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Interruttori di manovra-sezionatori

Pubblicato: 23 aprile 2012 Categoria: Altro
Interruttori di manovra-sezionatori
Sin dal loro apparire (negli Stati Uniti all’inizio del ‘900) sorse la necessità di individuarne diverse tipologie (vedasi box) in funzione dell’impiego. Parallelamente, negli anni, si è avuto lo sviluppo normativo che ha portato all’individuazione precisa delle caratteristiche, anche in termini prestazionali, che le diverse apparecchiature devono possedere.

L’assetto attuale prevede una famiglia di norme di prodotto che fanno capo alla norma internazionale IEC 947-1 (classificazione europea ed italiana CEI EN 60947- 1) che funge da capofamiglia, ovverossia indica le definizioni generali, le caratteristiche e le tipologie di prova valide per tutti gli apparecchi, demandando poi alle specifiche norme di prodotto il compito di indicare al costruttore le linee guida per la costruzione di una determinata apparecchiatura. In tal modo è la Parte 3 della norma CEI EN 60497 (la cui quarta edizione è stata pubblicata nell’agosto 2000) che si occupa di: “Interruttori di manovra, sezionatori, interruttori di manovra - sezionatori e unità combinate con fusibili”.

Gli interruttori di manovra-sezionatori costituiscono un elemento importante nella progettazione e nell’esercizio delle reti di bassa tensione perché vengono utilizzati sia per il sezionamento di linee sia, quando associati a fusibili, come dispositivi di manovra e di protezione; in quest’ultimo caso la norma identifica il dispositivo con il nome di “unità combinata con fusibili” e precisa che detta unità deve essere montata dal costruttore o in accordo con le sue istruzioni, non potendo tollerare improvvisazioni o combinazioni lasciate al caso che potrebbero fortemente pregiudicare la sicurezza.

Riferendosi alle definizioni normative fornite nel box relativo alle apparecchiature di manovra è possibile affermare che un interruttore di manovra diventa sezionatore quando in posizione di aperto assicura una distanza di sezionamento (apertura contatti) che soddisfa condizioni specificate ed inoltre che è provvisto di idoneo dispositivo visivo atto a segnalare la posizione dei contatti mobili. Un siffatto apparecchio, che racchiude in sé entrambe le caratteristiche, viene definito dalla norma: interruttore di manovrasezionatore e deve possedere le caratteristiche nel seguito identificate:

  1. Tipo di apparecchiatura. Devono essere indicati il numero dei poli e la natura della corrente (alternata sinusoidale o continua).
  2. Valori nominali e valori limite delle tensioni e delle correnti. Tra le prime, quelle di maggior rilevanza sono la tensione nominale di impiego Ue e la tensione nominale di tenuta ed impulso Uimp, che fornisce il valore limite al quale l’apparecchio può resistere in presenza di sovratensioni transitorie che possono verificarsi nell’impianto.

    Relativamente alle correnti, oltre alla corrente nominale d’impiego Ie vi sono le correnti convenzionali termiche in aria libere Ith e in involucro Ithe; la prima deve essere almeno uguale al valore della corrente nominale dell’apparecchio posto in funzione continuativa per otto ore, mentre la seconda (Ithe) viene stabilita dal costruttore in relazione ad uno specifico involucro ove l’apparecchio deve essere mantenuto. Di notevole importanza inoltre, ai fini delle prestazioni dell’apparecchiatura, sono i valori assegnati dal costruttore per quanto concerne la tenuta al circuito; in particolare i valori della:

    1. corrente ammissibile in breve durata ICW ossia il valore della corrente di cortocircuito che l’apparecchiatura è in grado di sopportare per un tempo t = 1s;
    2. potere di chiusura nominale in cortocircuito Icm, ossia il massimo valore di picco della presunta corrente di cortocircuito.
  3. Categoria di utilizzazione. Viene identificata dai valori delle tensioni e delle correnti espressi come multipli dei valori nominali di impiego del dispositivo e dal fattore di potenza del circuito; nella tabella 1 vengono riportate le categorie previste dalla norma in relazione alle applicazioni tipiche sia per correnti alternate sia per correnti continue.
  4. Circuiti di comando e circuiti ausiliari. Relativamente ai primi vengono identificate quelle grandezze (ad esempio la tensione) che compare tra i contatti e che in taluni casi (la presenza di trasformatori, raddrizzatori, ecc.) può essere diversa dalla tensione applicata ai terminali d’ingresso; relativamente invece ai circuiti ausiliari vengono fornite indicazioni circa il numero ed il tipo di contatto, conformemente a quanto sui contatti, ossia la Cei EN 60947-5-1. Un riassunto delle definizioni utilizzate per le diverse apparecchiature, nonché il loro corretto simbolo grafico da utilizzare negli schemi elettrici, è mostrato nella tabella 2. sulla norma di prodotto, aiuta a comprendere la funzionalità dell’apparecchiatura e le prestazioni ad essa richieste; ben più rilevante, ai fini della progettazione elettrica e dell’assemblaggio degli interruttori di manovra-sezionatori negli impianti elettrici è quanto viene indicato nelle norme cosiddette di “impiego”, volte ad indicare, in relazione alle funzioni ed alla categoria di utilizzo dell’apparecchio, la corretta scelta dei vari dispositivi ed il loro inserimento all’interno di uno specifico impianto e/o quadro elettrico. A tale scopo la norma di riferimento è la CEI EN 60204-1 “Sicurezza del macchinario. Equipaggiamento elettrico delle macchine” che, in armonia con il DPR 24 luglio 1996, n° 459 (meglio noto come Direttiva Macchine), prescrive che per ogni alimentazione deve essere previsto un dispositivo di sezionamento a comando manuale, indicando esplicitamente alla lettera a) dell’art. 5.3.2 (Tipo del dispositivo): “un interruttore - sezionatore, con o senza fusibili, conforme alla Norma Europea EN 60947-3 nelle categorie di impiego AC-23B o DC-23B”.

Tabella 1 - Categorie di utilizzazione
Natura della corrente
Categoria di utilizzazione
Applicazioni tipiche
Categoria A
Categoria B
Corrente alternata

AC-20A (*)
AC-21A

AC-22A

AC-23A

AC-20B (*)
AC-21B

AC-22B

AC-23B

  • Chiusura e apertura a vuoto
  • Manovra di carichi resistivi con sovraccarichi di modesta entità
  • Manovra di carichi misti, resistivi e induttivi con sovraccarichi di modesta entità
  • Manovra di motori o altri carichi altamente induttivi
Corrente continua

DC-20A
DC-21A

DC-22A

DC-23A

DC-20B
DC-21B

DC-22B

DC-23B

  • Chiusura e apertura a vuoto
  • Manovra di carichi resistivi con sovraccarichi di modesta entità
  • Manovra di carichi misti, resistivi e induttivi con sovraccarichi di modesta entità (per es.motori in derivazione)
  • Manovra di carichi altamente induttivi (per es. motori di serie)
(*) I suffissi A e B indicano rispettivamente applicazioni frequenti o non frequenti; queste ultime, per esempio, si riferiscono a sezionatori manovrati soltanto in occasione di lavori di manutenzione