
L’impianto di terra ha il compito, come già detto, di proteggere sia gli utenti sia gli operatori del distributore.
Anche le guaine dei cavi delle condutture del distributore, quando esistenti, oltre che le sue apparecchiature devono essere collegate allo stesso impianto di terra dell’utente, ciò almeno nei sistemi che presentano non meno di tre cabine con schermi dei cavi collegati tra loro.
Tali connessioni permettono una distribuzione della corrente di guasto a terra su più impianti di dispersione tra loro in parallelo e quindi ogni impianto è interessato da una frazione (IE) di tale corrente.
Convenzionalmente la Regola tecnica di connessione assume per essa, e ciò costituisce una novità, un valore pari al 70% della corrente di guasto monofase a terra (If).
All’impianto di terra dell’utente devono venir collegate, come già detto, anche le apparecchiature del distributore, oltre che i dispersori delle altre cabine.
Questo fatto pone senz’altro dei problemi, che non sembrano del tutto affrontati e approfonditi.
Come il distributore chiede garanzie sull’efficienza degli impianti di terra degli utenti, reciprocamente agli utenti dovrebbero spettare uguali garanzie.
Tutti sappiamo, infatti, come un documento all’uopo controfirmato da una persona fisica possa servire, almeno in certa misura, ad affrontare con maggior tranquillità i problemi relativi alla sicurezza (principio di identificazione del responsabile).
Ricordiamo anche che la condizione, per cui la tensione totale sull’impianto di terra (UE) deve risultare inferiore alla tensione di contatto ammissibile (UTp), è solo sufficiente e non necessaria, visto che il requisito della necessità riguarda solo la condizione che la tensione di contatto ammissibile non debba superare la tensione di contatto, che in ogni punto dell’impianto si può in caso di guasto a terra verificare.
Secondo le indicazioni del distributore è sempre richiesto l’anello perimetrale della cabina, quale dispersore, anche nel caso esso debba far capo ad un impianto di terra globale.
Ciò per garantire l’equipotenzialità del terreno in prossimità della stessa.
Non sono richiesti i picchetti verticali ai vertici dell’anello.
La norma ritiene, infatti, trascurabile il loro contributo alla riduzione del valore della resistenza di terra totale se da riferire a quello offerto dal collegamento all’anello dei dispersori naturali presenti nell’attività.
A maggior ragione ciò sembra valere nel caso ci si riferisca alla connessione ad un impianto di terra globale.
Si ritiene evidentemente trascurabile anche il contributo alla riduzione del gradiente elettrico negli spigoli del dispersore.
Nessun approfondimento si legge per il caso abbastanza frequente in città e nelle periferie urbane delle cabine incorporate negli stessi edifici, quando gli impianti TT si possono confondere con gli impianti TN.
La sicurezza dei dipendenti dell’attività come quella degli operatori del distributore è garantita dalla rispondenza dell’impianto di terra ai requisiti previsti dalle norme tecniche ad esso applicabili.
Tale rispondenza si conferma tecnicamente ed amministrativamente con la prima omologazione e attraverso le verifiche periodiche.
È legittima quindi la disposizione prevista dalla Regola tecnica di connessione che richiede da parte dell’utente - prima dell’alimentazione - la trasmissione al distributore di una copia della dichiarazione di conformità dell’impianto alla regola d’arte vigente redatta nel rispetto della legge sulla sicurezza degli impianti da parte dell’installatore esecutore delle opere elettriche coinvolte.
Con tale dichiarazione deve essere indicato anche il valore della resistenza di terra o se il caso, l’esito delle misure eseguite delle tensioni di contatto.
I verificatori possono riferirsi ai valori di corrente di guasto a terra e del corrispondente tempo di intervento indicati dal distributore. Solo nel caso di cambio di stato del neutro, dopo la relativa comunicazione ufficiale del distributore, ci si può riferire ai nuovi valori comunicati.
Anche i verbali delle successive verifiche periodiche condotte dagli enti di competenza devono essere trasmessi al distributore.
Con ciò non solo si acquisisce un documento atto a garantire la sicurezza degli stessi dipendenti del distributore, ma anche la sicurezza di tutti gli utenti che fanno capo allo stesso sistema disperdente.
Il distributore può recepire la norma Cei 0 - 16 e chiederne, nei contratti che definiscono i rapporti con gli utenti, l’applicazione tale e quale, se non chiede deroghe temporanee per giustificati motivi tecnici.
La Rtc stabilisce contrariamente a quanto in precedenza in vigore a maggior favore dell’utente che quest’ultimo può fare riferimento ai fini delle verifiche periodiche dell’impianto di terra ai valori in suo possesso, fino a che essi non siano modificati dal distributore.
In ragione del principio di reciprocità, e mi rivolgo all’Aeeg, sarebbe corretto a nostro avviso, chiedere anche al distributore la divulgazione, messa a disposizione di informazioni e di verbali di verifica, opportunamente controfirmati dai dirigenti dei relativi servizi. Perché cade solo sulle spalle dell’utente l’onere di trasmettere al distributore il verbale della verifica periodica dell’efficienza del sistema di protezione contro i contatti indiretti?
Auspichiamo sotto molti aspetti una maggior simmetria nell’obbligo di fornire informazioni sulle caratteristiche dei sistemi di distribuzione e sull’efficienza dei sistemi di protezione.
Un’inversione di rotta importante da segnalare è quella per cui è oggi il distributore che deve comunicare per raccomandata all’utente eventuali variazioni nella gestione del sistema di media tensione e/o dei valori delle correnti di guasto a terra e dei tempi di intervento delle relative protezioni.
Sembra anche che le situazioni che si possono creare siano più articolate di quanto semplificando la Rtc e la norma Cei 0-16 propongono.
In figura 1 è descritta la situazione che compete al sistema quando l’arrivo del distributore alla cabina di utente avviene con linee aeree e il centro stella del trasformatore del distributore deve essere collegato ad una terra separata.
In figura 2 lo schermo dei cavi del distributore risulta collegato alla terra di cabina di utente, ma con il centro stella del trasformatore con il quale il distributore alimenta altri utenti in bassa tensione direttamente collegato allo stesso dispersore di cabina.
Si può notare in quest’ultimo caso, sviluppando alcuni semplici calcoli, come in caso di guasto presso un utente non dotato del quasi obbligatorio dispositivo di protezione differenziale, si possa manifestare una tensione pericolosa, cioè maggiore di 50 V sulle masse collegate all’impianto di terra della cabina di trasformazione ogniqualvolta, con riferimento alle grandezze della stessa figura, la resistenza dell’impianto di terra della cabina, Rc, risulta superiore a 7/25 del valore della resistenza di terra dell’impianto di utente, Ru, in cui il guasto a terra si manifesta.
Sembra possibile anche la trasformazione in parte insospettata dei sistemi TT in sistemi TN, quando nel locale di consegna presso l’utente Mt il distributore alimenta altri utenti in bassa tensione per mezzo di suoi propri trasformatori Mt/bt, quando lo schermo dei cavi del distributore sia collegato alla terra di cabina di utente e quando siano presenti masse estranee comuni agli impianti utilizzatori Mt e agli impianti utilizzatori bt. Tale situazione è ben descritta in figura 3.
Salta agli occhi, in questo caso, che la situazione dei collegamenti di terra potrebbe non risultare ben chiara ai verificatori.
Non è immediato ad esempio in tal caso da parte degli stessi verificatori del sistema di Mt pensare di andare a controllare che le tensioni di contatto non siano pericolose anche in corrispondenza di tutte le propaggini degli impianti bt indirettamente collegati al dispersore sotto esame.

