L\'offerta commerciale

Pubblicato: 1 agosto 2012 Categoria: Guide e approfondimenti
L\'offerta commerciale
Sul mercato sono presenti cilindri, magnetici e non, esteticamente identici; i costruttori perciò identificano i due tipi mediante appositi codici o targhette identificatrici. L’uso di questi interruttori facilita il controllo della posizione del pistone, in quanto evita il montaggio esterno di interruttori di posizione meccanici.

Il campo magnetico, che segue il movimento del pistone, viene utilizzato per attuare i controlli delle posizioni terminali o intermedie del pistone stesso e per dare il consenso all’inversione del suo movimento o al proseguimento delle fasi successive del ciclo. Il cilindro deve essere costruito con materiale amagnetico affinché il campo magnetico non abbia interferenze; normalmente vengono impiegati per la camicia l’ottone, l’alluminio, l’acciaio inossidabile; per il pistone l’alluminio; per lo stelo l’acciaio inossidabile; per le testate l’alluminio.

Il campo magnetico si sviluppa all’esterno della camicia del cilindro che è realizzata in materiale diamagnetico. All’esterno vengono poi montati gli interruttori di posizione magnetici in modo che, quando il magnete è lontano, il contatto è aperto e, quando il pistone è in corrispondenza dell’interruttore, questo si chiude.

Esistono anche interruttori che eseguono la funzione complementare, che sono cioè normalmente chiusi, ed aprono il circuito elettrico quando sono azionati dal campo magnetico. Per facilitare l’esame dello stato del contatto, questi interruttori vengono normalmente forniti di un diodo luminoso Led.

Questi interruttori vengono commercializzati sia nella versione con i dispositivi antidisturbo incorporati (figura 5b) sia nella versione che non li prevede; in quest’ultimo caso, i costruttori consigliano di utilizzare i circuiti soppressori di picchi di tensione facenti uso di diodi in DC, oppure, se il carico è un’elettrovalvola o un relè, con gruppi RC o Vdr in DC o AC.

Quando si collegano lampade ad incandescenza, al momento dell’accensione la corrente (e, quindi, la potenza) può assumere anche 10 volte il valore nominale; in questi casi è bene utilizzare dei diodi Led.

Nel collegare questi interruttori, è necessario assicurarsi che il carico (elettrovalvola, lampadina, relè, Plc, ecc.) sia collegato in serie.

Non si devono mai superare i valori della corrente, della tensione e della potenza massima commutabile e, a questo proposito, è bene controllare le apposite tabelle (figura 5c) o grafici riportati sui cataloghi. Questi accorgimenti, se non osservati, possono portare alla messa fuori uso dell’interruttore.

Occorre mantenere un margine di sicurezza del 30% rispetto ai dati di targa per la corrente e la potenza massima commutabile. Quando si monta un interruttore, di qualunque tipo esso sia, in una posizione molto distante dal carico (per esempio, a 20÷30 m) e con tensioni oltre i 100 V, la sua vita elettrica si accorcia sensibilmente.

Infatti, il cavo stesso si comporta come un carico capacitivo: più è lungo e più il valore della capacità è grande. In questo caso si deve aggiungere una resistenza in serie, il più vicino possibile all’interruttore, per ridurre gli effetti capacitivi delle linea (orientativamente 1000 Ω per 110÷130 V e 2000 Ω per 200÷240 V). Gli interruttori con Led devono essere collegati con le polarità secondo quanto indicato dai costruttori, altrimenti il Led non si accende.

Questi interruttori vengono fissati ai cilindri in vari modi a seconda della forma costruttiva del cilindro stesso; come viene mostrato nella figura 6, è possibile il montaggio mediante una fascetta, oppure mediante l’uso di una apposita staffa su guida, su tirante o, infine, direttamente sul corpo del cilindro.

Per evitare dannose interferenze, è opportuno mantenere una distanza di sicurezza di almeno 50 mm tra l’interruttore e un’altra fonte di campo magnetico (motori elettrici, altri cilindri pneumatici, magneti permanenti, ecc.).


Allegati scaricabili
Interruttori di prossimità magnetici

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