Le elettrovalvole nell'integrazione tra componenti pneumatici, elettrici ed elettronici. Guida e comparazione tra automatismi totalmente pneumatici ed elettropneumatici

Elettrovalvole: l'integrazione tra componenti pneumatici, elettrici ed elettronici
La sempre più stretta integrazione tra componenti pneumatici, elettrici ed elettronici permette di realizzare impianti automatici aventi quelle caratteristiche di potenzialità, flessibilità, complessità e personalizzazione rispondenti alla moderna produzione industriale.
Le apparecchiature di controllo che consentono di ottenere impianti con le caratteristiche citate precedentemente sono di tipo elettronico e programmabile (controllori logici programmabili e personal computer dotati di apposite interfacce).
Gli impianti sono realizzati integrando gli attuatori meccanici pneumatici ed elettrici con i sistemi di controllo elettronici; in particolare, come si vedrà meglio in seguito, con strutture di controllo distribuito con più PLC interconnessi o PLC interconnessi mediante linee di interscambio dei dati.
I componenti che hanno la funzione di trasduttore tra i segnali elettrici provenienti dalle unità di controllo e la pneumatica sono le elettrovalvole che, a loro volta, comandano gli attuatori pneumatici. L’uso di apparecchiature elettroniche di controllo, inoltre, determina la necessità di utilizzare una serie di dispositivi elettrici ed elettronici (ad esempio, i sensori e i trasduttori pneumoelettrici come i pressostati), al fine di avere un’omogeneità che favorisca la costruzione e l’utilizzo dell’impianto.
Fig.1: Comparazione tra automatismi totalmente pneumatici ed elettropneumatici: a) Struttura totalmente pneumatica - b) Struttura elettropneumatica
(Clicca sull'immagine per ingrandire)
Impianto totalmente pneumatico
La scelta di un impianto completamente pneumatico va fatta in relazione alle esigenze di funzionalità ed economicità dell’automazione richiesta; bisogna comunque sottolineare che per economicità deve intendersi non solo il costo dei componenti, ma anche quello relativo al loro montaggio, al collegamento e alla manutenzione. Tali considerazioni diventano particolarmente significative se l’automazione appartiene ad una macchina prodotta in serie.
Quando l’ambiente presenta sostanze esplosive, è assolutamente necessario l’impiego di un sistema di comando ad aria compressa, in quanto un sistema elettrico-elettronico richiederebbe notevoli protezioni, risultando antieconomico.
Un impianto automatizzato totalmente pneumatico comporta:
- dei cilindri pneumatici;
- una valvola a comando pneumatico associata ad ogni attuatore (per esempio, cilindro);
- dei finecorsa o sensori pneumatici;
- un sistema di controllo totalmente pneumatico.
Impianto elettropneumatico
Un impianto caratterizzato, invece, da una struttura elettropneumatica comporta:
- dei cilindri pneumatici;
- una valvola a comando elettrico associata ad ogni attuatore (per esempio, cilindro);
- dei finecorsa o sensori elettrici o elettronici;
- un sistema di controllo elettrico o elettronico.
Un sistema automatizzato totalmente pneumatico o elettropneumatico comporta sensori e finecorsa che presentano vantaggi e svantaggi a seconda della tecnologia usata per la loro costruzione; la scelta è coerente, in genere, con il tipo di tecnologia utilizzata per il sistema di controllo (per esempio, finecorsa pneumatici con sistema di controllo totalmente pneumatico o sensori elettronici con un sistema di controllo mediante PLC).
Di seguito viene riportata la tab. 1 che riassume le caratteristiche essenziali dei sensori elettromeccanici, elettronici e pneumatici.
