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Analisi dei rischi del cancello

Pubblicato: 21 maggio 2012 Categoria: Guide e approfondimenti
Analisi dei rischi del cancello

Se la norma EN 13241-1 è il braccio operativo della Direttiva Prodotti da Costruzione, le norme EN 12453 ed EN 12445 ne costituiscono l’equivalente per la Direttiva Macchine, supportate dalla norma EN 12978 che specifica come devono essere i dispositivi di sicurezza da installare unitamente al cancello. La filosofia di partenza consiste nel considerare come macchina, e come tale quindi trattarla, ogni porta, cancello o qualsiasi altra apertura che viene automatizzata.

Infatti la norma UNI EN 12453, affronta inizialmente il problema dell’analisi dei rischi associati al funzionamento della macchina, cioè in questo caso alla apertura/chiusura automatizzata. Infatti i movimenti di apertura e chiusura possono determinare situazioni pericolose per le persone o per i veicoli che transitano nelle vicinanze, situazioni che vanno analizzate al fine di eliminare il pericolo o ridurre al minimo le conseguenze.

Situazioni pericolose per le porte motorizzate

Nell’articolo 4 della norma EN 12453 vengono elencati i possibili pericoli associati al funzionamento automatizzato della chiusura, e presi in considerazione sia utilizzi corretti che impropri della macchina-cancello:

  1. Pericoli di schiacciamento, cesoiamento, uncinamento, taglio, incuneamento o convogliamento (ad esempio tra il bordo principale di chiusura e la sua battuta, in corrispondenza del lato cerniere, in corrispondenza del bordo inferiore del cancello, etc.). La zona di pericolo si intende estesa da 0 m a 2, 5 m di altezza. In particolare le situazioni di rischio possono essere le seguenti:
    • tra i bordi di chiusura e i bordi opposti delle porte (1);
    • tra i bordi di chiusura dell’anta ed un ostacolo (b) (2)
    • tra ante scorrevoli (3)
    • tra le ante e le parti fisse nelle vicinanze (d) (4)
    • tra gli interstizi e le aperture dell\'anta che cambiano le loro dimensioni durante il movimento dell\'anta(5)
    • sulle parti dell\'anta che sporgono;(6)
    • sulle parti mobili dell\'unità di motorizzazione che sono in grado di provocare lesioni.(7)
  2. Pericoli di impatto od urto fra una persona e la porta in movimento, se l’unità di motorizzazione è sufficientemente potente (8)
  3. Pericoli di sollevamento di persone (nel caso di chiusure con movimento verticale). le porte che si aprono verso l’alto non devono essere in grado di sollevare un adulto o un bambino in modo pericoloso, soprattutto se la porta si trova in un’area pubblica (9)
  4. Pericoli legati all’automazione (ad esempio rischi legati all’alimentazione elettrica o idraulica/pneumatica): devono essere evitati tutti i rischi prodotti dalla sorgente di alimentazione. In particolare dovranno essere evitate le scosse elettriche, l’incendio dovuto al surriscaldamento del motore elettrico, le esplosioni dovute alle sovrapressioni idrauliche o pneumatiche, i guasti nei dispositivi di sicurezza, gli avanzamenti della porta oltre la posizione di fine-corsa una volta fermata l’unità di motorizzazione (10)
  5. Pericoli che si presentano durante la movimentazione manuale della porta a causa di un guasto dell’alimentazione (ad esempio se c’è un’improvvisa ed imprevista rimessa in funzione o se lo sforzo manuale richiesto per movimentare la porta è troppo grande). (11)
  6. Pericoli di intrappolamento da black-out: Le persone non devono essere intrappolate dentro aree dove una porta motorizzata è l’unica via di uscita, anche nel caso di un guasto nell\'azionamento o di assenza dell’alimentazione elettrica. (12)
  7. Pericoli di superamento dei limiti dell’anta, che si traducono in possibili cadute o deragliamenti dell’anta stessa dalla guida (13)
  8. Pericoli legati alla presenza di portoncini. Quando un portoncino per i passaggi pedonali è incorporato in una porta motorizzata, è necessario che il movimento della porta non sia possibile finché il portoncino non sia chiuso in sicurezza (14)
  9. Pericoli causati da un cattivo stato di funzionamento della porta. Un movimento non intenzionale dell’anta può provocare pericoli quali uscite dalla guida e cadute verticali (15)

Visto l’elenco dei possibili pericoli che si possono presentare durante l’uso di una porta motorizzata, ripercorriamolo dall’inizio i vari casi per mettere in evidenza le misure di sicurezza da adottare per proteggere le persone soprattutto, ma anche merci e veicoli.

