Teniamo presente però che tale operazione è una verifica grossolana, data la poca sensibilità degli strumenti meccanici e dal momento che viene fatta con una differenza di pressione di 1 bar (all’interno del circuito abbiamo una pressione inferiore di 1 bar rispetto alla pressione atmosferica esterna), normalmente distante dalla pressione operativa del circuito.
Pertanto il circuito che “tiene” in quelle condizioni, potrebbe perdere alla pressione di esercizio del fluido refrigerante utilizzato. Quindi per sicurezza è opportuna un’ulteriore verifica della tenuta, che si fa con la “rottura del vuoto”. Con impianto fermo si apre il rubinetto piccolo dell’unità esterna, riempiendo così le tubazioni e l’unità interna di refrigerante, si richiude il rubinetto e si controllano tutte le giunzioni o i punti di possibile perdita (esempio rubinetti o valvole), tramite un cercafughe elettronico.
L’operazione va ripetuta anche successivamente con l’impianto in funzione, per la verifica delle possibili perdite, dovute alle dilatazioni a causa della temperatura di esercizio. Tutte le valvole di servizio sono fonti di piccole perdite, per cui è bene, una volta utilizzate, richiuderle con il proprio tappo, possibilmente dotato di guarnizione.