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Rifasamento ed energia reattiva

Pubblicato: 19 agosto 2005 Categoria: Notizie tecnico normative

Un documento di Confartigianato sulla convenienza economica del rifasamento

Cominciamo col ricordare che i vostri consumi di energia reattiva vengono misurati dal Distributore Locale attraverso il contatore fiscale ed è poi il distributore stesso ad applicare sui consumi misurati i corrispettivi (approvati dall'Autorità'), nell'ambito dei costi di trasporto. Scopriamo con un esempio pratico come vengono calcolati questi corrispettivi.

Iniziamo prima di tutto dall'energia reattiva prelevata, che può essere individuata sia attraverso la bolletta, come voce a consuntivo, sia leggendo i dati registrati dal contatore fiscale (a patto che quest'ultimo sia stato programmato dal Distributore Locale secondo le fasce attualmente in vigore emanate dall'AEEG).
Ipotizziamo che la nostra azienda abbia attivato una fornitura multioraria (ovvero con tariffe differenziate per fasce orarie diverse da F1 a F4) in media tensione con un consumo in F1 pari a 56.800 kVARh di energia reattiva. Solo una parte dell'energia reattiva assorbita genera costi aggiuntivi. Cerchiamo ora di capire insieme se a questi assorbimenti di energia reattiva la nostra "azienda-tipo" in questa fascia oraria ha penali da pagare e se sì a quanto ammontano.

Per completare questo calcolo, ci servirà anche il dato di energia attiva consumata (ovvero il "tradizionale" chilowattora). Nel nostro caso, l'energia attiva assorbita nella medesima fascia è stata di 64.960 kWh (anche questo agevolmente verificabile sia in bolletta sia attraverso il contatore, con le stesse precisazioni di cui sopra). Con questi due dati, possiamo arrivare a calcolare il "fattore di potenza", o cosfi, che ci consentirà di completare le nostre valutazioni.

Il calcolo da effettuare è una semplice operazione algebrica, più difficile da descrivere che da fare: il cosfi è uguale al totale di energia attiva (64.960) diviso per la radice quadrata del totale di energia attiva al quadrato (64.9602) sommato al totale di energia reattiva al quadrato (56.8002). Il "cosfi" della nostra azienda è dunque pari a 0,752.

Il cosfi così calcolato ci dà già un primo segnale: la nostra azienda troverà in bolletta costi aggiuntivi per l'energia reattiva, infatti la regola è che il cosfi minimo, per non dover pagare penali, deve essere di 0,9. Questo numero corrisponde ad avere un consumo di energia reattiva inferiore al 50% del corrispondente valore di energia attiva. Valori di cosfi inferiori alla soglia 0,9 comportano un appesantimento della bolletta soprattutto quando il prelievo di energia reattiva oltre il "consentito" si ripete nell'arco della giornata nelle ore che interessano le fasce diurne F1, F2, F3. Non si conteggia l'F4 perché sono considerate "ore vuote". Ad agevolare il Cliente per il controllo dei consumi di energia reattiva Edison Energia consiglia ai propri clienti l'adozione di un sistema di telelettura (Energy Data Monitoring) che preleva i dati direttamente dal contatore, tramite una scheda emettitrice di segnale, e li aggrega secondo le fasce in vigore e in tempo reale, attraverso il Centro Servizi Online del sito www.edisonenergia.it, consente di monitorare i consumi orari e quartorari con particolare riguardo all'energia reattiva, alle penali applicate e alla reportistica. Adesso vediamo in dettaglio come effettuare (o controllare) il calcolo dei costi in bolletta.

Reattiva... Ma quanto ci costi? Piccola guida alla bolletta dell'energia reattiva.

Proveremo adesso a quantificare i costi aggiuntivi della nostra azienda per i prelievi di energia reattiva (i calcoli sono effettuati secondo i corrispettivi dichiarati dal CIP 15/1993 ed applicati dai distributori locali, con approvazione dell'AEEG). Abbiamo già visto che la determinazione dei corrispettivi dovuti per l'energia reattiva è legata al "rapporto" tra il totale dell'energia attiva e l'energia reattiva assorbite in ciascuna fascia. Il 50% del prelievo totale per fascia di energia attiva determinerà la "franchigia" entro la quale nessuna penale è dovuta. Nel nostro caso, questo valore è di 32.480 kVARh (ossia 64.960/2).

