Il problema è, dunque, dell’Azienda distributrice che deve reperire (dai propri trasformatori) altri 9 V! Un eventuale reclamo, però, non potrebbe essere accolto perché la Legge 109/1949 non prevede ancora i nuovi valori. Nei contratti di somministrazione di energia elettrica in bassa tensione si legge, infatti, che la tensione di consegna è 220/380 V con la tolleranza di ± 10%. Del problema, però, molte Aziende distributrici se ne sono occupate, adottando delle tolleranze che potremmo definire “cautelative” tali da premettere un rapido passaggio da un sistema all’altro. Facendo, infatti, un confronto ai valori limite con tolleranza ± 10% al sistema 220/380 V e 230/400 V si possono adottare, ad esempio, i seguenti limiti:
- 220/380 V: + 10% → 242/418 V
- 230/400 V: - 10% → 207/360 V
Questo valori, sembra fatto apposta, rispettano sia il + 6% previsto per il periodo di transizione dalla Norma CEI 8-6 sia il - 10% della Legge 109.:
- 230/400 V: + 6% → 244/424 V
- 220/380 V: - 10% → 198/342 V
La tolleranza | |
Tensione di consegna | 220 V: ± 10% |
Tensione effettiva | 220 V: -10% = 198 V |
Caduta di tensione stimata | 4% |
Tensione ai capi dell\'ultimo utilizzatore | 198 - 4% = 191 V |
Forse, però, ci siamo dimenticati di dire che queste apparecchiature hanno una tensione nominale di 230 V!