  • Misure di sicurezza contro pericoli di schiacciamento, cesoiamento, uncinamento, taglio, incuneamento o convogliamento. La norma EN 12453 prevede sei differenti modalità di salvataggio da questi pericoli, da utilizzarsi singolarmente o anche in sovrapposizione fra loro:
    1. Usare distanze di sicurezza dalle zone della porta motorizzata che possono mettere a rischio parti del corpo umano;
    2. Installare dei ripari, tipo coperture, involucri e schermi che possano proteggere fino ad una altezza di 2,5 m e che possano essere rimossi solo con l’ausilio di utensili
    3. Arrotondare il più possibile le parti sporgenti di ante e superfici in modo da evitare i bordi taglienti e/o di limitare al massimo le parti sporgenti che possono causare pericolo alle persone
    4. Utilizzare, per il movimento della porta, comandi senza autoritenuta in modo che l’anta si arresti quando il dispositivo di comando manuale (es. pulsante) viene rilasciato. Se questa misura di sicurezza viene adottata rispettando tutte le seguenti disposizioni, allora da sola permette la protezione dai pericoli di schiacciamento, cesoiamento, etc.
      • L’energia cinetica accumulata dall’anta durante il movimento non deve far si di andare oltre ad una distanza di arresto di 50 mm (se il vano di apertura è ≤ 500 mm) o di 100 mm (se il vano di apertura è > 500 mm);
      • La persona, autorizzata, che comanda la porta deve vedere la porta stessa e non può utilizzare altri comandi se non quello manuale privo di autoritenuta; ad altre persone che non siano autorizzate, deve essere impedito il comando della porta;
      • La velocità del bordo primario di chiusura non deve superare gli 0,5 m/s;
      • Occorre prendere provvedimenti affinché non sia possibile l’attivazione involontaria del comando manuale della porta.
    5. Limitare le forze generate dall’anta della porta quando incontra un ostacolo (vedi in proposito i limiti e le modalità di prova al capitolo 3). in questo caso occorre effettuare delle prove per verificare che queste forze non superino determinati limiti. La limitazione della forza di impatto è un metodo applicabile solo per salvaguardare i pericoli di schiacciamento e cesoiamento, ma non quelli di convogliamento.
    6. Installare dispositivi di protezione sensibili alla pressione (es. bordi o pavimenti sensibili alla pressione) o elettrosensibili (es. infrarossi attivi o ultrasuoni con annesse funzioni di controllo/monitoraggio). Il circuito di comando di questi dispositivi che deve azionare l’automazione, deve impedire il verificarsi di situazioni pericolose in presenza di un guasto singolo.
  • Misure di sicurezza contro i pericoli di impatto od urto fra una persona e la porta in movimento. Le persone possono essere salvaguardate dall’impatto o tramite l’osservanza dei limiti sulla limitazione delle forze dinamiche sviluppate dall’anta durante il contatto, oppure facendo in modo che in nessun caso una persona possa essere toccata dall’anta in movimento. Esiste anche il problema, in qualche modo opposto, del possibile contatto tra veicoli e porta in cui però il danneggiato qui è la porta; alcune scelte installative possono limitare questo rischio (che non è comunque fondamentale) quali illuminare l’area nella quale è installata la porta o utilizzare luci lampeggianti per avvertire del movimento della porta.

  • Misure di sicurezza contro i pericoli di sollevamento di persone. Anche qui è possibile appoggiarsi alla limitazione della forza disponibile per il sollevamento, oppure si può installare un comando senza autoritenuta in combinazione con un commutatore a chiave, oppure ancora ci si potrebbe affidare ad un dispositivo di protezione che arresti il movimento della porta prima che la persona possa essere sollevata ad altezze pericolose
  • Misure di sicurezza contro i pericoli legati all’automazione (unità di motorizzazione e alimentazione).
    • Unità di motorizzazione elettrica: deve rispondere alla norma CEI EN 60335-1 e deve avere un grado di protezione almeno IPX4 per le parti che possono essere esposte a condizioni ambientali esterne.
    • Unità di motorizzazione idraulica e pneumatica: devono rispondere rispettivamente alle norme EN 982 ed EN 983 e devono essere in grado di resistere a tre volte la pressione di funzionamento.
    • Attivazione dell’unità di motorizzazione: l’unità di motorizzazione può essere azionata, manualmente e/o automaticamente, solo se i punti di pericolo della porta sono stati evitati o protetti.
    • Disattivazione dell’unità di motorizzazione: l’unità di motorizzazione viene generalmente disattivata con un comando di arresto di categoria 0 (norma EN 418), ovvero un arresto non controllato che potrebbe portare ad un movimento pericoloso dell’anta anche dopo l’interruzione dell’alimentazione. Se si ritiene tale rischio reale, per evitarlo, è necessario predisporre dei dispositivi, quali freni o simili, che arrestino il movimento dell’anta dopo la disattivazione dell’unità di motorizzazione. Al riguardo la norma UNI EN 12453 richiede il rispetto di una di queste due condizioni:

