Il salvamotore

Pubblicato: 7 luglio 2012 Categoria: Altro

Un discorso a parte merita il salvamotore, un dispositivo in grado di segnalare la condizione di sovraccarico o malfunzionamento di un motore elettrico o d’interromperne automaticamente l’alimentazione. Esso si basa sull’effetto di dilatazione generato dal riscaldamento dei metalli. In pratica, il salvamotore è installato sul cavo che alimenta il motore e, quando il motore si blocca per un effetto meccanico o (nei sistemi trifase) perché viene a mancare una fase, esso rileva un eccessivo assorbimento ed interrompe automaticamente l’energia elettrica salvaguardando l’integrità del motore.

I salvamotori vengono costruiti con tarature diverse e comunque con la possibilità di intervenire sulla taratura dentro un range predeterminato. Per selezionare un salvamotore occorre conoscere alcuni parametri del motore: la tensione di funzionamento, la potenza assorbita, il numero di fasi. Per evitare che durante il funzionamento il salvamotore intervenga senza motivo, bisogna misurare con una buona pinza amperometrica l’assorbimento effettivo del motore e poi tarare il salvamotore. Sono disponibili vari tipi di salvamotore, descritti qui sotto. I salvamotori meccanici (fusibili) sono molto economici, ma sono anche i meno efficienti, soprattutto con impianti trifase, pertanto sono da accoppiare ad una protezione magnetica. I fusibili sono inseriti a monte e in serie ad ogni singolo carico. Per ogni carico ne serve uno per fase, quindi per i carichi monofase o civili ne è sufficiente uno, mentre per i carichi trifase o industriali ne occorrono tre. I salvamotori elettromeccanici esterni al motore (termica o magnetotermica) sono inseriti in serie al circuito di alimentazione del motore e a monte del carico.

Ne è sufficiente uno solo, da collegare in serie al carico per garantire la sicurezza alla macchina o alle macchine, ma anche agli allacci dell’impianto elettrico. Questi dispositivi sono regolabili nella soglia d’intervento, in modo che un solo dispositivo possa essere utilizzato per carichi diversi o per poterlo regolare ad un carico che ha modificato le sue caratteristiche con l’avanzare del tempo. Essi stimano la temperatura dentro il motore, simulando l’effetto termico nel motore tramite la corrente assorbita. Se viene superato il livello di taratura, essi tolgono l’alimentazione al motore, tramite un relè o un teleruttore. I salvamotori elettromeccanici interni al motore non sono altro che interruttori termici di tipo PTC, che agiscono con l’aumento della resistenza. Il dispositivo ha la forma di una pila d’orologio, ma più grande, inserito a stretto contatto dell’avvolgimento statorico.

Nel caso l’interruttore termico venga sottoposto ad una temperature superiore a quella d’esercizio normale, esso toglie l’alimentazione al motore e finché l’interruttore termico non si raffredda non permette al motore d’avviarsi. I salvamotori elettromeccanici interni generalmente sono più di uno per motore, generalmente tre, questo perché il motore potrebbe surriscaldarsi in modo non omogeneo, soprattutto nei motori trifase nel caso manchi una fase d’alimentazione, altrimenti si rischia che il salvamotore non intervenga. I dispositivi sono collegati generalmente in serie tra di loro, per aprire il circuito di alimentazione quando interviene uno qualsiasi dei vari salvamotori. Un altro caso è quello di collegamento in parallelo, ma questa soluzione è la meno sicura, perché nel caso fosse solo una la fase sovraccaricata si brucerebbe ugualmente il motore. Questo tipo di collegamento viene utilizzato per ridurre il numero d’interventi del salvamotore.

I salvamotori elettronici sono esterni, ma hanno una parte che deve essere interna al motore. Si tratta dei sensori di temperatura PTC (termistori). La presenza dei sensori nel motore dipende dalla casa costruttrice. Mentre il dispositivo esterno è uno solo, i sensori interni sono collegati tra di loro secondo la scelta della casa costruttrice, mentre la parte esterna del dispositivo salvamotore è collegato in parallelo al carico. I casi in cui interviene il salvamotore sono normalmente i seguenti: avviamento del motore troppo lento, troppi avviamenti ravvicinati, rete non stabile con eccessive variazioni di tensione o di frequenza, rotore bloccato, eccessiva coppia resistente