere in grado di garantire la conduttura dal calpestio.
Il primo tipo di soluzione proposta, quella del distanziamento, trae vigore normativo dalla norma CEI 64-15 “Impianti elettrici negli edifici pregevoli per rilevanza storica e/o artistica”, dove viene detto che per essere ritenute distanziate, le condutture devono distare almeno di 0,6 m orizzontalmente e almeno 2,25 m verticalmente (vedi figura).
La seconda soluzione, la posa aerea, è quella più praticata. Le linee aeree devono rispondere alla norma CEI 11-4 e devono essere realizzate obbligatoriamente con conduttore isolato ed essere fibbiate con fascette poste a distanze non superiori ai 25 cm. I percorsi devono essere orizzontali o verticali. L\'altezza dal suolo delle linee deve essere almeno di 3,5 m nelle zone non soggette a transito di veicoli e di 6 m nelle zone di transito.
La terza soluzione, quella della posa interrata, vista la natura temporanea degli impianti è sicuramente la meno praticata e la meno consigliata. In ogni caso bisogna che le condutture interrate debbano essere munite di protezione meccanica, oppure, in assenza di tale protezione, devono essere installate ad una profondità maggiore di 60 cm, fuori dalle aree di parcheggio e dai luoghi ove possano essere piantati picchetti o altri ancoraggi al suolo.
Cavi
E’ bene, come raccomanda la norma 64-8/711, proteggere i circuiti che alimentano strutture temporanee mediante interruttore differenziale con una Idn non superiore a 300 mA che può essere, compatibilmente con le esigenze di protezione contro i contatti indiretti, anche di tipo ritardato. Se si tratta di luoghi a maggior rischio in caso d’incendio il suggerimento si trasforma in obbligo se si impiegano, come spesso accade in questo tipo di impianti, condutture costituite da cavi posati senza protezione, ad esempio cavi multipolari con PE posati a vista (condutture di tipo c1 secondo l’art. 751.04.2.6). La stessa regola deve essere applicata quando si tratta di cavi unipolari o multipolari, anche senza conduttore di protezione, posati in passerella metallica con grado di protezione inferiore a IP4X (condutture di tipo c2 secondo l’art. 751.04.2.6).
Se le condutture sono di tipo c3 o c4 (fig. 2) il relé differenziale non è più obbligatorio ma semplicemente consigliato. Nei confronti della propagazione dell’incendio si possono impiegare cavi senza particolari caratteristiche se la conduttura possiede almeno una protezione IP4X. Abitualmente si utilizzano cavi non propaganti l’incendio che possono essere posati anche in fascio senza particolari protezioni (CEI 20-22) ma si possono utilizzare anche cavi non propaganti la fiamma (CEI 20-35) purché posati individualmente o distanziati tra loro non meno di 250 m nei tratti in cui seguono lo stesso percorso (i cavi posati ad una distanza minore di 250 mm, come indicato nell’art. 751.04.2.8, formano un fascio). All’interno, quando il maggior rischio di incendio è dovuto alla presenza di un elevato numero di persone o all’elevato tempo di sfollamento e non è presente un adeguato sistema di rilevazione dell’incendio, può essere conveniente valutare la necessità dell’impiego di cavi LS0H a bassa emissione di fumi e gas tossici e corrosivi.
Le connessioni devono presentare un grado di protezione almeno IP4X o IPXXD e la provvisorietà degli impianti richiede particolare attenzione alle sollecitazioni meccaniche cui i cavi possono essere sottoposti. Devono, quando necessario, essere previste protezioni contro il taglio e lo schiacciamento dei cavi e devono essere adottati appositi pressacavi quando si teme possano essere impressi strappi o torsioni ai terminali di connessione.
I cavi di collegamento con apparecchi mobili e trasportabili devono avere la minima lunghezza possibile; a tale scopo le prese fisse devono essere installate il più vicino possibile alla posizione in cui sarà utilizzato l’apparecchio mobile o trasportabile. La lunghezza del cavo, in generale, deve essere sufficiente per la connessione diretta agli apparecchi mobili.
È comunque consentito l’impiego di prolunghe purché provviste di presa con dispositivo di blocco (interblocco) per correnti superiori a 16 A; per correnti fino a 16 A la presa a spina mobile deve essere fornita di un dispositivo di ritenuta che ne impedisca il distacco involontario. E’ consentito l’uso di ciabatte purché costruite in conformità alle norme CEI. I cavi devono essere flessibili e del tipo non propagante la fiamma (Norma CEI 20-35).
Fonti: Istituto superiore antincendi – Vigili del Fuoco
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