Nel caso delle cucine, l’operazione del ricambio dell’aria dove sono installati apparecchi a gas è regolata dalla norma Uni Cig 7129 (impianti a gas per uso domestico alimentati da rete di distribuzione).
In esse, per la ventilazione dei locali, fatta eccezione per gli apparecchi stagni (tipo C) con presa diretta esterna, a tiraggio naturale o forzato, tutti gli altri apparecchi necessitano di aria in quantità sufficiente per la combustione (1 m³ di gas metano richiede circa 11 m³ di aria) che deve pervenire al locale attraverso aperture permanenti, o condotti di ventilazione, con presa diretta dall’esterno.
La sezione libera netta di passaggio deve essere di almeno 6 cmq per ogni kW di portata termica installata, con un minimo di 100 cm2.
La bocca di apertura non deve essere ostruita, deve essere protetta con griglia o rete metallica (tenendone adeguatamente conto nel calcolo della sezione netta richiesta) e deve essere prossima alla quota del pavimento.
Nel caso non sia possibile realizzare l’apertura nella parte bassa del locale, si rende necessario aumentare la sezione della suddetta apertura di ventilazione almeno del 50%.
Oltre al fabbisogno dell’aria comburente si dovrà tenere conto anche del ricambio dell’aria viziata (per un locale uso cucina il ricambio orario di aria è di 3-5 volte il suo volume); di questo flusso si dovrà pure tenere conto nel calcolo della sezione di ventilazione. Nei locali in cui sono ubicati apparecchi di cottura privi sul piano di lavoro del dispositivo di sicurezza per assenza di fiamma (termocoppia), le sezioni libere di ventilazione relative ai soli suddetti apparecchi devono essere maggiorate del 100%.
La sezione minima comunque in tali casi non deve essere inferiore a 200 cmq.
Ai fini della sicurezza per eventuali perdite di gas, è consigliabile realizzare la maggiorazione della sezione libera di ventilazione menzionata a livello del soffitto, e avente sezione minima di 100 cmq.
Per ragioni di sicurezza è consigliabile inoltre, per tutti i locali ospitanti apparecchi a metano, ricavare uno scarico a soffitto per smaltire eventuali perdite accidentali di gas.
Per quanto riguarda l’aerazione dei locali, gli apparecchi a gas di cui al dm 30/10/81, e individuati dalla norma come apparecchi di tipo A, ossia apparecchi che immettono i prodotti della combustione nel locale in cui sono installati e dallo stesso prelevano l’aria necessaria alla combustione, hanno necessità non di una, ma di due aperture, ciascuna della sezione minima di 100 cmq, di cui una per l’afflusso dell’aria comburente e di ventilazione, secondo quanto sopra indicato, e l’altra per lo scarico dei prodotti della combustione, situata nella parte alta di una parete esterna.
Gli apparecchi di cottura devono sempre scaricare i prodotti della combustione all’esterno mediante apposite cappe, che devono essere collegate a camini singoli, a canne fumarie collettive ramificate a uso esclusivo delle cappe, o direttamente all’esterno. In caso non esista la possibilità di applicazione della cappa, è consentita l’installazione di un elettroventilatore la cui azione non deve influenzare la corretta evacuazione dei prodotti della combustione nel caso di apparecchi che prelevino l’aria di combustione dall’ambiente.
In conclusione, per migliorare il microclima nei luoghi in cui si vive, si lavora, si trascorre il tempo libero, la ventilazione può svolgere un ruolo determinante senza presentare eccessive complicazioni.