
Lo sganciatore termico (fig. 2) è costituito da due lamine metalliche unite fra
loro che presentano un diverso valore del coefficiente di dilatazione termico.
La bilamina è interessata, direttamente o indirettamente, dalla corrente che circola
nel circuito da proteggere. All\'aumentare della corrente il calore sviluppato
per effetto Joule provoca un aumento della temperatura della bilamina con conseguente
dilatazione. Il diverso coefficiente di dilatazione determina un allungamento
diverso delle due lamine e quindi la lenta deformazione delle stesse.
La deformazione viene sfruttata per sganciare un arpionismo che rilascia una molla,
precedentemente caricata con la chiusura manuale dell\'interruttore, provocando
l\'apertura dei contatti dell\'interruttore.
Allorché la corrente diventa troppo elevata, i tempi di intervento della lamina
bimetallica non sono più accettabili e deve intervenire lo sganciatore magnetico
(fig. 3). Il funzionamento dello sganciatore magnetico è basato sulla forza che
viene esercitata su un nucleo mobile in ferro da un elettromagnete. Il
nucleo mobile è sottoposto a due forze opposte, quella magnetica di attrazione
verso il nucleo magnetico e quella di una molla caricata in fase di chiusura manuale
dell\'interruttore. In caso di cortocircuito lo sganciatore interviene in tempi
brevissimi vincendo l\'azione della molla che provoca l\'istantanea l\'apertura del
circuito sede del guasto.




