Nell’ipotesi che non siano presenti collegamenti del neutro lungo la linea e che i due impianti di terra siano indipendenti (sufficientemente distanti) la situazione è rappresentata dallo schema evidenziato nella figura 10, ove anziché le impedenze dei conduttori di fase e del neutro vengono considerate le resistenze, approssimazione valida per i conduttori in cavo di sezione modesta. Applicando il teorema di Thevenin si ha:
VAB = Rn · |
UO |
Req = |
Rf · Rn | |
(Rf + Rn) |
Rf + Rn |
da cui si deduce che la corrente che interessa i dispersori di terra vale:
IE = |
VAB |
= |
Rn · UO |
Req + REn + REu |
(Rn · Rf) + (REn +
REu) · (Rn +
Rf) |
Questa corrente è quella intercettata dal dispositivo differenziale e
pertanto si avrà l’intervento del dispositivo differenziale, se essa assume un
valore superiore a quello più elevato della corrente nominale dei dispositivi
differenziali installati nell’impianto.
Assumendo:
- la resistenza del conduttore di fase uguale a quella del neutro (Rf = Rn = RC),
- la resistenza globale dell’anello di terra REG pari alla somma delle resistenza di terra del neutro e dell’impianto utilizzatore;
- la tensione nominale della rete Uo = 230 V, si ottiene:
IE = |
UO |
= |
230 |
RC + 2 · REG |
RC + 2 · REG
|
da cui evidenziando la resistenza globale di guasto si ha:
REG = |
230 - RC · IE |
2 · IE |
La corrente che percorre il conduttore neutro è pari a:
In = |
UO · REG |
RC (RC + 2 ·
REG) |
La corrente che transita sul conduttore di fase risulta:
IF = UO |
RC + REG |
RC · (RC + 2 ·
REG) |
Nella tabella 1 sono evidenziati i valori minimi della resistenza di terra complessiva (resistenza messa a terra del neutro + resistenza di terra dell’impianto utilizzatore), in funzione della corrente che transita nei dispersori di terra corrispondente ai valori delle correnti nominali dei dispositivi differenziali di comune impiego, in considerazione di alcuni valori maggiormente rappresentativi della resistenza dei conduttori.
Il confronto qualitativo che emerge dalle relazioni e dai risultati dei calcoli riportati nella tabella mette in evidenza che:
- i dispositivi differenziali intervengono per la maggioranza dei casi nell’ipotesi di contatto fase – terra a valle del dispositivo differenziale;
- la resistenza dei conduttori influenza marginalmente il valore della corrente che circola nei dispersori di terra, mentre è determinante per il valore della corrente che percorre il conduttore neutro;
- il valore della resistenza complessiva REG (REn +REu) diminuisce all’aumentare della corrente di terra.
Tabella 1 - Ipotesi di guasto con contatto
fase-terra | |||
Tensione nominale U0 (V) | 230 | ||
Corrente che transita nell\'impianto di
terra* IE (A) |
Resistenza di terra
complessiva (REn + REu) REG (Ω) |
Resistenza conduttore RC (Ω) |
Corrente che transita sul conduttore
neutro In (A) |
0,03 | 3833,2 3832,8 3830,8 |
0,25 1 5 |
459.99 114,99 22,99 |
0,1 | 1149,9 1149,5 1147,5 |
0,25 1 5 |
459,95 114,95 22,95 |
0,3 | 383,2 382,8 380,8 |
0,25 1 5 |
459,85 114,85 22,85 |
0,5 | 229,9 229,5 227,5 |
0,25 1 5 |
459,75 114,75 22,75 |
1 | 114,9 114,5 112,5 |
0,25 1 5 |
459,5 114,5 22,5 |
* Valori corrispondenti ai valori abituali della corrente nominale dei dispositivi differenziali |
La tensione totale di terra sull’impianto utilizzatore, assimilata, a favore della sicurezza, con quella di contatto vale:
UEUT = |
UO · RUE |
RC · + 2 ·
REG |
Da quest’ultima relazione si deduce che la tensione totale di terra è alquanto minore rispetto alla tensione totale di terra che si stabilisce quando non è presente la connessione accidentale.
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