
Il contatto indiretto può essere altrettanto pericoloso del contatto diretto con la persona che risulta esposta ad un rischio che dipende dal valore della tensione, dalla superficie di contatto, dalla durata del contatto, dal tipo di ambiente e dalle condizioni fisiologiche della persona. Scopo della protezione è quello di impedire il passaggio della corrente attraverso il corpo oppure quello di interrompere il circuito entro un tempo stabilito dalle curve di sicurezza o, ancora, di limitare la corrente ad un valore non pericoloso. La protezione che più frequentemente viene adottata è quella con interruzione automatica dell’alimentazione associata ad un apposito impianto di terra. La protezione consiste nell’interrompere la corrente in tempi sufficientemente brevi prima che si producano danni irreversibili alla persona. I tempi di interruzione sono desunti da una curva corrente/tempo, stabilita da norme internazionali, che fornisce la massima corrente che il corpo umano può sopportare per un determinato tempo.
Da questa curva derivano le curve di sicurezza tensione/tempo per gli ambienti ordinari e particolari sulle quali è possibile ricavare il massimo valore di tensione di contatto sopportabile nelle diverse condizioni. Il alternativa a questo tipo di protezione la norma CEI 64-8 propone altre misure di protezione da utilizzare, purché non in contrasto con gli altri sistemi di protezione, anche nell’ambito dello stesso impianto e che possono essere così riassunte:
- componenti di classe II o con isolamento equivalente;
- bassissima tensione di sicurezza, sistema SELV, PELV e FELV;
- limitazione della corrente e/o della carica elettrica;
- luoghi non conduttori;
- collegamento equipotenziale locale non connesso a terra;
- separazione elettrica.
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