Seleziona il distributore

Seleziona il distributore che desideri utilizzare per il tuo carrello.

Distributore

La sicurezza e la funzionalità elettrica a bordo

Pubblicato: 16 marzo 2009 Categoria: Notizie tecnico normative

Le barche rappresentano degli ambienti molto particolari: un microcosmo che richiede dal punto di vista degli impianti elettrici tantissime accortezze. Una barca può essere assimilata ad una casa galleggiante con tutte le sue necessità, le sue criticità e i suoi obblighi strutturali; può essere fornita di servizi, impianti di emergenza e sicurezza, con il rischio di entrare in contatto con acqua.

Il riferimento tecnico per la realizzazione degli impianti elettrici a bordo è costituito dalle Norme

CEI del Comitato Tecnico 18 “Impianti elettrici di navi ed unità fisse/mobili fuori costa (offshore)”

ed in particolare dalle norme corrispondenti alla serie EN 60092.

La Norma CEI 18-56 “Impianti elettrici a bordo di navi. Parte 507: Imbarcazioni da diporto”

(corrispondente alla norma internazionale EN 60092-507) specifica le prescrizioni per il

progetto, la costruzione e l’installazione di sistemi elettrici alle unità da diporto che navigano

nelle acque interne e per mare.

La Norma si applica ai sistemi elettrici:

 

• monofase in corrente alternata a tensione nominale non superiore a 250 V;

• trifase in corrente alternata a tensione nominale non superiore a 500 V;

• in corrente continua a tensione nominale non superiore a 50 V.

 

nelle unità da diporto con una lunghezza compresa tra 24 m e 50 m, oppure che hanno una

stazza lorda registrata non superiore a 500 tonnellate di stazza lorda oppure ai sistemi trifase

in corrente alternata a tensione nominale non superiore a 500 V, in imbarcazioni da diporto di

lunghezza inferiore a 24 m.

 

La definizione di imbarcazione da diporto utilizzata dalla Norma in accordo con il corrispondente

internazionale differisce dalla pratica nazionale che ai sensi della legge 50 dell’11 febbraio

1971 e s.m.i., definisce le costruzioni destinate alla navigazione da diporto nel seguente modo:

nave ogni costruzione destinata alla navigazione da diporto avente lunghezza superiore a 24

m (comunemente maxiyacht); imbarcazione ogni unità destinata alla navigazione da diporto

avente lunghezza superiore a 10 m e non superiore a 24 m e natante ogni unità da diporto

avente lunghezza non superiore a 10 m indipendentemente dal tipo di propulsione.

 

Ai sensi della legge 50 dell’11 febbraio 1971 e s.m.i. il campo di applicazione della norma CEI

18-56 è quindi costituito dagli impianti elettrici a bordo di navi da diporto, da imbarcazioni e

natanti con tensioni nominali e numero delle fasi all’interno dei limiti suddetti.

 

Agli impianti elettrici in corrente continua che funzionano a una tensione nominale non superiore

a 50 V a bordo di unità da diporto inferiori ai 24 m di lunghezza, si applica invece la norma

ISO 10133 mentre per impianti monofase in corrente alternata che funzionano a una tensione

nominale non superiore a 250 V la norma ISO 13297.

 

 

 

Il sistema elettrico a bordo

La necessità normativa di prescrizioni specifiche per gli impianti elettrici a bordo di barche

deriva dalla particolarità degli ambienti e delle applicazioni degli impianti elettrici cui si riferisce

la norma, per esempio conseguenze di un incendio importanti, rischio elettrico, influenze

ambientali e sollecitazioni meccaniche particolarmente gravose.

 

L’energia elettrica a bordo viene generalmente fornita da un generatore o da batterie con

capacità sufficiente ad alimentare i servizi essenziali nello stesso momento e in grado

contemporaneamente di caricare le batteria all’80% della sua capacità in 10 h.

 

La continuità dell’alimentazione non dovrebbe essere compromessa dalla distorsione

armonica prodotta dal carico o da cariche elevate. Se non diversamente specificato, i

componenti devono funzionare in alternata con frequenza: ±5%; tensione +6%-10%;

distorsione armonica singola: <3%; distorsione armonica totale: <5%.

 

In linea di principio, durante il normale funzionamento, i componenti elettrici dovrebbero

essere in grado di funzionare come progettato in condizioni di massima inclinazione e di

massimo beccheggio per tutte le imbarcazioni con rollio fino a ± 22,50° e beccheggio ± 7,50°,

mentre per le sole imbarcazioni a vela con un’inclinazione costante di ± 45°.

 

Analogamente agli impianti sulla terraferma, devono essere garantiti i servizi di emergenza

alimentati a batteria; tra questi le luci di emergenza per favorire la fuga da tutti i luoghi chiusi

e per illuminare le posizioni di sbarco e la passerella oltre ai più specifici servizi di luci di

navigazione e radio VHF e SSB.

