Gli allegati obbligatori sono i seguenti:
- progetto (solo per impianto con obbligo di progetto);
- relazione con tipologie dei materiali utilizzati;
- schema di impianto realizzato;
- riferimento a dichiarazioni di conformità precedenti o parziali già esistenti;
- copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnicoprofessionali.
Il “dichiarante” sottoscrivendo la dichiarazione di conformità assume responsabilità in rapporto:
- alla corretta esecuzione del progetto (ove previsto);
- all’utilizzazione di materiali idonei ed adatti agli ambienti d’installazione;
- alla verifica dell’impianto da effettuare prima della messa in servizio dello stesso.
Specifica infine quali norme tecniche sono state seguite nell’esecuzione dell’impianto.
Il progetto
In realtà troppe volte capita di vedere dichiarazioni di conformità che non hanno alcun progetto come allegato, pur essendoci l’obbligo. I casi in cui è obbligatorio il progetto sono riassunti in tab. 2. Il progetto deve essere redatto da un professionista abilitato iscritto negli albi professionali nell’ambito delle rispettive competenze. Si ricorda che l’art. 4, comma 2 del dpr 447/91, cita che i progetti si considerano redatti secondo la buona tecnica professionale se sono conformi alle indicazioni della guida Cei, in particolare oggi è in vigore la Cei 0- 2 “Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici”, la cui ultima edizione è stata pubblicata nel settembre 2002.
Tabella 2 - Impianti elettrici con obbligo di progetto | |
Impianti di utenze domestiche e civili (uso civile, studi professionali, sedi di persone giuridiche e private, associazioni, circoli, conventi e simili) |
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Impianti per attività produttive, per il commercio, per terziario e per altri usi; (edifici adibiti a sede di società, ad attività industriale, commerciale od agricola o comunque di produzione; edifici di culto, immobili destinati ad uffici, scuole, luoghi di cura, magazzini o depositi o in genere a pubbliche finalità, dello stato o di enti pubblici) |
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Impianti di utenze condominiali |
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Impianti con lampade fluorescenti a catodo freddo |
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Impianti di protezione dalle scariche atmosferiche |
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Impianti elettronici (in edifici ad uso civile) |
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Per progetto da allegare alla dichiarazione di conformità si intende quello esecutivo integrato da tutte le varianti effettuate in corso d’opera, cioè quello che la guida Cei 0-2 definisce come documentazione finale di progetto e non il progetto di massima, ove sono indicati in modo sommario gli interventi da effettuare. È fondamentale che il progetto contenga indicazioni circa la classificazione degli ambienti d’installazione e la valutazione dei rischi, indicazioni che devono essere fornite dal committente, ma che non possono mancare perché sono indispensabili a definire correttamente le caratteristiche dell’impianto elettrico da installare. Il più delle volte è l’impresa installatrice ad avere i contatti con il committente: si definiscono così rapidamente gli interventi da effettuare, tralasciando la fase di acquisizione puntuale delle informazioni necessarie alla valutazione, realizzazione, verifica, esercizio e manutenzione dell’impianto.
Ed ecco che solo dopo avere realizzato l’impianto considerando l’ambiente ordinario si scopre che in realtà contiene ad esempio ambienti a maggior rischio in caso d’incendio e c’era l’obbligo di progetto. Il progetto deve anche contenere gli schemi dell’impianto, i disegni planimetrici, nonché una relazione tecnica sulla consistenza e sulla tipologia dell’installazione, della trasformazione o dell’ampliamento dell’impianto stesso. Si rimanda alla tabella 3.A della guida Cei 0-2 per l’elenco della documentazione di progetto.
Si ricorda che solo gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, pur essendo effettuati in impianti con obbligo di progetto, non hanno l’obbligo di progetto, mentre le trasformazioni e gli ampliamenti effettuati in impianti con obbligo di progetto sì. Si pensi ad un ampliamento (ad esempio l’impianto elettrico di nuovi locali) da effettuare in un impianto esistente, alimentato a 15.000 V e realizzato prima della entrata in vigore della 46/90, pertanto senza progetto. Ebbene, gli impianti alimentati a tensione superiore a 1000 V hanno l’obbligo di progetto anche per la parte in bassa tensione, quindi l’installatore dovrà allegare alla dichiarazione di conformità il progetto firmato da un professionista abilitato. Non certo il progetto di tutto l’impianto, ma sicuramente di quella parte che è stata realizzata, ed in esso andranno valutate le influenze del nuovo sull’impianto esistente.
Relazione con tipologie dei materiali utilizzati
Questo documento deve contenere le indicazioni indispensabili a definire i componenti elettrici utilizzati e la loro conformità. Qualora si tratti di componenti con marcatura CE rientranti nel campo di applicazione della direttiva BT 23/73 Cee, questa è sufficiente a comprovare la rispondenza ai requisiti di sicurezza. Si rammenta però che alcuni componenti quali ad esempio i materiali destinati ad essere utilizzati in ambienti esposti a pericoli d’esplosione, o più semplicemente le prese e le spine per uso domestico non sono soggetti a tale direttiva, la loro rispondenza può essere comprovata da marchi di conformità a norme tecniche, attestati rilasciati da organismi indipendenti e riconosciuti, o rispondenza ad altre direttive.
Ma nel caso in cui il componente non sia provvisto di marcatura CE, non sia soggetto ad altre direttive e non abbia altra adeguata documentazione, il componente elettrico ricade comunque nella direttiva sulla sicurezza dei prodotti (92/59/ Cee). In tal caso è opportuno che l’installatore richieda al costruttore o all’importatore la documentazione attestante che il componente elettrico è costruito a regola d’arte ai sensi dell’art. 5 del dpr 447/91 e dovrà conservare tale documentazione per 10 lunghi anni. L’installazione di componenti elettrici sprovvisti di tali documenti comporta per l’impresa installatrice l’onere di dimostrare la rispondenza di tali componenti alla regola d’arte.
Si rammenta infine che la relazione deve anche contenere indicazioni circa l’idoneità dei componenti rispetto all’ambiente d’installazione e laddove non si sono acquisite sufficienti informazioni circa ad esempio il maggior rischio in caso d’incendio: fare una dichiarazione in tal senso può risultare rischioso per l’installatore.
Schema di impianto realizzato
Laddove è presente il progetto esso conterrà anche gli schemi relativi all’impianto, ma se non vi è l’obbligo del progetto è indispensabile allegare uno schema o anche una descrizione dell’impianto realizzato. Ciò anche a tutela dell’installatore: infatti, una descrizione puntuale dell’intervento effettuato lo salvaguarderebbe nel caso di interventi successivi non documentati e non regolari effettuati dai “maniaci del fai da te” o dagli “installatori della domenica”.
Riferimento a dichiarazioni di conformità precedenti o parziali già esistenti
Si ricorda che è anche obbligatorio specificare i dati di eventuali dichiarazioni di conformità precedenti; non c’è tale obbligo solo nel caso di nuovo impianto o di interventi su impianti costruiti prima dell’entrata in vigore della legge 46/90. I riferimenti da indicare sono il nome dell’impresa e la data della dichiarazione di conformità; nel caso in cui siano presenti diverse dichiarazioni di conformità sarà sufficiente riferirsi solo all’ultima che interessa la zona d’intervento.