      • Se lo spazio di apertura dell’anta mobile è inferiore o uguale a 50 cm, il massimo movimento che essa può fare, dopo la disattivazione dell’alimentazione, non deve superare i 5 cm. Se invece lo spazio di apertura è superiore a 50 cm, il massimo movimento concesso non deve superare i 10 cm. Oppure:
      • L’anta mobile deve essere dotata di un bordo di chiusura deformabile con una capacità di deformazione superiore alla distanza di arresto ed in grado di dar luogo ad una forza statica non superiore ai 150 N.

      Se l’interruzione dell’alimentazione avvenisse, o per un guasto o per mancanza della tensione di rete, durante il movimento dell’anta, il successivo riavvio non deve dar luogo a situazioni pericolose.

    • Apparecchiatura elettrica: deve essere realizzata in conformità alla norma CEI EN 60204-1 (CEI 44-5). Per quanto riguarda l’arresto di emergenza, esso viene sconsigliato a causa dei possibili inconvenienti che si possono avere in caso di possibili usi impropri che potrebbero impedire il normale funzionamento e disattivare tutte le sicurezze del cancello. Tuttavia in alcuni ambienti o situazioni potrebbe essere comunque richiesto: in questo caso occorre fare in modo che un eventuale uso dell’arresto di emergenza non riduca la sicurezza del cancello.
    • Disconnessione dell’alimentazione. Ogni porta o cancello motorizzati devono avere un dispositivo di disconnessione dall’alimentazione. Questo dispositivo di sezionamento può essere anche un sistema presa-spina.
  • Misure di sicurezza contro i pericoli che si presentano durante la movimentazione manuale della porta. Nel caso in cui una porta automatizzata possa funzionare anche in modalità manuale, esempio tipico del cancello da aprire in assenza dell’alimentazione elettrica, bisogna prevedere delle misure di sicurezza per evitare incidenti durante l’azionamento manuale:
      • Ci deve essere un interblocco tra il funzionamento motorizzato e quello manuale;
      • I dispositivi per l’azionamento manuale (maniglie, sporgenze) non devono essere posti in punti tali per cui il loro utilizzo possa provocare schiacciamenti cella mano o del corpo dell’operatore;
      • Il massimo sforzo fisico umano ammesso per muovere la porta in caso di guasto della motorizzazione è di 225 N nel caso di porte di autorimesse private e di 390 N nel caso di porte industriali
      • commerciali
  • Misure di sicurezza contro i pericoli di intrappolamento da black-out: sono possibili due filosofie, o si installa una uscita alternativa od un portoncino che si aprano manualmente, oppure se si mantiene la porta motorizzata come unica via di uscita (es. autorimesse), deve essere possibile azionarla anche manualmente in caso di guasto dell’unità di motorizzazione o appunto di black-out

  • Misure di sicurezza contro i pericoli di superamento dei limiti dell’anta, Ovviamente l’anta di una qualsiasi porta motorizzata si deve arrestare nella sua posizione di fine corsa. La norma EN 12453 suggerisce quattro possibilità per ottenere un arresto sicuro:
      • utilizzo di un classico fine corsa elettrico, unito all’uso di respingenti meccanici che siano in grado di assorbire la somma energetica data dalla coppia del motore più l’energia cinetica accumulata dall’anta durante il movimento;
      • prevedere una lunghezza fissa della corsa meccanica dell’anta (es. attraverso un motore lineare, soluzione poco praticata);
      • utilizzo di un classico fine corsa elettrico in combinazione con un fine corsa di emergenza che intervenga scollegando l’alimentazione dell’unità di motorizzazione, in caso di guasto del fine corsa principale;
      • utilizzo di un fine corsa elettronico con funzione di monitoraggio per avere una categoria di sicurezza 2 in base alla norma EN 954-1
  • Pericoli legati alla presenza di portoncini installati nell’anta di una porta motorizzata. Occorre un dispositivo di blocco (es. fine corsa con funzione di monitoraggio per avere una categoria di sicurezza 2 in base alla norma EN 954-1) che impedisca il movimento della porta motorizzata quando il portoncino non è completamente chiuso o arresti il motore della porta nel caso venisse aperto il portoncino.

  • Pericoli causati da un cattivo stato di funzionamento della porta. Per evitare questi pericoli, di carattere meccanico, devono essere analizzati tutti gli aspetti meccanici della porta o del cancello (vedi il capitolo dedicato), in particolare la possibile caduta delle porte ad azionamento verticale in seguito alla combinazione rilascio manuale-guasto sospensioni

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