 

Le batterie devono consentire il funzionamento delle luci di emergenza dell’imbarcazione, le

sue luci di navigazione e gli impianti radio VHF o SSB (se presenti), in caso di un guasto del

generatore ed avere capacità sufficiente ad alimentare le luci di navigazione e la radio per 3

h continuate in caso di guasto del o dei generatori.

 

I servizi essenziali devono poter funzionare alla minima tensione in c.c., senza compromettere

la vita normale della batteria. Alla massima tensione in c.c., la tensione di ebollizione di una

batteria non deve essere superata per un lungo periodo.

 

I conduttori usati nei cavi per il cablaggio interno dei componenti devono essere di rame e

cordati, conformi alla classe 2 o alla classe 5 della Norma IEC 60228.

 

In presenza di vibrazioni si sconsiglia l’uso di conduttori solidi. I cavi devono avere una

tensione nominale minima pari a 600 V per sistemi 120/230 V e 1000 V per sistemi 400/440

V. I cavi posti sui ponti esposti alle intemperie, in luoghi umidi e bagnati (per esempio bagni), in

locali refrigerati, nelle sale macchine e ovunque possa essere presente condensa d’acqua o

vapori dannosi (compresi vapori d’olio), devono avere una guaina impermeabile.

 

In questo contesto, le guaine in cloruro di polivinile (PVC), polietilene-clorosulfonato (CSP) e

policloroprene (PCP) sono considerate impermeabili, anche se non adatte per l’immersione

permanente nei liquidi.

 

Nel processo di selezione dei rivestimenti di protezione, è opportuno prestare la necessaria

attenzione alla resistenza meccanica richiesta per resistere alle manipolazioni durante le

condizioni di installazione e di lavoro in servizio. Se la resistenza meccanica del rivestimento

di protezione è considerata insufficiente, il cavo deve essere posto in tubi o canalette o

essere altrimenti protetto meccanicamente. Tutti i cavi devono avere caratteristiche di non

propagazione della fiamma che come minimo siano conformi alla IEC 60332-1.

 

Il corretto valore nominale della corrente di ciascun cavo non deve essere inferiore al valore

più alto della corrente che il cavo presumibilmente trasporterà. Il corretto valore nominale

della corrente deve essere calcolato usando i relativi fattori di correzione per il servizio

continuo. La corrente più elevata deve essere calcolata in base alle richieste di carico ed ai

fattori di contemporaneità dei circuiti, dei macchinari ecc. alimentati dal cavo.

 

La sezione dei conduttori deve essere determinata in modo che la caduta di tensione dalle

barre del quadro principale o di emergenza a un qualsiasi punto nell’impianto, nelle normali

condizioni di servizio con la massima corrente, non superi il 6% della tensione nominale, o il

10% della tensione nominale per l’alimentazione proveniente dalle batterie con una tensione

non superiore a 50 V.

 

E’ opportuno osservare che la sezione del conduttore tra il generatore e le batterie è

fondamentale per caricare in modo soddisfacente le batterie e pertanto che la caduta di

tensione per questo conduttore non dovrebbe superare l’1% della tensione nominale durante

la carica.

 

I circuiti che alimentano gli apparecchi di sicurezza, quali le radio e gli ausili alla navigazione,

oltre ad essere identificabili in modo chiaro devono essere protetti individualmente contro i

cortocircuiti mediante interruttori o fusibili.

 

 

 

Collegamenti a massa e a terra

Le parti metalliche accessibili dell’impianto elettrico, diverse da quelle che portano corrente, devono essere collegate a massa. Gli involucri metallici degli apparecchi elettrici devono essere collegati al sistema comune di massa dell’imbarcazione, oppure essere costruiti conformemente al principio del doppio

isolamento.

 

Per i circuiti finali che alimentano le prese a spina e gli apparecchi fissi per i sistemi a massa

in un’officina, in una lavanderia, in un bagno, un ponte o simili posti umidi, si raccomanda di

usare una protezione supplementare fornita da un dispositivo differenziale.

 

In imbarcazioni non metalliche, va prevista la connessione tra la struttura del generatore, il

supporto del motore, gli elementi metallici del sistema del carburante e la piastra di messa

a massa.

 

Ciascuna connessione a massa deve essere in rame o in altro materiale resistente alla

corrosione, deve essere installata in modo sicuro e deve essere protetta contro i danni e

contro la corrosione galvanica.

 

La sezione nominale di un conduttore separato di massa non deve essere inferiore alla metà

della sezione del conduttore che trasporta corrente, ma con un minimo di 3 mm2.

Per i conduttori di protezione in cavo flessibile la sezione minima della connessione di

massa in rame per i componenti deve essere pari a quella del conduttore che porta corrente,

se inferiore o uguale a 16 mm2 oppure una sezione pari al 50% del conduttore che porta

corrente, se superiore a 16 mm2, con un minimo di 16 mm2.

 

Per i conduttori di continuità di massa incorporati in un cavo fisso multipolare la sezione

deve essere pari a quella dei conduttori principali, fino a 16 mm2, con un minimo di 1,5

mm2; oppure non inferiore al 50% della sezione del conduttore principale, se quest’ultimo è

superiore a 16 mm2, con un minimo di 16 mm2.