Tabella 1 - Tabella per il confronto tra sensori elettrici, elettronici e pneumatici
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Caratteristiche
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Tipi di sensori (1)
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Elettromeccanici
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Elettronici
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Pneumatici
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Robustezza meccanica |
Media
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Bassa
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Alta
|
Dimensioni |
Medie
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Piccole
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Medio/grandi
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Peso |
Medio
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Basso
|
Medio
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Durata utile |
Bassa
|
Molto alta
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Alta
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Campo di applicazione |
Generale
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Generale
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Limitazioni particolari (2)
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Prezzo |
Basso (3)
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Medio (3)
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Medio
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Ambiente |
Limitato
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Limitato
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Qualsiasi
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Sensibilità a variazione di tensione e pressione |
Poca
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Alta
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Pochissima
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Sensibilità a sovratensioni |
Media
|
Alta
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Nessuna
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Precisione di commutazione |
Media
|
Alta
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Media
|
Frequenza di commutazione |
Media
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Molto elevata
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Bassa (4)
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Potenza di commutazione |
Media
|
Molto alta
|
Bassa (4)
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Influenza temperatura ambiente |
Alcune precauzioni
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Grande sensibilità
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Grandi margini
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(1) Si suppone di lavorare con basse tensioni e non si considera pertanto il rischio umano di scariche elettriche. (2) Nei comandi totalmente pneumatici e anche in ambienti a rischio antideflagranti. (3) Si considera solo l’elemento, senza la fonte di alimentazione, né protezioni speciali. (4) Tuttavia, si devono tenere in considerazione due aspetti contrari: a) ritardo nella trasmissione di segnali da parte delle tubature, b) maggiore velocità di una valvola pneumatica rispetto ad un’elettrovalvola. |
Nella scelta del tipo di tecnologia, vale la pena confrontare i tempi necessari per il telecomando di una valvola distributrice. Dal grafico riportato nella fig. 2 è possibile notare che, mentre in elettropneumatica il tempo è costante qualunque sia la distanza tra il quadro di comando e la valvola, in pneumatica il tempo cresce con l’aumentare della distanza.
Fig.2: Confronto tra i tempi di risposta degli automatismi totalmente pneumatici ed elettropneumatici (Telemecanique)
(Clicca sull'immagine per ingrandire)
Un automatismo totalmente pneumatico è più rapido se la distanza tra il quadro di comando e la valvola è inferiore a circa 2,5 m, in particolare quando la valvola è all’interno del quadro di comando.
Un automatismo elettropneumatico, invece, è più rapido per distanze maggiori, anche fino ad una distanza di 10 m; gli automatismi totalmente pneumatici hanno tempi di risposta inferiori a 0,1 s e, quindi, sono compatibili con il comando dei cilindri pneumatici.
In genere, le macchine equipaggiate con cilindri che richiedono dei cicli complessi e molti cilindri, se realizzate con un sistema di controllo pneumatico o elettrico a relè, possono condurre a quadri di comando ingombranti e costosi.
Conviene quindi utilizzare un sistema di comando elettronico quando il numero dei cilindri da automatizzare diventa superiore a 5 ÷ 7 e quando sono necessari dei conteggi, cicli di lavoro con molte fasi, calcoli matematici e diverse varianti del programma per gestire i cicli.
Qualora l’impianto venga realizzato con un sistema di controllo elettropneumatico, è possibile operare una scelta tra una soluzione che prevede dei cilindri e dei sensori magnetici incorporati e una soluzione che basa il suo funzionamento su sensori convenzionali elettromeccanici o elettronici.
Di seguito viene riportata la tab. 2 che, sinteticamente, ne effettua il confronto.
Tabella 2 - Tabella per il confronto tra automatismi con cilindri e sensori magnetici incorporati e automatismi con sensori convenzionali elettromeccanici o elettronici
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Automatismo con cilindri e sensori magnetici incorporati
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Automatismo con sensori convenzionali elettromeccanici o elettronici
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Prezzo del cilindro | Maggiore | Minore |
Prezzo dei sensori | Maggiore | Minore/uguale (1) |
Costi di fissaggio | Nessuno | Elevati (2) |
Rischi di avaria | Minori (fuori zona di lavoro) | Maggiori (nella zona di lavoro) |
Possibilità di regolazione | Tutte (3) | Molto scarse (e costose) |
Smontaggio per facilitare le regolazioni | Facile | Complicato (e costoso) |
(1) Nei confronti dei fine corsa elettromeccanici o elettronici rispettivamente. (2) Sono necessari pezzi meccanici di supporto e, quindi, maggiori tempi di realizzazione e montaggio. (3) Grazie all’adattamento individuale possono offrire il massimo rendimento ad ogni ciclo. |
Nel prossimo articolo verranno descritte le principali caratteristiche delle apparecchiature elettriche ed elettroniche utilizzate per la realizzazione di automatismi elettropneumatici.
Fig.3: Confronto tra automatismi totalmente elettrici, totalmente pneumatici ed elettropneumatici
Il seguente lavoro riporta alcuni passi tratti dal libro “Comandi automatici: sistemi pneumatici elettropneumatici e PLC” di M. Barezzi, pubblicato dalla Editrice San Marco, a cui si rimanda per eventuali approfondimenti.
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