
La storia degli allacciamenti di clienti alla rete di media tensione probabilmente nasce agli albori dell’elettrificazione nel nostro Paese, fatta di primi tentativi di trasmissione dell’energia di centrale ai punti di utilizzo, principalmente per l’illuminazione delle vie cittadine. Subito dopo l’elettrificazione ha man mano raggiunto i più piccoli utilizzatori e probabilmente, con l’evoluzione delle applicazioni elettriche nell’industria, la necessità di fissare criteri per gli allacciamenti alla rete di distribuzione è diventata via via più importante.
Ecco, questo potrebbe essere l’inizio del documento fissato da un distributore per conciliare le esigenze di garanzia di servizio con le esigenze di fornitura di energia elettrica da parte dei grandi utilizzatori.
Su questo tema Enel, già durante la fase di nazionalizzazione, ha condiviso con i propri utenti le problematiche inerenti la gestione della propria rete cercando di conciliare le varie esigenze. Uno dei primi documenti emanati da Enel porta il nome di Fascicolo C.U. 1 “Prescrizioni e raccomandazioni tecniche per clienti in media tensione” (figura 1). In esso erano enunciati alcuni obblighi normativi cui era soggetto il cliente, oltre naturalmente a rispettare le condizioni generali riportate nei contratti di somministrazione di energia elettrica.
Indicazioni e, in un certo senso, obblighi, compresi quelli di fornire documentazione atta a verificare lo stato dell’impianto allacciato alla rete, compresa copia della dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico utilizzatore alla Legge 5 marzo 1990, n. 46, della denuncia dell’impianto di terra inviata all’Ispesl e dell’allegato B, copia della lettera che certifica la consegna del fascicolo da parte dell’Enel; certamente anche gli altri distributori hanno intrapreso la stessa strada, qualcuno sfruttando l’esperienza messa in campo dall’Enel in tanti anni. Torniamo al fascicolo DK5600 e domandiamoci, allora, perché nasce? Le ragioni di questo documento le troviamo nel punto 1 “scopo delle prescrizioni”:
“Le presenti prescrizioni hanno lo scopo di definire i criteri e le modalità per la connessione dei clienti alla rete MT di Enel Distribuzione Spa (d’ora in poi denominata semplicemente Enel).
Il documento non contiene le prescrizioni integrative riguardanti i clienti produttori e i clienti con carichi disturbanti (armoniche, flicker, ecc.), per le quali occorre far riferimento ai documenti specifici”. Il documento giunge in un particolare periodo della storia dell’energia elettrica in Italia e, in generale, in Europa: il nuovo contesto storico ha definito l’energia elettrica un prodotto di libero scambio, per cui i vecchi monopoli tanto cari all’Europa del secolo scorso hanno lasciato spazio al libero mercato e, quindi, alla liberalizzazione di tutte le attività legate alla filiera; cioè la generazione, la trasmissione, la distribuzione, la misura e la vendita dell’energia elettrica. In Italia ciò avviene nel 1999 con l’emanazione del cosiddetto decreto Bersani, il decreto legislativo del 16 marzo 1999, n. 79. Da allora governo e regolatore, insieme alle inevitabili azioni indotte dai nuovi attori del mercato - sia produttori nazionali che esteri, nonché gli stessi clienti - hanno cambiato le regole che governavano anche il settore della distribuzione dell’energia elettrica, quindi, il settore degli allacciamenti.
L’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, in pochi anni, ha dovuto ri-regolamentare l’intero settore e stravolgere, in un certo senso, quarant’anni e più di storia di energia elettrica in Italia (periodo della nazionalizzazione).
Su questo fronte si inserisce anche la nuova Delibera 4/04 “Testo Integrato delle disposizioni dell’autorità per l’energia elettrica e il gas in materia di qualità dei servizi di distribuzione, misura e vendita dell’energia elettrica”, le cui finalità sono (articolo 2: finalità e principi generali per la continuità del servizio):
- assicurare una corretta ed omogenea registrazione delle interruzioni da parte delle imprese distributrici, per disporre di indicatori di continuità affidabili, comparabili e verificabili e per consentire una adeguata informazione dei clienti interessati dalle interruzioni;
- migliorare la continuità del servizio a livello nazionale e ridurre le differenze regionali a parità di grado di concentrazione;
- limitare il numero delle interruzioni annue subite dai clienti, introducendo un meccanismo inizialmente limitato ai clienti di maggiori dimensioni;
- favorire la contrattualizzazione di livelli di continuità del servizio e di qualità della tensione superiori agli standard definiti dall’Autorità.