 

La presa di terra (in realtà l’elettrodo per il collegamento delle masse di bordo con l’acqua)

deve essere di rame o di altro materiale conduttivo compatibile con l’acqua di mare, e deve

avere una superficie non inferiore a 0,25 m2. Essa deve essere fissata all’esterno dello scafo

in una zona riservata a questo scopo e posta al di sotto della linea di galleggiamento a vuoto,

in modo da restare immersa in tutte le condizioni di inclinazione dello scafo.

 

Per le imbarcazioni metalliche, in particolare quelle in lega di alluminio, i sistemi di comando

dei motori a combustione interna dovrebbero essere isolati dalla massa del motore.

 

Nel caso vi sia un dispositivo per l’alimentazione elettrica da una sorgente sulla terraferma (il

cui impianto rientra nel campo di applicazione della Norma CEI 64-8 seppur non sia ancora

disponibile la sezione particolare) o da altra sorgente esterna, sulla barca deve essere

installato un dispositivo per la corretta connessione del cavo flessibile proveniente da questa

sorgente esterna. Deve essere previsto un cavo fisso di adeguata potenza nominale tra il

punto di connessione e il quadro principale. Un interblocco deve evitare la connessione tra

l’alimentazione sulla terraferma e l’alimentazione a bordo. Il commutatore deve essere del

tipo adatto all’isolamento e deve includere tutte le fasi e il neutro.

Le prese fisse o mobili devono essere conformi alla EN 60309-2 (comunemente dette prese

CEE).

 

Un morsetto di massa deve essere previsto per collegare lo scafo a una massa appropriata.

Si dovrebbe considerare in modo particolare il rischio di corrosione elettrolitica dello scafo

dell’imbarcazione. Questo morsetto di massa può essere incorporato nel dispositivo di connessione alla

terraferma.

 

La connessione con la terraferma deve essere fornita di un indicatore sul quadro principale,

in modo da mostrare quando il cavo è alimentato alla tensione corretta.

 

Devono essere previsti dei mezzi per controllare la polarità (in c.c. e in c.a. monofase) o

la sequenza di fase (in c.a. trifase) dell’alimentazione dall’esterno rispetto al sistema

dell’imbarcazione.

 

Nel punto di connessione, deve essere fissato un avviso che riporti tutte le informazioni

riguardanti il sistema di alimentazione, la tensione nominale (e la frequenza, se in c.a.) del

sistema dell’imbarcazione e la procedura per eseguire la connessione.

 

Devono essere fornite inoltre informazioni riguardanti la polarità, per i sistemi in c.c., e la

sequenza di fase, per i sistemi trifase in c.a.

 

Ogni trasformatore di isolamento usato per la connessione alla terraferma deve essere del

tipo a doppio avvolgimento (EN 60742).

 

La connessione deve essere comandata da un interruttore o da un commutatore protetto contro

le sovracorrenti. I dispositivi di protezione devono aprire simultaneamente tutti i conduttori

attivi non a massa e il conduttore di neutro. Il conduttore di messa a massa non deve essere

interrotto dal funzionamento del dispositivo di protezione contro le sovracorrenti.

 

Il dispositivo di connessione alla terraferma deve essere una presa fissa con una connessione

a massa incorporata, progettata in modo da collegare il conduttore di massa prima dei

conduttori attivi.

 

La presa fissa o le scatole di alimentazione da terraferma devono avere un grado di protezione

adatte alla loro ubicazione.

 

 

 

 

Protezione contro i fulmini

Le imbarcazioni di costruzione non metallica o con alberi non metallici devono essere dotate

di protezione contro i fulmini.

 

I parafulmine devono essere di rame (a nastro o cordati) e la loro sezione non deve essere

inferiore a 70 mm2. Devono essere fissati a una punta di rame di diametro non inferiore

a 12 mm e sporgere dalla cima dell’albero per almeno 300 mm. L’estremità inferiore del

parafulmine deve essere messa a massa.

 

I parafulmine devono essere installati all’esterno dell’imbarcazione. Il loro percorso dovrebbe

essere il più rettilineo possibile, evitando curve strette. Si devono usare solo giunzioni imbullonate, rivettate o saldate.

 

Se lo scafo è metallico, l’estremità inferiore del parafulmine deve essere collegata a massa

su di esso.

 

Se lo scafo non è metallico, l’estremità inferiore del parafulmine deve essere collegata a una

piastra di messa a massa di rame o di altro materiale conduttore compatibile con l’acqua

di mare, di superficie non inferiore a 0,25 m2, fissata all’esterno dello scafo in una zona

riservata a questo scopo e posta al di sotto della linea di galleggiamento a vuoto, in modo da

restare immersa in tutte le condizioni di inclinazione dello scafo.

 

A differenza di quanto prescritto per gli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche

delle struttura sulla terraferma, la piastra di messa a massa per il parafulmine deve essere

in aggiunta, e separata da essa, alla piastra di messa a massa usata per il collegamento a

massa del sistema di potenza.

 

 

 

Fonte: Ceimagazine