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I colori non spettrali

Pubblicato: 27 giugno 2006 Categoria: Altro
I colori non spettrali
A tutto ciò c’è però un’importante eccezione. Come noto lo spettro del visibile ha come colori estremi rosso e violetto. In base al concetto di lunghezza d’onda dominante, la mescolanza di una particolare lunghezza d’onda nella zona del rosso con una nel violetto dovrebbe produrre una sensazione di colore equivalente a quella di una lunghezza d’onda intermedia, cioè qualcosa che cade nella regione del giallo-verde. La sperimentazione è il più severo banco di prova per ogni teoria ed anche in questo caso sembrò far vacillare l’idea di lunghezza d’onda dominante. Come è infatti facile constatare, la mescolanza delle due lunghezze d’onda estreme fornisce tutta una serie di “sfumature” di viola.

Più tardi si scoprì che tali tinte non sono presenti nello spettro (esse non si trovano cioè tra i colori generati da un prisma di Newton): per questo motivo esse sono indicate come colori non spettrali. È consuetudine dunque fare distinzione tra colori spettrali (quelli associabili ad ogni singola lunghezza d’onda compresa tra 380 e 780nm) e colori non spettrali (la famiglia dei viola). Si faccia attenzione che a tale famiglia non appartiene il violetto che è invece un colore spettrale, cioè “fisicamente diverso” dai viola (anche se viene spesso con essi confuso). Dato che i viola sono ottenuti dall’unione dei due estremi dello spettro si è stabilito, ai fini di una loro classificazione, di assumere tale famiglia come linea di congiunzione tra tali estremi (figura 4) il che permette di chiudere su se stessa, in modo ciclico, la gamma dei colori spettrali. Ciò è quanto comunemente avviene nell’analisi dell’armonia dei colori.