Un documento di Confartigianato sulla convenienza economica del rifasamento
Cominciamo col ricordare che i vostri consumi di energia reattiva vengono misurati dal Distributore Locale attraverso il contatore fiscale ed è poi il distributore stesso ad applicare sui consumi misurati i corrispettivi (approvati dall'Autorità'), nell'ambito dei costi di trasporto. Scopriamo con un esempio pratico come vengono calcolati questi corrispettivi.
Iniziamo
prima di tutto dall'energia reattiva prelevata, che può essere individuata sia
attraverso la bolletta, come voce a consuntivo, sia leggendo i dati registrati
dal contatore fiscale (a patto che quest'ultimo sia stato programmato dal
Distributore Locale secondo le fasce attualmente in vigore emanate
dall'AEEG).
Ipotizziamo che la nostra azienda abbia attivato una fornitura
multioraria (ovvero con tariffe differenziate per fasce orarie diverse da F1 a
F4) in media tensione con un consumo in F1 pari a 56.800 kVARh di energia
reattiva. Solo una parte dell'energia reattiva assorbita genera costi
aggiuntivi. Cerchiamo ora di capire insieme se a questi assorbimenti di energia
reattiva la nostra "azienda-tipo" in questa fascia oraria ha penali da pagare e
se sì a quanto ammontano.
Per
completare questo calcolo, ci servirà anche il dato di energia attiva consumata
(ovvero il "tradizionale" chilowattora). Nel nostro caso, l'energia attiva
assorbita nella medesima fascia è stata di 64.960 kWh (anche questo agevolmente
verificabile sia in bolletta sia attraverso il contatore, con le stesse
precisazioni di cui sopra). Con questi due dati, possiamo arrivare a calcolare
il "fattore di potenza", o cosfi, che ci consentirà di completare le nostre
valutazioni.
Il
calcolo da effettuare è una semplice operazione algebrica, più difficile da
descrivere che da fare: il cosfi è uguale al totale di energia attiva (64.960)
diviso per la radice quadrata del totale di energia attiva al quadrato (64.9602)
sommato al totale di energia reattiva al quadrato (56.8002). Il "cosfi" della
nostra azienda è dunque pari a 0,752.
Il
cosfi così calcolato ci dà già un primo segnale: la nostra azienda troverà in
bolletta costi aggiuntivi per l'energia reattiva, infatti la regola è che il
cosfi minimo, per non dover pagare penali, deve essere di 0,9. Questo numero
corrisponde ad avere un consumo di energia reattiva inferiore al 50% del
corrispondente valore di energia attiva. Valori di cosfi inferiori alla soglia
0,9 comportano un appesantimento della bolletta soprattutto quando il prelievo
di energia reattiva oltre il "consentito" si ripete nell'arco della giornata
nelle ore che interessano le fasce diurne F1, F2, F3. Non si conteggia l'F4
perché sono considerate "ore vuote". Ad agevolare il Cliente per il controllo
dei consumi di energia reattiva Edison Energia consiglia ai propri clienti
l'adozione di un sistema di telelettura (Energy Data Monitoring) che preleva i
dati direttamente dal contatore, tramite una scheda emettitrice di segnale, e li
aggrega secondo le fasce in vigore e in tempo reale, attraverso il Centro
Servizi Online del sito www.edisonenergia.it, consente di monitorare i consumi
orari e quartorari con particolare riguardo all'energia reattiva, alle penali
applicate e alla reportistica. Adesso vediamo in dettaglio come effettuare (o
controllare) il calcolo dei costi in bolletta.
Reattiva...
Ma quanto ci costi? Piccola guida alla bolletta dell'energia
reattiva.
Proveremo
adesso a quantificare i costi aggiuntivi della nostra azienda per i prelievi di
energia reattiva (i calcoli sono effettuati secondo i corrispettivi dichiarati
dal CIP 15/1993 ed applicati dai distributori locali, con approvazione
dell'AEEG). Abbiamo già visto che la determinazione dei corrispettivi dovuti per
l'energia reattiva è legata al "rapporto" tra il totale dell'energia attiva e
l'energia reattiva assorbite in ciascuna fascia. Il 50% del prelievo totale per
fascia di energia attiva determinerà la "franchigia" entro la quale nessuna
penale è dovuta. Nel nostro caso, questo valore è di 32.480 kVARh (ossia
64.960/2).
