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Classificazione dei luoghi e delle zone

Pubblicato: 12 febbraio 2012 Categoria: Altro
Classificazione dei luoghi e delle zone

La corretta classificazione dei luoghi pericolosi ha come scopo la suddivisione dell’ambiente in zone a diversa probabilità di rischio in modo da poter realizzare impianti elettrici idonei a ciascuna zona con un criterio di gradualità: quanto maggiore è il rischio tanto più affidabili devono essere i provvedimenti di protezione contro il pericolo di innesco dell’esplosione causato da componenti elettrici.

La classificazione è una fase preliminare del progetto elettrico e richiede la collaborazione di esperti del processo che determina il pericolo di esplosione. Può essere affidata anche a professionisti estranei all’elettrotecnica, mentre il progetto deve essere redatto da professionisti iscritti all\'albo nella specializzazione di elettrotecnica.

La classificazione voluta dalla norma richiede uno studio analitico delle possibilità che si formino, entro determinati volumi, atmosfere pericolose ed è perciò tutt’altro che facile; è obbligatoria nel senso che i criteri adottati ed i risultati a cui si è pervenuti devono essere esposti nella relazione tecnica del progetto definitivo (vedere la Guida Cei 0-2).

È sempre raccomandabile prendersi ampi margini di sicurezza, ma non risponde alle finalità di un progetto a regola d’arte esagerare adottando, in ogni caso, l’impianto e le costruzioni più pregiate e più costose. La prassi di classificazione, qui ricordata per sommi capi, è riferita alle seguenti norme e guide:

  • Cei 31-30 (Cei EN 60079-10) fascicolo 2895 - 1a edizione: Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per presenza di gas. Parte 10; Classificazione dei luoghi pericolosi;

  • Cei 31-35 fascicolo 5925 - Guida alla applicazione della norma Cei EN 60079-10; Classificazione dei luoghi pericolosi;

  • Cei 31-35/A fascicolo 5926 - Guida alla applicazione della norma Cei EN 60079-10; Classificazione dei luoghi pericolosi, esempi di applicazione;

  • Cei 31-36 fascicolo 5301- Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per presenza di polvere - Scelta, installazione e manutenzione.

Inoltre, per i luoghi con presenza di esplosivi vale ancora la vecchia norma Cei 64-2- fascicolo 1431, 4a edizione. Si evidenzia che pur non essendo formalmente obbligatorio per legge seguire tali normative, di fatto lo è perché su di esse si basa la Direttiva Atex che disciplina le costruzioni e, adottando per la classificazione criteri difformi, verrebbero a mancare coerenti correlazioni tra costruzioni e zone pericolose.


La classificazione delle zone nei luoghi con presenza di gas

Le zone nei luoghi con presenza di gas si classificano, come si è visto, in zona 0, zona 1, zona 2 oppure come “non pericolose” (NE, acronimo di non esplosive) in funzione dei seguenti tre parametri:

  • grado della sorgente di emissione (continuo, primo, secondo);

  • grado di ventilazione (VH, VM, VL);

  • disponibilità di ventilazione (buona, adeguata, scarsa).

Una sorgente di emissione genera sempre attorno a sé una prima zona così correlata con il grado di emissione:

  • emissione continua = zona 0;

  • primo grado = zona 1;

  • secondo grado = zona 2.

Queste zone, quando la ventilazione è di grado alto, assumono una estensione trascurabile (qualche dm3) e vengono chiamate rispettivamente zona 0 NE, zona 1 NE, zona 2 NE; in questo caso sono ininfluenti sulla classificazione del luogo anche se si consiglia di evitare nei pochi dm3 pericolosi l’installazione di componenti elettrici che potrebbero innescare una vampata. Attorno alla prima zona, se la disponibilità della ventilazione è adeguata, si genera una seconda zona degradata rispetto alla prima di due gradini; se la disponibilità di ventilazione è scarsa il degrado è invece solo di un gradino e quindi attorno a sorgenti di emissione di grado 0 si possono avere anche 2 zone.

La situazione è sintetizzata in tabella 2. Quando la ventilazione è di grado basso alcuni volumi dell’ambiente, defilati dal flusso d’aria, possono subire l’effetto accumulo e in tal caso vanno classificati come zone riqualificate di uno o anche due gradini rispetto alla zona “a contatto” con la sorgente di emissione. È il caso delle volte, per i vapori e i gas più leggeri dell’aria e dei pozzetti, dei cunicoli e degli scantinati per sostanze infiammabili più pesanti dell’aria; si è già detto che se la ventilazione è insufficiente, una sorgente di secondo grado può generare zone 0.

