
Diverse sono le cause che possono provocare un black-out:
- problemi tecnici;
- corto circuito;
- sovraccarico della rete elettrica.
Ma quali le conseguenze? Interruzione delle attività, panico, rischi per le persone.
Tali conseguenze sono sufficienti a sottolineare l’importanza di un impianto di emergenza che garantisca: un’illuminazione di riserva per terminare le attività in corso e un’illuminazione di sicurezza per evacuare i locali senza rischi per le persone.
Esiste un articolato corpo legislativo sulla materia composto da Decreti Ministeriali di prevenzione incendi che prendono in esame un’ampia serie di ambienti, fornendo indicazioni sulle prestazioni minime da garantire in termini di illuminamento (lux) delle vie di esodo e di autonomia previsti per consentire un esodo sicuro.
Ci sono poi Norme Tecniche che si riferiscono:
- alla progettazione dell’illuminazione di emergenza “UNI EN 1838”
- alla costruzione degli apparecchi di emergenza “CEI EN 60598-2-22 – CEI EN 50171”
- alla manutenzione degli impianti di emergenza “CEI EN 50172 - UNI CEI 11222”
Nonostante tutto ciò, non sono rare le situazioni irregolari con impianti inefficienti e obsoleti.
I motivi di tale situazione sono in gran parte da ricondurre a controlli praticamente inesistenti o eseguiti in modo inadeguato. Negli ultimi anni l’evoluzione della legislazione ha portato a obblighi più restrittivi in tema di manutenzione e verifiche, individuando nuove responsabilità. A partire dal D.Lgs 81/2008 sulla sicurezza dei luoghi di lavoro che specifica una serie di obblighi del datore di lavoro fra i quali ricade anche:
- l’installazione di dispositivi di sicurezza in conformità alle norme di buona tecnica
- la manutenzione degli stessi
- l’aggiornamento continuo al progresso tecnologico.
Sul fronte della manutenzione e delle verifiche degli impianti con la nuova edizione della norma UNI CEI 11222:2010, “Luce e illuminazione Impianti di illuminazione di sicurezza negli edifici”, sono state definite le procedure per le verifiche e la manutenzione degli impianti di illuminazione di sicurezza al fine di garantirne l’efficienza operativa, troppo spesso trascurata.
L’impianto di illuminazione di emergenza dopo essere stato installato in base alle regolamentazioni vigenti deve essere controllato e verificato periodicamente attraverso appropriati strumenti per testare se si rispettano i requisiti normativi o legislativi, come ad esempio i livelli di illuminamento o la distanza di visibilità dei segnali di sicurezza.
Proprio per rispondere a questa esigenza è fondamentale prevedere a capitolato, in fase di progettazione, le attività da svolgere sull’impianto di illuminazione di emergenza per la manutenzione e le verifiche secondo la Norma UNI CEI 11222
Vista l’importanza di questa norma vale la pena di sintetizzare i principali punti su cui si basano le richieste di tali procedure.
Come già accennato, la norma UNI CEI 11222 riporta frequenze e tipologia di interventi da effettuare, che si possono sintetizzare:
- Verifiche periodiche di autonomia e funzionamento
- Manutenzione periodica
- Registro dei controlli periodici
Le verifiche periodiche che riguardano gli apparecchi di illuminazione e segnalazione di sicurezza consistono in operazioni in grado di controllare lo stato di funzionamento, la posizione in cui sono installati e individuando le eventuali anomalie.
Possono essere suddivise nelle seguenti tipologie:
- verifica generale
- verifica di funzionamento
- verifica dell’autonomia
La Manutenzione periodica deve mantenere gli apparecchi in condizioni di efficienza, far sì che l’impianto assicuri le proprie funzioni di sicurezza nel tempo e ridurre la probabilità che insorgano eventuali condizioni di guasto e/o pericolo; deve prevedere:
- Ripristino dell’apparecchio nel caso non sia presente
- Ripristino degli apparati degradati non in grado di fornire le prestazioni richieste
- Ripristino degli apparecchi guasti
- Rimozione degli oggetti che impediscono la corretta illuminazione delle attrezzature antincendio
Il Registro dei controlli periodici deve essere conforme alla legislazione vigente e alla Norma CEI EN 50172.
Sul registro devono essere riportati:
- Data messa in funzione impianto
- Numero e matricola o altri dati per identificazione dei dispositivi
- Ragione sociale, indirizzo ed estremi per identificazione del manutentore
- Firma leggibile del manutentore
Particolarmente importanti sono le verifiche di funzionamento e di autonomia, soprattutto in riferimento alla misura dell’effettiva autonomia degli apparecchi.
Particolarmente importante è quanto riportato dalla norma sui sistemi di verifica automatici.
La UNI CEI 11222 cita, infatti:
“Con l’impiego di apparecchi e sistemi dotati della possibilità di effettuazione di verifiche
Automatiche… è sufficiente effettuare l’analisi dei rapporti di prova e/o degli indicatori luminosi di cui essi sono dotati.
Tali rapporti di prova ed i risultati delle verifiche, nonché equivalenti registrazioni su archivi
informatici, integrano o sostituiscono (laddove possibile) il registro dei controlli.”
L’utilizzo di sistemi automatici non solo permette di aumentare in modo considerevole il livello di sicurezza, ma garantisce un’economia di esercizio importante, riducendo drasticamente i tempi e i costi necessari per effettuare le verifiche.
Più l’impianto si amplia e più si rende quindi necessario l’impiego di sistemi di controllo sempre più evoluti, che consentono di monitorare l’efficienza e programmare le attività di manutenzione dell’impianto sia da postazione locale sia remota.
I sistemi di controllo centralizzato sia per impianti di tipo autonomo sia di tipo con alimentazione centralizzata (soccorritore), consentono mediante apposite centraline di comandare e verificare lo stato dell’impianto semplicemente utilizzando per la comunicazione un cavo elettrico bifilare. Il sistema può, inoltre, essere integrato facilmente in reti con un modulo multifunzione (rete Ethernet-LON-WEB server).
A cura di Schneider Electric,
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