
In un ambiente totalmente o parzialmente chiuso ove sia presente una sorgente sonora in funzione, ogni posizione che si consideri è raggiunta in successione di tempo da:
1) suoni diretti;
2) prime riflessioni (suoni riflessi da una o due superfici);
3) suoni riverberati (suoni riflessi da numerose superfici).
Nell’ipotesi che la sorgente sonora smetta improvvisamente di emettere, l’emissione sonora diretta sarà la prima a cessare, mentre suoni riverberati continueranno a raggiungere la posizione considerata per un certo intervallo di tempo.
La durata di quest’ultimo dipende delle caratteristiche acustiche dell’ambiente in relazione al contenuto in frequenze dell’onda sonora irradiata, nonché dalle peculiarità del mezzo in cui il suono si propaga, ovvero l’aria.
Quando un consistente “pacchetto” di componenti sonore riverberate raggiunge la posizione con un ritardo dell’ordine dei 50 millisecondi (il valore effettivo dipende da caso a caso, vedi effetto Haas) rispetto all’istante di arrivo dell’emissione diretta dalla sorgente, si verifica il tipico effetto noto come “eco”.
Le peculiarità del riverbero prodotto in un certo ambiente chiuso rappresentano la sua “carta d’identità acustica”; per questo, quando si deve valutare l’acustica di uno spazio destinato ad essere sede di eventi sonori o musicali, uno dei parametri fondamentali che vengono considerati è il cosiddetto “tempo di riverberazione”.
Il tempo di riverberazione coincide con la durata dell’intervallo di tempo (in secondi) che intercorre tra la cessazione dell’emissione sonora e l’istante in cui il livello sonoro decade di 60 dB, da cui l’abbreviativo RT60, o anche T60, di uso alquanto ricorrente (vedi figura 6).
Per un determinato ambiente, il tempo di riverberazione dipende dalla posizione considerata così come dalla frequenza della emissione sonora prodotta dalla sorgente (oltre che dalla posizione di quest’ultima). Proprio per questo, per una adeguata conoscenza della acustica di un ambiente devono essere noti i tempi di riverberazione misurati (con strumenti idonei) a diverse frequenze, in diverse posizioni e utilizzando una sorgente sonora di caratteristiche opportune.
In pratica, motivazioni legate alla rumorosità ambientale di fondo rendono pressoché impossibile la rilevazione diretta dell’RT60, ragione per la quale si è costretti a valutare decadimenti di entità inferiore ai 60 dB.
Abbiamo così (figura 7):
• l’Edt (Early decay time) o Tempo di primo decadimento, numericamente pari a 6 volte l’intervallo di tempo necessario perché la curva di decadimento passi dal suo punto di massimo (preso come riferimento a 0 dB) ad un livello inferiore di 10 dB;
• il T10 (talora noto come RT10), numericamente pari a 6 volte l’intervallo di tempo necessario perchè la curva di decadimento passi dal suo punto a -5 dB rispetto al punto di massimo (preso come riferimento a 0 dB) ad un livello inferiore di 10 dB (ovvero ad un livello di 15 dB inferiore al suo punto di massimo);
• il T20 (talora noto come RT20) numericamente pari a 3 volte l’intervallo di tempo necessario perché la curva di decadimento passi dal suo punto a -5 dB rispetto al punto di massimo (preso come riferimento a 0 dB) ad un livello inferiore di 20 dB (ovvero ad un livello di 25 dB inferiore al suo punto di massimo);
• il T30 (talora noto come RT30), numericamente pari a 2 volte l’intervallo di tempo necessario perchè la curva di decadimento passi dal suo punto a -5 dB rispetto al punto di massimo (preso come riferimento a 0 dB) ad un livello inferiore di 30 dB (ovvero ad un livello di 35 dB inferiore al suo punto di massimo).
A grandi linee, il tempo di riverberazione in un ambiente è minimo quanto più le sue pareti perimetrali e i suoi arredi risultano assorbenti, mentre elevati tempi di riverbero sono tipici di grandi spazi al coperto dotati di pareti perimetrali riflettenti e molto distanziate tra loro.
Anche la dipendenza dalla frequenza del tempo di riverberazione è diversa in questi due casi limite, più accentuata per effetto della variabilità con la frequenza del coefficiente di assorbimento dei vari materiali, nel primo caso, meno marcata e attribuibile in particolare all’attenuazione alle alte frequenze introdotta dal mezzo in cui il suono si propaga (l’aria), nel secondo caso. Si noti che una valutazione dell’acustica di un ambiente è possibile solo a patto di stabilire le peculiarità della applicazione prevista; i tempi di riverberazione RT60 devono essere rilevati di conseguenza.