Tabella 2 - Determinazione delle zone in funzione della ventilazione e del grado di emissione
Ventilazione
Grado della sorgente di emissione
Grado Disponibilità Continuo Primo Secondo
Alto Buono
Adeguata
Scarsa
Zona non pericolosa
Zona 2
Zona 1
Zona non pericolosa
Zona 2
Zona 2
Zona non pericolosa
Zona non pericolosa
Zona 2
Medio Buona
Adeguata
Scarsa
Zona 0
Zona 0 + Zona 2
Zona 0 + Zona 1
Zona 1
Zona 1+ Zona 2
Zona 1+ Zona 2
Zona 2
Zona 2
Zona 2
Basso Buona
Adeguata
Scarsa

Zona 0
Zona 0
Zona 0

Zona 1
Zona 1
Zona 0
Zona 1
Zona 1
Zona 0


La classificazione delle zone nei luoghi con presenza di polvere

La norma Cei EN 50281-1-2 classifica le zone pericolose senza tener conto della ventilazione e del grado della sorgente di emissione 8 (tabella 3).

Tabella 3 - Classificazione delle zone nei luoghi con presenza di polvere
Zona 20 Luogo in cui un’atmosfera esplosiva sottoforma di nube di polvere combustibile nell’aria è presente permanentemente o per lunghi periodi; esempio: contenitori tubi, tramogge ecc.
Zona 21 Luogo in cui un’atmosfera esplosiva sottoforma di nube di polvere combustibile nell’aria ha probabilità di essere presente in maniera occasionale durante il funzionamento normale; esempio: luoghi nelle immediate vicinanze di punti di riempimento e svuotamento e luoghi nei quali si accumulano strati di polvere che durante il funzionamento normale possono originare una concentrazione esplosiva di polvere combustibile e aria
Zona 22 Luogo in cui durante il funzionamento normale non è presente un’atmosfera esplosiva sottoforma di nube di polvere combustibile nell’aria, oppure, se ciò si verifica, persiste solamente per un breve periodo di tempo: ad esempio luoghi in prossimità di componenti contenenti polveri dai quali in caso di perdite la polvere può uscire e formare depositi


Le costruzioni conformi alla direttiva Atex

Tutte le costruzioni per atmosfere potenzialmente esplosive devono distinguersi dalle altre mediante un sistema obbligatorio di marcatura che designa in modo inequivocabile l\'idoneità di impiego (figura 6). Inoltre devono essere accompagnate da una dettagliata documentazione che certifica la rispondenza alla vigente normativa di prodotto in parte rilasciata dal fabbricante e in parte da un organismo verificatore notificato a livello comunitario che, attualmente, in Italia è il CESI. Le marcature che attestano la rispondenza alla Direttiva Atex sono riportate in tabella 4.

Tabella 4 - Marcature che attestano la rispondenza alla direttiva Atex
Marcatura CE Attesta la rispondenza alla vigente normativa Cenelec per tutte le caratteristiche, anche per quelle non strettamente attinenti al periocolo di esplosione
Siglatura EEx (marchio Ex racchiuso in un esagono)
Attesta l\'idoneità all\'impiego di atmosfere esplosive

Lettere d, p, ecc
Designano il modo di protezione
della costruzione (figura 1)

d - costruzione a prova di esplosione
p - costruzione a sovrapressione interna
o - costruzione in olio
q - costruzione sotto sabbia
m - costruzione con incapsulamento
i - costruzione a sicurezza intrinseca
e - costruzione a sicurezza aumentata
n - costruzione con modo di protezione semplificato
IP (seguita dalle note cifre) - protezione mediante tenuta dell\'involucro
I oppure II Designano il campo di impiego limitato a 2 casi: miniere Gruppo I, altri casi Gruppo II
Categoria delle apparecchiature indicata dai numeri 1=livello di protezione molto elevato; 2=livello di protezione elevato; 3 livello di protezione normale (vedere la tabella 3)
Lettere G oppure D Designano il tipo di combustibile considerato: gas (G) comprende anche vapori o nebbie; polveri (D)
T1, T2, ecc. Indica la classe di temperatura correlata con la massima temperatura che possono raggiungere le custodie o i punti caldi esposti


Idoneità all\'installazione nelle diverse zone

L\'idoneità dei diversi modi di protezione alla installazione nelle diverse zone è indicata nella tabella 6. Si può notare che nelle zone 0 con presenza di gas vapori o nebbie (interno di serbatoi, reattori, tubazioni) sono ammesse unicamente costruzioni a sicurezza intrinseca. Le costruzioni di categoria 2 sono di impiego universale e comprendono tutti i modi di protezione con la sola esclusione del modo\"n\". Il modo \"n\" di categoria 3 è impiegabile in buona parte nei luoghi che con la vecchia norma (Cei 64-2) ammettevano l\'impianto protetto IP44 e perciò sono di grande interesse anche in ambienti per i quali tradizionalmente non si utilizzavano materiali antideflagranti.

Tabella 5 - Le categorie degli apaprecchi
Categoria Livello di protezione Prestazioni Documenti di conformità Adatta a zone
1 Molto elevato Doppia barriera Marcatura CE, attestato di conformità, certificato CESI 0-1-2 e 20- 21-22
2 Elevato Barriera semplice ma sicura Marcatura CE, attestato di conformità, certificato CESI 1-2 e 21-22
3 Normale Barriera semplice Marcatura CE, attestato di conformità 2 e 22


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