In merito alla continuità del servizio e alla qualità della tensione l’impresa distributrice non può adottare comportamenti discriminatori tra clienti del mercato libero e clienti del mercato vincolato alimentati allo stesso livello di tensione e con analoga localizzazione. Partendo da questi presupposti e rifacendosi alle indicazioni previste dalle Norme CEI (11-1, 11-20, 11-35, 11-37, 64-8, EN 50091/1-1, EN 50160, EN 60282-1, EN 60298, EN 60309-2), nonché al Decreto del Presidente della Repubblica 462 del 22 ottobre 2001 ed alle Prescrizioni Enel DK 5740, DG 10051, DG 10061, DG 2091, nasce il fascicolo DK 5600, la cui quarta edizione è datata marzo 2004 (la terza edizione era dello scorso febbraio 2003, mentre la seconda risaliva al maggio 1994).
L’ambito d’applicazione è, dunque, quello degli allacciamenti alla rete MT a tensione nominale 15 e 20 kV, applicati sia ai nuovi allacciamenti e in occasione del rifacimento di impianti esistenti, che al sistema di protezione in occasione del cambiamento di esercizio della rete MT su cui è allacciato un cliente esistente, da neutro isolato a neutro collegato a terra tramite impedenza, nonché ai locali di misura dell’energia per tutti i clienti dotati di gruppi di misura elettronici (la cui sostituzione è auspicata e cadenzata dalla stessa Autorità).
A tale proposito occorre aprire una piccola parentesi per parlare del “cambiamento dello stato del neutro”.
Come noto, in media tensione, il neutro può essere:
- isolato da terra;
- connesso a terra tramite resistenza;
- connesso a terra tramite impedenza (un esempio è la bobina di Petersen);
- connesso direttamente a terra.
In Italia, l’esercizio delle reti di media tensione avviene generalmente a neutro isolato da terra. Questa scelta risale addirittura al periodo pre-nazionalizzazione, ovvero si tratta di una consuetudine impostata dalle prime società elettrocommerciali e portata avanti dall’Enel durante tutto il periodo della nazionalizzazione. Questa scelta è diventata, però, sempre meno vincolante a causa dell’estensione delle reti MT in cavo con il risultato che la corrente di guasto monofase a terra è cresciuta sempre di più. Questo handicap non sussisteva quando le linee MT erano prevalentemente aeree.
La scelta, dunque, di esercire le reti MT con neutro collegato a terra tramite impedenza va letta principalmente come intenzione di limitare queste correnti di guasto monofase a terra a valori più accettabili, tali da rendere meno onerosa la realizzazione degli impianti di terra. Indubbio è che questa soluzione porta con sé anche il tentativo di migliorare, nel complesso, la qualità del servizio elettrico fornito dal Distributore. A questi benefici si sommano altri indotti quali la limitazione delle sovratensioni, la possibilità di ridurre i rischi dovuti all’arco intermittente e la possibilità di autoestinzione dei guasti monofase. Il Fascicolo DK 5600 inizia riepilogando alcune definizioni normative utili alla comprensione dell’intero documento (vedere box dedicato) e le ragioni per le quali è indicato un determinato valore di tensione di consegna.
Questo valore, è detto, dipende essenzialmente dalla tipologia della rete di distribuzione presente in loco. Il documento si riferisce al valore della tensione di consegna in MT (capitolo 5 “Disposizioni generali”), specificando tra l’altro che questo non è riconducibile alla potenza assorbita ma deve essere valutato caso per caso in relazione alla rete considerata.
Analogo discorso è rivolto all’esercizio della rete MT Enel che è esercita con neutro isolato o messa a terra tramite impedenza costituita da reattanza induttiva e resistenza o da semplice resistenza. È bene precisare a proposito di tensione di consegna che, in tema di allacciamenti, alcuni provvedimenti prezzi indicavano che la soluzione tecnica dell’allacciamento, la tensione di alimentazione e l’ubicazione dei punti di consegna e di misura sono stabiliti dall’impresa fornitrice in base alla situazione degli impianti esistenti nella zona e della potenza massima a disposizione; nel caso di forniture a carattere continuativo o ricorrente con la potenza massima a disposizione non superiore a 33 kW, le consegne sono effettuate in bassa tensione.
Sul tema è intervenuta anche l’Autorità dell’energia elettrica ed il gas, ma senza modificare, al momento, la situazione, né tanto meno i corrispettivi di allacciamento che continuano ad essere calcolati con il metodo forfetario... ma su questo argomento torneremo presto con un approfondimento ad hoc!

