I cavi non propaganti la fiamma o l\'incendio

Pubblicato: 31 marzo 2004 Categoria: Altro
I cavi non propaganti la fiamma o l\'incendio
Sono i cavi la cui reazione al fuoco è limitata alla sola resistenza alla propagazione dell’incendio o della fiamma. Si possono definire cavi a sicurezza passiva. Essi infatti impediscono, o quanto meno ritardano, la diffusione del fuoco verso luoghi diversi da quelli in cui ha avuto origine ma non esplicano alcuna protezione attiva nei confronti di persone e cose. Questo tipo di cavi è disponibile da oltre venti anni: da un punto di vista normativo si tratta dei cavi in grado di superare le prove di non propagazione previste dalla norma Cei 20-22 (incendio) e dalla norma Cei 20-35 (fiamma).

Non si entra qui nel merito della caratteristica di non propagazione della fiamma (norma Cei 20-35) che è attualmente un requisito minimo comune a tutti i cavi in commercio. Per quanto riguarda, invece, le prove previste dalla norma Cei 20-22 relativamente alla non propagazione dell’incendio, si deve osservare che esse vengono eseguite su un fascio di cavi a disposizione verticale e si differenziano fra loro sia per la consistenza del fascio in termini di quantitativo di materiale non metallico (10 kg/m col metodo di cui alla parte 2a e 1,5 l/m col metodo di cui alla parte 3a), sia per la diversa apparecchiatura di prova (in particolare per il diverso sistema di generazione del calore nonché per la quantità dello stesso apportato al fascio di cavi).


Le principali tipologie di cavi non propaganti la fiamma o l\'incendio

Appartengono a questa categoria i seguenti tipi di cavi:

  • cavi senza guaina, con isolamento in Pvc e conduttore a filo unico, corda rigida o flessibile, a sigla N07V-U/R/K; questi cavi sono in tutto identici al tipo H07VU/ R/K della norma Cei 20-20 ma garantiscono in più il superamento della prova di non propagazione dell’incendio secondo la norma Cei 20-22, parte 2a;
  • cavi flessibili multipolari per energia o per segnalamento e controllo, per posa mobile, con conduttore flessibile, isolamento, riempitivo e guaina in Pvc ed eventuale schermo in treccia di rame, a sigla Fror o Froh2R 450/750 V (energia) o 300/500 V (segnalamento); questi cavi sono sostanzialmente rispondenti ai requisiti dimensionali e di prova desunti, per equivalenza, dalla norma Cei 20-20 ma garantiscono in più il superamento della prova di non propagazione dell’incendio secondo la norma Cei 20-22, parte 2a;
  • cavi uni o multipolari per energia, o multipolari per segnalamento e controllo, per posa fissa, con conduttori a filo unico o a corda rigida o flessibile, isolamento, riempitivo e guaina in Pvc ed eventuale schermo, a sigla N1VV-U/R/K (senza schermo), N1VH1V-U/R/K (con schermo a nastri o fili), N1VH2H-K (con schermo a treccia); questi cavi sono rispondenti ai requisiti costruttivi della norma Cei 20-14 ed a quelli della già menzionata norma Cei 20-22, parte 2a;
  • cavi uni o multipolari per energia, o multipolari per segnalamento e controllo, per posa fissa, tensione nominale 0,6/1 kV, con conduttori a filo unico o corda rigida o flessibile, isolamento in Epr qualità G7, riempitivo e guaina in Pvc ed eventuale schermo, a sigla U/R/FG7R (unipolari energia senza schermo), U/R/FG7OR (multipolari per energia e per segnalamento senza schermo), U/R/FG7OH1R (multipolari per energia e per segnalamento con schermo a nastri o fili), FG7OH2R (multipolari per energia e per segnalamento con schermo o treccia).


Il principio fisico di funzionamento

Per i cavi elencati nel paragrafo precedente, il meccanismo che presiede la caratteristica di non propagazione è essenzialmente basato sulla presenza del cloro nella molecola del Pvc e nella cloroparaffina che è normalmente presente nella composizione delle mescole termoplastiche di isolamento, riempitivo e guaina, in quantità più o meno grandi. Durante la combustione il cloro, liberandosi in forma gassosa, esplica un’azione di avvelenamento chimico- fisico della combustione stessa, impedendone quindi, se in quantità sufficiente, la propagazione. Questo meccanismo comporta però l’immissione in atmosfera di un gas fortemente tossico e corrosivo e quindi altamente dannoso per persone e cose. Un Pvc ignifugato conteneva inizialmente da 200 a 300 g di cloro per chilogrammo di mescola. In tempi più recenti, si è cercato di ovviare parzialmente a tale inconveniente introducendo nella mescola uno o più componenti in grado di legarsi selettivamente al cloro liberato dalla combustione, riducendo così la quantità di gas effettivamente immessa nell’ambiente fino a valori pari a circa la metà di quelli già indicati. Il limite massimo previsto dalle norme per l’emissione di cloro in questo tipo di cavi, calcolato come media pesata dei componenti, è pari al 22 per cento.