Pubblicato: 1 aprile 2012
Categoria: Guide e approfondimenti

L’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul
Lavoro periodicamente emana delle sorte di linee guida sui diversi
argomenti riguardanti la sicurezza sul lavoro. In particolare,
sull’illuminazione delle postazioni di lavoro e sui possibili effetti lesivi
della salute dei lavoratori derivanti da una scarsa e/o inefficace
illuminazione, le indicazioni dell’ISPESL sono le seguenti:
“I luoghi di lavoro devono essere adeguatamente illuminati. A tal fine è opportuno che siano dotati di:
- una quantità di luce adeguata per una corretta visibilità
nell’ambiente di lavoro e, in particolare, per lo specifico compito visivo da
svolgere;
- una distribuzione ed una collocazione adeguata delle fonti
(naturali e/o artificiali) di illuminazione, atte ad evidenziare eventuali
situazioni di pericolo (ostacoli, spigoli vari, ecc.) e ad evitare fenomeni di
abbagliamento;
- una qualità dell’illuminazione che consenta di distinguere
convenientemente i colori.
La carenza di tali requisiti può produrre conseguenze sulla corretta regolazione dell’apparato visivo, con effetti su:
- nitidezza dell’immagine: più l’oggetto da osservare è
vicino e di ridotte dimensioni, maggiore è lo sforzo che viene richiesto
all’apparato visivo per vedere nitidamente; più l’illuminazione dell’oggetto è
debole, più la nitidezza è ridotta ed aumenta lo sforzo di
accomodamento;
- adattamento alla quantità della luce: gli oggetti
riflettono in modo diverso la luce a seconda del loro colore (chiaro o scuro) e
della loro superficie (opaca o brillante); i cambiamenti rapidi di direzione
dello sguardo e/o la presenza nel campo visivo di zone a luminosità molto
differenziata, impongono all’occhio una complessa attività di regolazione: per
questa ragione occorre evitare tanto la visione diretta delle sorgenti luminose
di notevole intensità, quanto i loro riflessi fastidiosi (dovuti a schermi,
cristalli, vernici brillanti, ecc.); i contrasti sono tuttavia utili: un oggetto
sarà più o meno facilmente visibile a seconda del contrasto dello stesso al
fondo;
Gli effetti sulla salute:
- La necessità di effettuare molteplici regolazioni della vista a causa di sfavorevoli condizioni di illuminazione, in rapporto con le operazioni da compiere, può affaticare sensibilmente l’apparato visivo; detto fenomeno che si manifesta agli inizi con irritazione degli occhi, finisce per determinare veri e propri disturbi. Inoltre, la postura, eventualmente assunta per compensare insufficienti o inidonee condizioni di illuminazione del posto di lavoro, può provocare disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico.
I principi di prevenzione
- Al fine di prevenire i danni alla salute imputabili all’illuminazione, occorre adottare i correttivi che le norme di legge o di buona tecnica prescrivono in relazione alle possibili causali di rischio (tendaggi, corretto posizionamento della postazione di lavoro rispetto alle fonti di illuminazione, adeguamento della intensità,...). Quanto, infine, alla intensità ed alle caratteristiche della illuminazione, è opportuno che esse vengano adeguate in relazione alle esigenze connesse al tipo di lavorazione/attività espletata. Contro l’incidenza diretta o riflessa del flusso luminoso, possono essere adottate schermature, tendaggi, veneziane preferibilmente a lamelle orizzontali. Effetti positivi possono riscontrarsi, inoltre, prevedendo, ove possibile, il corretto posizionamento delle postazioni di lavoro rispetto alle fonti di illuminazione, di cui dovrà curarsi la costante manutenzione e pulizia, soprattutto per le superfici vetrate o illuminanti”.
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