Riguarda sia l’illuminazione pubblica che quella privata
Lampioni stradali, insegne pubblicitarie, illuminazioni per monumenti, ma anche lampioni di edifici pubblici non sempre vengono installati in maniera corretta, provocando il cosiddetto “inquinamento luminoso”, cioè luce che si irradia verso la volta celeste.
Una illuminazione male orientata
non solo ci impedisce di osservare lo spettacolo di un cielo stellato e modifica
il ciclo notte-giorno di flora e fauna, ma limita anche la percezione visiva
degli oggetti e dell’ambiente circostante (provocando abbagliamento) e provoca
un ingente spreco energetico.
Per prevenire l’inquinamento luminoso non è
necessario lasciare le città al buio, ipotesi che creerebbe tra l’altro gravi
problemi di sicurezza, ma inviare la luce solo dove serve.
L’inquinamento
luminoso può essere evitato mediante l’applicazione di misure tecniche in fase
di progettazione, realizzazione e gestione dell’illuminazione pubblica e
privata.
A livello nazionale non
esiste una normativa che regoli l’illuminazione esterna pubblica e privata,
ma alcune regioni hanno approvato disposizioni a livello regionale per la
prevenzione dell’inquinamento luminoso. Disposizioni che non trovano sempre
facile applicazione, in quanto il problema viene spesso ritenuto non rilevante
da amministrazioni e privati.
In Toscana, dove la L.R. n.37
del 2000 indica le norme di prevenzione per l’inquinamento luminoso, il tema è
al centro di un convegno, nel quale sono state illustrate le “Linee guida per la
progettazione, l’esecuzione e l’adeguamento degli impianti di illuminazione
esterna”, realizzate per fare chiarezza sull’applicazione della norma. Il
documento vuole fornire una guida per gli uffici tecnici di enti pubblici,
associazioni di categoria, industrie, commercianti e privati cittadini
contenente le indicazioni per la realizzazione o l’adeguamento di impianti di
illuminazione esterna ai sensi della L.R. n.37 del 2000.
Nel corso del convegno è stato
distribuito una brochure, che è qui scaricabile on line, che mostra come, grazie
ad alcuni accorgimenti, anche adeguando impianti vecchi, si possa ottenere una
buona illuminazione senza “inquinare il cielo”.
Ad esempio è consigliato di
utilizzare solo corpi illuminanti cut-off che evitano la dispersione luminosa
nell’emisfero superiore installati con una corretta inclinazione e un’ adeguata
potenza, ma anche di non abbagliare e non sovrailluminare: l’inquinamento
luminoso è causato infatti anche dalla riflessione delle superfici illuminate.
Riguardo agli impianti di tipo
residenziale e privato è consigliato, tra l’altro di installare, ove possibile,
le nuove tecnologie illuminotecniche come, ad esempio, impianti a sensore di
presenza a spegnimento automatico. Inoltre dopo le ore 22,00, e dopo le 23,00
nel periodo di ora legale, è consigliato di spegnere le luci dei giardini ed
all’esterno delle abitazioni se non di indispensabile uso notturno
(compatibilmente con le esigenze di sicurezza).
Riguardo ai costi economici dell’inquinamento luminoso, nel corso del convegno è stato rilevato come, secondo studi condotti a livello nazionale, adottando norme adeguate per prevenire ed abbattere questa forma di inquinamento è possibile risparmiare ogni anno fino a 250 milioni di euro di energia, circa 500 mila tonnellate di combustibile, 400 milioni sull’importazione di combustibile, diminuire le emissioni in atmosfera di CO2 di oltre 1300 tonnellate ed avere sensibili risparmi sulla bolletta dell’energia elettrica.