
È l’effetto più pericoloso e dipende dalla sovrapposizione fra le correnti entranti e quelle fisiologiche che, generando delle contrazioni scoordinate, fa perdere il giusto ritmo al cuore.
Il cuore ha la funzione di pompare il sangue lungo le vene e le arterie del corpo.
Per questo scopo, i muscoli del cuore, chiamati fibrille, si contraggono e si espandono ritmicamente circa 60/100 volte al minuto (sistole e diastole).
Questi movimenti sono coordinati da un vero e proprio generatore d’impulsi elettrici, il nodo seno-atriale.
Appositi tessuti conduttori si incaricano di propagare questi impulsi che, passando attraverso il nodo chiamato atrio-ventricolare, arrivano alle fibre muscolari del cuore.
Quando gli impulsi elettrici arrivano alle fibrille, queste ultime producono le contrazioni dando luogo al battito cardiaco.
Il cuore, proprio a causa della natura elettrica del suo funzionamento, è particolarmente sensibile a qualunque corrente elettrica che proviene dall’esterno, sia essa causata da uno shock elettrico o introdotta volontariamente come nel caso del pace-maker.
La corrente generata dal pace-maker è semplicemente un supporto agli impulsi elettrici prodotti nel nodo seno-atriale e non produce anomalie nel normale funzionamento del cuore ma lo aiuta a correggere certe disfunzioni.
Una corrente esterna che attraversa il cuore potrebbe in questo caso avere effetti molto gravi per l’infortunato perché potrebbero alterarsi la sincronizzazione e il coordinamento nei movimenti del cuore con la paralisi dell’operazione di pompaggio del sangue.
Questa anomalia si chiama fibrillazione ed è particolarmente pericolosa nella zona ventricolare perché diventa un fenomeno non reversibile in quanto il fenomeno persiste anche se lo stimolo è cessato.
Meno pericolosa, grazie alla sua natura reversibile, è invece la fibrillazione atriale.
La fibrillazione ventricolare è reversibile entro i primi due o tre minuti soltanto se il cuore è sottoposto ad una scarica elettrica molto violenta.
Solo così si possono evitare gravi danni al tessuto del cuore stesso, al cervello e nel peggiore dei casi la morte dell’infortunato.
Per raggiungere lo scopo viene impiegato il defibrillatore, un’apparecchiatura medica che applica un impulso elettrico al torace dell’infortunato tramite due elettrodi.
I fattori che possono rendere probabile l’innesco della fibrillazione ventricolare sono diversi.
I più significativi sono:
- l’intensità della corrente che attraversa il corpo; una piccola parte di corrente passa attraverso il cuore.
È molto difficile la determinazione di risultati affidabili poiché, nonostante i numerosi studi che sono stati realizzati per valutare il minimo valore di corrente che può dare inizio a questo fenomeno, l’impossibilità di realizzare esperimenti diretti sull’uomo rende molto difficoltosa una raccolta di dati che sia sufficientemente attendibile;
- percorso della corrente; ogni individuo reagisce in modo diverso al passaggio della corrente per cui la quantità di corrente necessaria ad innescare la fibrillazione può variare da caso a caso; nonostante questo, il percorso seguito dalla corrente ha una grande influenza sulla probabilità d’innesco.
Per questo motivo è stato definito un “fattore di percorso” F (tabella 1) che indica, a parità di corrente, la probabilità che si inneschi la fibrillazione dei diversi percorsi seguiti dalla corrente, considerando come riferimento il percorso mano sinistra-piedi preso uguale a 1.
Il fattore di percorso consente di ricavare il valore delle correnti Ih che hanno la stessa probabilità di innescare la fibrillazione di una corrente Iref, presa come riferimento, relativa ad un percorso mano sinistra-piedi: Ih=Iref/F.
Dalla tabella 1 si può notare che il percorso mano-mano risulta il meno pericoloso, fattore di percorso 0,4, mentre il contatto mano sinistra-torace, fattore di percorso 1,5, il più pericoloso (si configura in questo caso un “luogo conduttore ristretto” dove si devono applicare misure di protezione particolari);
- periodo del ciclo cardiaco in cui si manifesta lo shock elettrico; si ha un istante in cui il ciclo cardiaco normale è molto instabile e, se lo shock elettrico coincide con questo istante, esiste un’elevatissima probabilità di innesco della fibrillazione.
Questo periodo d’instabilità si chiama “periodo vulnerabile” (figura 1);
- durata del contatto; la probabilità d’innesco della fibrillazione aumenta se l’infortunato è in contatto con la corrente esterna per una durata maggiore del ciclo cardiaco.
Tabella 1 - Fattori di percorso
Percorso |
Fattore di percorso |
---|---|
Mani - Piedi |
1,0 |
Mano sinistra - Piede sinistro |
1,0 |
Mano sinistra - Piede destro |
1,0 |
Mano sinistra - Piedi |
1,0 |
Mano sinistra - Mano destra |
0,4 |
Mano sinistra - Schiena |
0,7 |
Mano sinistra - Torace |
1,5 |
Mano destra - Piede sinistro |
0,8 |
Mano destra - Piede destro |
0,8 |
Mano destra - Piedi |
0,8 |
Mano destra - Schiena |
0,3 |
Mano destra - Torace |
1,3 |
Glutei - Mano destra e sinistra / Mani |
0,7 |