I prelievi di energia reattiva tra il 50 ed il 75% dei valori di energia reattiva registrati nella fascia considerata sono soggetti al pagamento di un corrispettivo fissato in 1,518 centesimi di Euro per kVARh e nel nostro caso raggiungono i 16.240 (ossia 0,75*64.960-32.480 = 16.240). Per gli importi che invece superano il 75% dei valori di energia attiva registrati nella fascia, nel nostro caso 8.080 kVARh, i corrispettivi salgono a 1,895 centesimi di Euro/kVARh. Completando i calcoli, quindi, risulta che questo mese la nostra azienda pagherà una penale per basso fattore di potenza in F1 pari a circa 400 euro + IVA (ossia 16.240*0,01518 + 8.080*0,01895). L'importo complessivo dovrà essere calcolato ripetendo questa operazione per tutte le fasce di fornitura, escludendo (salvo diverse disposizioni del Distributore Locale) la F4. Questo è un costo che sicuramente potrebbe essere evitato sia con un costante monitoraggio di prelievi attraverso i servizi di telelettura sia attraverso un sistema di rifasamento adeguato.

Reagire alla reattiva: scoprite se vi conviene un impianto di rifasamento. Il "fattore di potenza" è un indicatore importante non solo per tenere sotto controllo la vostra fornitura energetica, ma anche per valutare l'andamento e l'efficienza di alcuni aspetti importanti della vostra produzione. Un elevato assorbimento di energia reattiva, infatti, comporta diversi svantaggi tecnici, come l'aumento delle cadute di tensione e le perdite di energia nei conduttori. Quindi, migliorare questo indicatore significa non solo ridurre i costi ma anche migliorare l'efficienza degli impianti, evitando danni e inconvenienti. Come fare? Si può ricorrere ad accorgimenti tecnici che possono essere effettuati direttamente sugli impianti, oppure è possibile valutare l'introduzione di un impianto di rifasamento. Nel primo caso (sistema diretto) è necessario intervenire direttamente sugli impianti dell'azienda, seguendo alcune importanti linee guida:

  • utilizzare motori e trasformatori correttamente dimensionati, in modo che non debbano funzionare a carico ridotto;
  • non lasciare in funzione impianti senza carico o a tensioni superiori a quelle nominali, perché tale condizione comporta un maggior assorbimento di potenza reattiva;
  • non mantenere in esercizio motori difettosi

Se tutto ciò non fosse sufficiente occorre allora "rifasare", ovvero inserire nel vostro ciclo produttivo uno o più "elementi capacitivi" detti "rifasatori". È questo il sistema "indiretto", che consente di compensare l'eccessiva energia reattiva richiesta dal carico impedendo che essa venga prelevata dalla rete del Distributore Locale. Questa opzione non esclude il sistema diretto, ma piuttosto lo integra.

Per affrontare la scelta sulle modalità e sugli strumenti per rifasare, è necessario effettuare valutazioni molto attente e specifiche. Il posizionamento e il dimensionamento dei condensatori (sono gli elementi capacitivi sopra citati) deve essere valutato da consulenti esperti in funzione della natura e dell'andamento giornaliero dei carichi seguendo metodologie di rifasamento centralizzato, distribuito, "per gruppi" o misto. In ogni caso, per evitare problemi tecnici (anche rilevanti) o costi eccessivi, vi consigliamo di ricorrere a competenze mirate, che possano aiutarvi nell'identificazione delle vostre necessità e della soluzione più adatta al vostro modo di fare impresa. A tal proposito Edison Energia offre ai propri clienti un servizio chiamato "Rifasamento" strutturato in modo da fornire al cliente la consulenza necessaria per comprendere le cause e gli effetti dell'eccessivo prelievo di energia reattiva dalla rete di alimentazione, l'analisi dei dati di consumo di ciascun sito, l'identificazione della soluzione impiantistica ottimale "su misura", la realizzazione e l'installazione del sistema di rifasamento ritenuto più idoneo, la successiva verifica delle performance e la consegna dell'impianto al cliente.