Le prove di continuità elettrica fanno parte integrante della verifica dell’impianto elettrico e di messa a terra “a regola d’arte” e pertanto, l’importanza della loro conduzione non può essere trascurata. La continuità dei conduttori di terra, di protezione ed equipotenziali è una delle condizioni previste nella protezione contro i contatti indiretti per interruzione automatica dell’alimentazione.
La norma CEI 64-8 precisa le condizioni generali e specifiche dei collegamenti, sia tra i diversi componenti dell’impianto di terra, sia nei confronti delle parti che devono essere protette. Inoltre, la norma enumera i principi generali di efficienza dell’impianto di terra al momento dell’installazione, da mantenere poi nel tempo. Resta ovvio che l’efficienza dell’impianto di terra non può essere garantita all’inizio e nel tempo senza le necessarie e previste verifiche. Le prove devono essere effettuate secondo quanto previsto dalla stessa norma. Da notare che in questo caso specifico si parla di “prova”, invece che di “misura”, in quanto lo scopo non è di misurare l’entità della resistenza esistente tra due diversi punti dell’impianto di terra e confrontare la lettura rispetto ad un valore di soglia che la norma non prevede. Si tratta invece di una prova del tipo sì/no che come esito non fornisce un valore, ma direttamente la risposta (appunto un sì o un no) in merito alla prevista continuità.
Tenuto conto delle specifiche condizioni di ciascun modo o regime di collegamento a terra, le prove di continuità devono essere effettuate in quanto espressamente previste dalla norma:
- nei sistemi TN in aggiunta alle misure di
impedenza anello di guasto;
- nei sistemi TT;
- nei sistemi IT, la prova di continuità, se
va eseguita, deve seguire i criteri fissati dal progettista o dall’installatore;
- protezione per separazione
elettrica.