Per ottenere la potenza elettrica di picco richiesta, i pannelli, che generano una corrente di 4÷10 A ad una tensione di 30÷40 V, sono collegati elettricamente in serie, formando così le stringhe che vengono poi messe in parallelo.
Normalmente, si tende a realizzare
stringhe formate dal maggior
numero possibile di pannelli
per ovviare alla complessità ed
al costo del cablaggio, soprattutto
dei quadri di parallelo delle
stringhe.
La tensione nominale,
infatti, condiziona, tra l’altro, la
scelta progettuale dei cavi e degli
apparecchi da utilizzare: generare
ad una tensione minore corrisponde
ad operare con una corrente
maggiore, che richiede cavi
di sezione più grande; lavorare a
tensione più elevata richiede un
maggiore isolamento dei cavi e
l’utilizzo di dispositivi di sezionamento
e protezione di caratteristiche
adeguate.
Il numero massimo di pannelli
che possono essere collocati in
serie in una stringa (e, di conseguenza,
la tensione massima che
si può raggiungere) è fissato dalle
capacità operative dell’inverter e
dalla disponibilità di dispositivi di
sezionamento e protezione adatti
all’utilizzo alla tensione raggiunta.
Per ragioni d’efficienza la tensione
dell’inverter dipende dalla sua
potenza: se si utilizza un apparecchio
con potenza inferiore a
10 kW, il campo di tensione che
viene normalmente utilizzato varia
tra 250 V e 750 V, mentre con
potenza del convertitore maggiore
di 10 kW, si hanno tensioni
tra 500 V e 900 V.