Come si sa l’obiettivo per l’impianto di terra è quello di fare in modo che ogni guasto a terra non risulti pericoloso dal punto di vista dei contatti indiretti per gli utenti come per gli operatori del distributore.
Ciò naturalmente col minor disagio possibile per tutto il servizio di distribuzione.
Il distributore deve comunicare all’utente il valore della corrente di guasto monofase a terra If e il tempo tf, che il dispositivo di protezione posto a monte impiega per interromperla.
Le reti di media tensione sono gestite oggi con il neutro isolato o a neutro compensato.
La tendenza è quella di completare in tempi abbastanza brevi il passaggio dal primo tipo di gestione al secondo tipo.
Ma non è escluso che dal nuovo tipo, cioè quello a neutro compensato, il distributore non possa ritornare magari temporaneamente a quello a neutro isolato.
Pertanto si chiede all’utente di dimensionare il proprio impianto di terra, che deve garantire la protezione degli utenti e degli operatori del distributore, per entrambe le situazioni.
La norma non distingue quanto le probabilità di sussistenza nel tempo dei due regimi di gestione del sistema siano tra loro significativamente diverse.
L’utente deve, quindi, garantire condizioni di sicurezza in entrambe le situazioni: sia nel caso di gestione del sistema a neutro isolato che a neutro compensato.
Nel primo caso il distributore deve aver comunicato il valore della corrente di guasto a terra (If) specifica di ogni impianto.
Come si sa esso dipende dalla tensione di esercizio del sistema, dalla tipologia delle condutture (aeree o in cavo) presenti e dall’estensione dell’impianto.
A tensioni e ad estensioni maggiori, come all’utilizzo di condutture in cavo corrispondono valori di corrente più elevati.
Si raggiungono abbastanza facilmente per sistemi a 20 kV valori di qualche centinaio di ampere (300/400 A).
Si deve ben ricordare che tale corrente è di tipo capacitivo e che quindi i normali interruttori di manovra non sono in grado di interromperla.
Non è possibile pertanto pensare di abbinare nelle più modeste realtà impiantistiche ad un normale interruttore di manovra un relè con toroide per garantire la protezione contro i guasti a terra.
Nel caso di gestione del sistema a neutro compensato la corrente di guasto a terra è determinata, al contrario, in misura determinante dal valore della resistenza messa in parallelo all’induttanza di compensazione dal distributore.
La norma si occupa per i sistemi di Mt solo di quelli con tensione nominale pari a 20 kV e a 10 kV.
Eventualmente per altri diversi valori di tensione nominale del sistema il valore della corrente di guasto a terra si può ricavare applicando semplicemente la proporzionalità diretta.
In genere le indicazioni del distributore sono le seguenti: corrente di guasto a terra pari a 50 A per sistemi a 20 kV e pari a 40 A per sistemi pari a 15 kV.
È singolare notare che il tempo di eliminazione del guasto (tf) in questa situazione è in genere maggiore di 10 s.
Rimane molto singolare questa modalità di determinazione del tempo di intervento delle protezioni, che lo lascia praticamente indeterminato e che meriterebbe qualche commento/precisazione.
Si afferma nella Rtc che le modifiche e gli interventi, che si rendono necessari sull’impianto di terra, rimangono sempre a carico dell’utente.