Gli auricolari minacciano la memoria: da Milano la "cuffietta amica"

Pubblicato: 12 luglio 2008 Categoria: Ultime notizie

L’Università Statale brevetta un prototipo di auricolari a bassa emissione elettromagnetica

Permettono di ascoltare musica sempre e ovunque, o di telefonare anche se le mani sono impegnate tra volante e leva del cambio. Nell’era dell’hi-tech gli auricolari sono ormai diventati un’”appendice” nelle orecchie di giovani e non, ma uno studio dell’università degli Studi di Milano mette in guardia i fan delle cuffiette: »Il campo elettromagnetico prodotto dagli auricolari interferisce con i meccanismi della memoria a breve termine e con la memoria di lavoro«, avverte il team di Michele Mazzanti, docente di Fisiologia alla Statale del capoluogo lombardo.



Oltre ad aver verificato in vitro e sull’uomo l’ipotesi di una possibile interazione fra onde elettromagnetiche liberate dagli auricolari e alcune strutture biologiche vicino all’orecchio, l’equipe meneghina ha messo a punto e brevettato una cuffietta “amica”: un particolare tipo di auricolare che abbatte anche dell’80% l’emissione di onde elettromagnetiche. Come tutti i congegni elettronici, ricorda una nota dell’ateneo, anche gli auricolari emettono un campo elettromagnetico.



L’eventuale danno prodotto da queste emissioni è ancora oggetto di un acceso dibattito internazionale e, ad oggi, la comunità scientifica non ha una posizione condivisa. Tuttavia, in una direttiva sugli inquinamenti ambientali, la Commissione europea si è espressa basandosi sul principio di precauzione: ove possibile, raccomanda cioè di limitare le emissioni elettromagnetiche. Ma secondo misurazioni ad hoc, gli auricolari commerciali più diffusi emettono campi elettromagnetici con potenze fra 50 e 150 microTesla. Ed è stato dimostrato che a questi livelli le onde elettromagnetiche sono in grado di interagire con i tessuti biologici, ricordano gli esperti della Statale milanese. Probabilità che aumenta utilizzando i nuovi auricolari disegnati per essere sempre più "a misura d’orecchio".



Lo sviluppo di auricolari sempre più adattabili all’orecchio umano - continua la nota dell’università degli Studi di Milano - ha portato infatti a un avvicinamento notevole tra il generatore di onde elettromagnetiche e il sistema di traduzione del segnale sonoro (le cellule nervose dell’orecchio interno).



Se da un lato la riproduzione sonora ne ha guadagnato in qualità, questa vicinanza rappresenta un fattore di rischio che si amplifica ancora di più nel caso di utenti giovani, in cui le distanze anatomiche sono minori. E così, misurando l’emissione di onde elettromagnetiche generata da alcuni auricolari commerciali, è stato verificato che a volumi elevati l’emissione elettromagnetica arrivava in alcuni casi a oltre i 200 microTesla.



Nella loro sperimentazione, condotta in vitro (su sistemi cellulari) e in vivo (su volontari), Mazzanti e colleghi hanno osservato che, oltre a un’interazione a livello cellulare, il campo elettromagnetico prodotto dagli auricolari interferisce anche con i meccanismi della memoria. Il lavoro ha portato poi alla realizzazione di un prototipo di auricolare a bassa emissione elettromagnetica, il cui brevetto è stato depositato il 22 maggio scorso. La cuffietta "made in Milano” promette di mantenere inalterate le proprietà di riproduzione del suono.

 

 

 

Fonte: la stampa.it