I
prelievi di energia reattiva tra il 50 ed il 75% dei valori di energia reattiva
registrati nella fascia considerata sono soggetti al pagamento di un
corrispettivo fissato in 1,518 centesimi di Euro per kVARh e nel nostro caso
raggiungono i 16.240 (ossia 0,75*64.960-32.480 = 16.240). Per gli importi che
invece superano il 75% dei valori di energia attiva registrati nella fascia, nel
nostro caso 8.080 kVARh, i corrispettivi salgono a 1,895 centesimi di
Euro/kVARh. Completando i calcoli, quindi, risulta che questo mese la nostra
azienda pagherà una penale per basso fattore di potenza in F1 pari a circa 400
euro + IVA (ossia 16.240*0,01518 + 8.080*0,01895). L'importo complessivo dovrà
essere calcolato ripetendo questa operazione per tutte le fasce di fornitura,
escludendo (salvo diverse disposizioni del Distributore Locale) la F4. Questo è
un costo che sicuramente potrebbe essere evitato sia con un costante
monitoraggio di prelievi attraverso i servizi di telelettura sia attraverso un
sistema di rifasamento adeguato.
Reagire
alla reattiva: scoprite se vi conviene un impianto di rifasamento. Il "fattore
di potenza" è un indicatore importante non solo per tenere sotto controllo la
vostra fornitura energetica, ma anche per valutare l'andamento e l'efficienza di
alcuni aspetti importanti della vostra produzione. Un elevato assorbimento di
energia reattiva, infatti, comporta diversi svantaggi tecnici, come l'aumento
delle cadute di tensione e le perdite di energia nei conduttori. Quindi,
migliorare questo indicatore significa non solo ridurre i costi ma anche
migliorare l'efficienza degli impianti, evitando danni e inconvenienti. Come
fare? Si può ricorrere ad accorgimenti tecnici che possono essere effettuati
direttamente sugli impianti, oppure è possibile valutare l'introduzione di un
impianto di rifasamento. Nel primo caso (sistema diretto) è necessario
intervenire direttamente sugli impianti dell'azienda, seguendo alcune importanti
linee guida:
- utilizzare motori e trasformatori correttamente dimensionati, in modo che non debbano funzionare a carico ridotto;
- non lasciare in funzione impianti senza carico o a tensioni superiori a quelle nominali, perché tale condizione comporta un maggior assorbimento di potenza reattiva;
- non mantenere in esercizio motori difettosi
Se
tutto ciò non fosse sufficiente occorre allora "rifasare", ovvero inserire nel
vostro ciclo produttivo uno o più "elementi capacitivi" detti "rifasatori". È
questo il sistema "indiretto", che consente di compensare l'eccessiva energia
reattiva richiesta dal carico impedendo che essa venga prelevata dalla rete del
Distributore Locale. Questa opzione non esclude il sistema diretto, ma piuttosto
lo integra.
Per
affrontare la scelta sulle modalità e sugli strumenti per rifasare, è necessario
effettuare valutazioni molto attente e specifiche. Il posizionamento e il
dimensionamento dei condensatori (sono gli elementi capacitivi sopra citati)
deve essere valutato da consulenti esperti in funzione della natura e
dell'andamento giornaliero dei carichi seguendo metodologie di rifasamento
centralizzato, distribuito, "per gruppi" o misto. In ogni caso, per evitare
problemi tecnici (anche rilevanti) o costi eccessivi, vi consigliamo di
ricorrere a competenze mirate, che possano aiutarvi nell'identificazione delle
vostre necessità e della soluzione più adatta al vostro modo di fare impresa. A
tal proposito Edison Energia offre ai propri clienti un servizio chiamato
"Rifasamento" strutturato in modo da fornire al cliente la consulenza necessaria
per comprendere le cause e gli effetti dell'eccessivo prelievo di energia
reattiva dalla rete di alimentazione, l'analisi dei dati di consumo di ciascun
sito, l'identificazione della soluzione impiantistica ottimale "su misura", la
realizzazione e l'installazione del sistema di rifasamento ritenuto più idoneo,
la successiva verifica delle performance e la consegna dell'impianto al
cliente.