
Quando è necessario installare le protezioni contro le sovratensioni
Non è sempre necessario installare delle protezioni contro le sovratensioni,
dipende dal tipo e dal valore del rischio considerato.
Un edificio
può essere autoprotetto dalla fulminazione diretta, e
quindi senza LPS (Lightnig Protection System), ma
potrebbe ugualmente necessitare di
una protezione contro la fulminazione indiretta.
Sappiamo che un fulmine
può scaricarsi nelle vicinanze dell’edificio inducendo tensioni nei circuiti
elettrici interni allo stesso edificio. Se l’edificio contiene installazioni
essenziali o sensibili oppure in
presenza di linee aeree entranti il rischio non è più trascurabile e occorre
prendere provvedimenti contro le sovratensioni (Norma 81-1, appendice
G).
Il rischio, infatti, è limitato
per le apparecchiature elettromeccaniche che
vengono provate per un minuto ad
una tensione di 1500 V e con impulsi di tensione di brevissima durata non
inferiori a 2,5 kV, ma non lo è per le apparecchiature elettroniche che in
genere sopportano sovratensioni di poco superiori a 1 kV se sono separate dalla
rete mediante trasformatore e di circa 2 volte la tensione nominale se non lo
sono.
Il fulmine può colpire le linee elettriche, di energia o di
segnale, e le sovratensioni conseguenti si propagano lungo le linee penetrando
all’interno dell’edificio.
In particolare la protezione da quest’ultimo tipo
di sovratensioni è prescritta dalla norma CEI 64-8 che prende
anche in considerazione quelle di origine interna generate da sovratensioni di
manovra.
Le sovratensioni originate dai fulmini sono generalmente le più critiche da arginare perciò, risolto il problema dello loro protezione, si può ritenere soddisfatta anche la protezione per quelle di origine interna.
Le protezioni contro le sovratensioni possono essere fondamentalmente di due tipi: primarie (LPS esterno) e secondarie (LPS interno) (fig. 5.1).
L’ LPS esterno deve essere in grado di intercettare il fulmine, di condurre e di disperdere a terra la corrente provocata dal fulmine mentre L’LPS interno deve evitare la formazione di scariche pericolose.
LPS esterno
Con l’istallazione di un LPS esterno si intende
proteggere le strutture dal rischio di fulminazione diretta.
I mezzi per ottenere tale scopo sono i captatori
(intercettazione), le calate
(conduzione) e il dispersore (dispersione a
terra della corrente).
Quando i captatori e le
calate sono isolati dalla struttura si parla
di LPS esterno isolato (richiesto dalla Norma quando si vuole
evitare che una parte, seppur minima, della corrente interessi l’interno
dell’edificio da proteggere, ad esempio quando è presente il rischio di
esplosione), altrimenti si parla di LPS esterno non isolato.
L’isolamento lo si ottiene con opportuno distanziamento in aria o con interposizione di materiali isolanti.
LPS interno
L’LPS esterno, se si vuole limitare il rischio di scariche e sovratensioni
pericolose nel caso di fulminazione diretta, non può prescindere da un ben
dimensionato LPS interno.
Tale sistema prevede la
predisposizione di tutte le misure di protezione atte a limitare gli
effetti elettromagnetici della corrente di fulmine.
Con modalità diverse a seconda che l’LPS esterno sia isolato o non isolato si dovranno realizzare adeguati collegamenti equipotenziali, diretti quando possibile o attraverso limitatori di sovratensione negli altri casi (conduttori attivi).
Ovviamente in quest’ultimo caso l’equipotenzialità si ottiene solo durante il passaggio della corrente di fulmine attraverso il limitatore di sovratensione.
L’LPS interno è classificato, in funzione del modo di collegamento, in
protezioni serie e protezioni parallelo.
Protezione serie
Sono installate in serie all’alimentazione dell’installazione da proteggere e devono essere dimensionate in funzione della potenza dell’installazione stessa:
- Trasformatori
Possono essere impiegati per limitare le sovratensioni e le componenti armoniche. - Filtri
Sono ottenuti impiegando resistenze, induttanze e capacità, proteggono sia dalle sovratensioni industriali o di manovra sia da quelle di origine atmosferica. - Stabilizzatori e gruppi di continuità
Adatti per la protezione di apparecchiature particolarmente sensibili per le quali deve essere garantita un’alimentazione stabile e la continuità del servizio. Non garantiscono la protezione contro le sovratensioni di origine atmosferica.
Protezione in parallelo
Sono le protezioni più utilizzate perché si adattano bene alla potenza dell’installazione da proteggere:
- Scaricatori di sovratensione
Sono impiegati, nei luoghi ove si opera la trasformazione MT/BT, in uscita dai trasformatori oppure nei sistemi a neutro isolato per scaricare a terra le eventuali sovratensioni. - Scaricatori per basse tensioni
Possiedono una capacità di scarica limitata ma sono installabili all’interno dei quadri di distribuzione. Se opportunamente coordinati garantiscono una discreta protezione dalle sovratensioni sia di origine esterna sia di origine interna.
Allegati scaricabili |
![]() |
Argomenti correlati |
![]() |
![]() |
![]() |