
A questo scopo è stato definito l’illuminamento medio mantenuto Em, cioè il minimo valore di illuminamento medio consentito in una zona dove deve essere svolto un determinato compito visivo (non si può mai scendere al di sotto, di conseguenza l’avvicinamento a questo valore indica che è giunto il momento di effettuare una manutenzione). Mentre prima, con l’illuminazione generale si aveva un valore all’interno di un locale, ora possono esserci diversi valori all’interno di uno stesso locale, potendo convivere differenti tipologie di lavori e quindi di compiti visivi.
Essendo difficile in fase di progettazione individuare con esattezza la zona dove si svolgerà il compito visivo, la norma prevede un’area più estesa attorno a quella sede del compito visivo, chiamata zona del compito visivo, all’interno della quale mantenere l’illuminamento Em (figura 2). Attorno a questa zona viene definita una zona immediatamente circostante che è una fascia attorno alla zona del compito di ampiezza minima di 0,5 m, nella quale l’illuminamento può essere diminuito rispetto a quello della zona del compito visivo, in base a quanto prescritto dalla tabella 5.
Tabella 5 – Correlazione tra illuminamenti
delle zone del compito con le zone circostanti | |
Illuminamento nella zona del compito
visivo lx |
Illuminamento nella zona immediatamente
circostante lx |
≥ 750 |
500 |
500 |
300 |
300 |
200 |
≤ 200 |
Uguale a quello della zona del compito
visivo |
Nel caso in cui non si riescano ad individuare le zone del compito visivo all’interno dell’ambiente di lavoro, occorre estendere a tutto l’ambiente la zona del compito, escludendo solo le aree nelle quali si sia certi che non si svolgerà l’attività visiva legata al lavoro. Chiaramente non ci possono essere variazioni troppo brusche tra zone del compito e zone circostanti, pena abbagliamento e conseguente affaticamento visivo.
A questo proposito, per sentirsi bene e non stancarsi precocemente è fondamentale una distribuzione equilibrata delle luminanze. Per questo scopo va mantenuto un determinato livello minimo di uniformità d’illuminamento sia nella zona del compito visivo che nella zona immediatamente circostante. L’uniformità di illuminamento è un parametro definito come il rapporto fra l’illuminamento minimo e l’illuminamento medio su una data superficie (Emin/Emedio).
La norma UNI EN 12464-1 definisce due valori minimi di uniformità al di sotto dei quali non scendere; uno per le zone del compito visivo ( almeno 0,7) ed uno per le zone immediatamente circostanti (almeno 0,5). La stessa norma, per i livelli di illuminamento dei vari locali, propone una scala di valori espressi in lux, di questo tipo: 20 – 30 – 50 – 75 – 100 – 150 – 200 – 300 – 500 – 750 – 1000 – 1500 – 2000 – 3000 – 5000. Detto che 20 lx sono il livello minimo indicato, in quanto è il valore al di sotto del quale non si riesce ad identificare una persona, e che 200 lx è il valore minimo di illuminamento che la norma concede in zone occupate continuamente, si possono accettare delle deviazioni dai valori indicati dalla tabella generale dei requisiti illuminotecnici (tabella 16), aumentandone i lux di un fattore 1,5 quando esista una delle seguenti condizioni particolarmente critiche di lavoro:
- Compito visivo critico
- Errori non economicamente accettabili
- Compito svolto per tempi eccezionalmente lunghi
- Dettagli del compito eccezionalmente piccoli
- Capacità visive del lavoratore inferiori alla norma
- Importanti alta produttività e accuratezza nel lavoro
o diminuendone i lux dello stesso fattore 1,5, quando le condizioni di lavoro lo consentono:
- Compito visivo con dettagli non particolarmente piccoli o con alti contrasti
- Compito svolto per tempi eccezionalmente brevi
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